Passi nel mondo
Diario di viaggio per il mondo e per la mia testaDopo un paio di giorni in giro con la macchina a vedere panorami bellissimi (e percorrere strade lunghissime!) siamo arrivato all’Addo Park, il parco famoso per i suoi elefanti. Gli elefanti del Sud Africa sono diversi da quelli Thailandesi, sono più marroni… E hanno le zanne! Era la prima volta che vedevo un elefante allo stato brado ed è stato emozionante.
Fuori dal circuito dei posti prenotati, abbiamo trovato una sistemazione per la notte… In un posto assurdo! Ma, a suo modo, curioso. Il “camp” è gestito da due ragazze di origine inglese, che hanno fatto della “rigenerazione” attraverso la vita rurale la loro missione di vita. Si tratta di uno spazio particolare, con setto o otto piccole stanze con bagno affiancate in un edificio di legno con le pareti sottilissime, intorno a un prato, ovviamente con annessa una piccola stalla e dei campi, coltivati da inservienti di colore. Sarà anche uno spazio di rigenerazione, ma lì di notte fa freddo.
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La Garden Route (sulle cartine è parte della N2) parte da Cape Town e arriva fino a Porth Elizabeth, percorrendo tutta la buona parte della punta a sud della nazione. Qui, come in quasi tutto il resto del Sudafrica, gli alloggi migliori sono quelli delle guest house che si incontrano lungo la strada e nei paesini. Qui, parliamoci chiaro, è dove si vede di più che certe cose qui sono cambiate solo sulla carta.
Le case sono bellissime, molte sono arredate con gusto tipicamente europeo, con quel tocco di etnicità che dà un sapore profondamente raffinato all’arredo e all’architettura. Gli ospiti sono trattati con grande cordialità, dai padroni di casa, tutti bianchi. Qui, i neri li vedi solo quando è ora di pulire il giardino, sparecchiare e preparare le camere per i nuovi ospiti che verranno.
È difficile capire come stanno le cose. Ti rendi conto che la terra e le case arrivano da generazioni di famiglie bianche che le hanno gestite, coltivate e rese fertili e ricche. I vigneti, i giardini immensi… Ogni cosa è curata e tenuta bene, con gusto ma anche con efficienza, i vigneti producono ed esportano vino di qualità in tutto il mondo, le case e la loro architettura hanno creato un punto di riferimento nel mondo, con uno stile inconfondibile e sofisticato. Capisco che i bianchi che vivono lì oggi sentano di avere il pieno diritto di possedere quelle terre. Hanno dedicato la loro vita a far crescere quella zona e a renderla famosa in tutto il mondo.
Il problema è che prima, molto prima, quelle terre non erano loro, non sono state ottenute con la giusta fatica. Quelle terre sono state sottratte con la forza a chi ci viveva da secoli, sono state tolte a chi ne aveva diritto ancora prima di loro, e ora non può fare altro che viverci da servo. E, da servo, ti tratta con gentilezza ed educazione di fronte al padrone di casa, si muove intorno silenzioso, delicato e lento nei movimenti, ma resta lontano perché sa che non puoi capire.
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A Hermanus Bay ci sono le balene, si vedono dalla spiaggia oppure, poco fuori dalla città, si può uscire con la barca, per un incontro “ravvicinato”. Siamo stati abbastanza fortunati, ne abbiamo vista una di circa 17 metri,con il piccolo.
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A sud di Cape Town, sulla strada che porta al Capo di buona speranza, c’è una spiaggetta piccola, dove vive una colonia di circa 3000 pinguini sudafricani. A parte il pinguino piccolissimo che era rimasto immobile sulle rocce sulla costa delle Galapagos, non avevo mai visto questi animali così da vicino. Sono davvero dolci. Sembrano tanti piccoli omini, con l’andatura così incerta sulla terra e tanto veloci nell’acqua… Questa è la stagione in cui nascono i piccoli, e le coppie di pinguini vivono vicine e in simbiosi, il maschio a curare e proteggere con sempre nuovi rametti il nido, la femmina immobile e tonda a covare le uova.
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Il Capo di buona speranza è la punta più a sud ovest dell’intero continente. Lì i cavalloni dell’oceano atlantico si incontrano con le onde lunghe dell’oceano indiano. Fa strano pensare che proprio da lì passavano tutte le navi dirette in oriente, prima che venisse creato il canale di Suez. L’oceano che si vede dall’alto degli scogli è terribile e sembra davvero non avere pietà per nessuna nave. Del resto, il nome di quella punta del Sudafrica deriva proprio da questo, dall’unico strumento che avevano all’epoca i capitani e i marinai per superare quella parte del mondo: la speranza.
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Cape Town è la città dove il relax e il divertimento sono d'obbligo. E' un luogo davvero gradevole, dove la gente è ospitale e ci si può sentire più sicuri girando per le strade. Siamo stati ospititati in una Guest House meravigliosa, dove la sera ci si poteva davvero godere un po' di relax. Di giorno, invece, ci siamo spostati in giro per la penisola.
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Upington e' una cittadina piccola e tranquilla. La guesthouse dove ci hanno alloggiato e' meravigliosa, immersa nel verde con arredo di antiquariato e tenuta benissimo. Abbiamo conosciuto una coppia di ragtazzi di Modena/ Anche loro, come noi. adorano viaggaire. E' stata una cena molto piacevole. Magari ci si rivedra' piu' avanti nel viaggio.
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Abbiamo visto tanti, tanti animali, ma la vera sorpresa di quel posto e' stata la sua notte.
Guradando il di quella notte, ho capito in una volta sola i greci, i maya, i romani, gli egizi... capisco tutte le grandi civilta' che hanno costruito la loro visione del mondo e i loro miti sull'osservazione del cielo.
Un conto e' sapere che senza inquinamento atmosferico ne' luci artificiali il buio permette di vedere piu' stelle, un conto e' vedere un cielo dal buio completo. Un conto e' leggere sui libri le costellazioni e la loro forma, un altro e' trovarsi immersi nella semisfera del cielo, vederla tutta intorno a se ' e sentirsi in mezzo alle figure e ai racconti che prendono forma da una miriade di stelle.
Non avevo mai visto un cielo cosi'. Forse, non avro' la possibilita' di vederlo mai piu'.
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Siamo stati una notte in un lodge al centro del Kalahari, il parco a Nord di Upington. Abbiamo fatto un'ora di volo e 4 ore di macchina, di cui 2 su strada sterrata, ma davvero ne valeva la pena.... Si tratta di un posto fuori dal mondo, una riserva naturale con al centro pochissimi posti per alloggiare e molto lontani fra loro. Praticamente hai la possibillita' di restare da solo nella savana africana per la notte.
Abbiamo alloggiato in una sistemazione incredibile, fatta di un perfetto incastro di muratura, legno e tenda, a 30 chilometri dal primo centro abitato, essenziale ma con tutti i comfort. Un gruppo di 4 case isolate su di una collina in mezzo al parco. case cosi' fino ad ora le avevo viste solo sulle riviste di arredamento!
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A parte i post che rimandano ad un articolo di giornale, tutte le foto sono state scattate durante il viaggio.
Inviato da: saralyce
il 06/08/2007 alle 13:15
Inviato da: carriebradshaw82
il 04/08/2007 alle 19:23
Inviato da: mario0007
il 21/01/2007 alle 17:29
Inviato da: saralyce
il 13/10/2006 alle 17:53
Inviato da: zerofabio
il 11/10/2006 alle 13:24