mal di testa cattivo, che non passa. magari se passasse non sarebbe così cattivo. ma non passa e amen. rimedi farmacologici inutili a quanto pare, così passo a quelli naturali, di natura non propriamente legale, che il mal di testa di certo non te lo fanno passare, ma almeno non ci penso, e butta via, poi quando mi svanisce l'effetto rido anche di meno, ma finchè è così bene, al dopo ci penso dopo.
unico effetto collaterale dei rimedi naturali: scrivo. eeeh non si può mica avere tutto.
stanotte ho riso (ye), ma ora scrivo e cazzi miei, cazzi di chi legge, cazzi di chi commenta, cazzi e basta.
voglio il pc portatile, che posso scrivere sul letto, sotto il piumone, accanto al gatto.
che arriva il freddo, e che vuol fare, c'è anche il sole, ma è freddo freddo freddo cazzo.
voglio sclerare sotto il piumone, grosso che non entra il lavatrice, che lo devo lavare a mano, ma che divertimento.
(sara? ma la lavanderia no? eeeeeeh...)
ma quando si asciuga poi è caldo, morbidoso, e piumonoso, e pesa, cazzo, pesa da quanto è grosso, e te lo senti lì, sulla schiena, peso gradevole, al riparo, sopra il letto, sotto il piumone, accanto al gatto.
che fuseggia, ovviamente, mica a me, alla camera, in camera, gatto odioso, diventa un tesoro, mi impasta, fuseggia, mi sbatte la testa sul muso (il mio) perchè vuole i baci. mi impasta.
che se gli canto si addormenta, e che se smetto di cantare apre gli occhi gialli e mi guarda male.
e lo senti, il gatto, caldo, morbido, vivo, soprattutto vivo, che ha scelto di amarti, che i gatti non sempre lo scelgono, ma lui, strano, si è innamorato di te, e gli piace stare così, al caldo, se fuori è freddo -e cazzo, freddo lo è- sul letto, sotto il piumone, accanto a te.
il letto che sembra quasi un isola.
grande grande, o sono io che forse sono bassa, ma non arrivo a toccare il fondo con i piedi, obliqua, verticale, orizzontale.
ovunque mi giri è letto, e fuori è freddo, e mi piace stare al riparo del letto, che è un'isola.
sotto il piumone, accanto al gatto.
niente letto comunque. me ne sto qui alla scrivania, e al letto al piumone al gatto ci penso solo.
ne scrivo, li sento, sento il peso del piumone sulla schiena, ma non ci vado.
li immagino.
dalla mia mano ai tuoi occhi.
e intanto è un piacevole scoparsi la testa, lo desidero, lo ricamo, ma non me lo do.
piano.
piano.
prima dondolerà, poi scivolerà.
piano.
e finchè dondola è stare qui, è helter skelter che esce dalle casse del pc, che fa dondolare, o si, si dondola. è far crescere la voglia con le parole, che non c'è di meglio, ah no, siori.
è il mio posacenere pieno di cicche e schifo. pezzi di carta, plastica di sigarette.
sono i biscotti messi lì per sicurezza, fosse mai che arriva la chimica. e fosse mai che debba alzare il culo per andarli a prendere in cucina, mentre dondolo.
boscotti di sfoglia, con la cioccolata, briciole sulla tastiera.
è la lampada rosa che mi accieca, ma quella avevo, e mi piace pure.
è il ventilatore, che occupa spazio, ma mica lo tolgo, chissenefrega, magari a novembre torna il caldo.
è l'astuccio di harry potter, che contiene i mille segreti.
è l'hard disk esterno, che una volta suonava, e chi se lo ricorda lo sa.
con la luce del pc, mentre di qua è freddo.
mentre mi dondolo ricamandomi in testa, negli occhi, sulla pelle, il letto, il piumone, il gatto.
ma helter skelter è finita.
scivolo.
dopo assermi dondolata, scivolo. vado a letto. mi metto sotto il piumone. faccio entrare il gatto.