Creato da saturno.contro.me il 11/01/2008

saturno contro me

le coincidenze sono le cicatrici del destino

 

 

« caldolibri »

Rileggendo qua e là ..

Post n°192 pubblicato il 23 Luglio 2009 da saturno.contro.me

PIU' DEI TRAMONTI

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in

assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.

Che uno dice: è finita.

No, finita mai, per una donna.

Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che

ti

da la morte o la malattia.

Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando

l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che

a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà

deciderari se sei all'altezza o se ti devi condannare.

Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai.

E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci con un uomo; che

sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno

perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo, tu, poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole

cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.

Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto

bene così. Sto bene così, sto meglio così!"

E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e

Pasque.

In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, ce

ne

hai buttata talmente tanto di anima, che un giorno cominci a cercarti

dentro

lo specchio perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai

guardato giù ed avevi i piedi nel cemento.

Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella

tua solitudine.

Ed è stata crisi. Ed hai pianto.

Dio quanto piangete!

Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in

una

strada affollata, alla fermata del metro, sul motorino.

Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché

l'aria buia ti asciugasse le guance?

E poi hai scavato, hai parlato.

Quanto parlate, ragazze !

Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri

che dia un senso al tuo dolore.

"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse

pazza?"

Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai avanti, giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a

quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli.

Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in

mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la

trascinerà

sempre avanti.

Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua

nuova

te.

Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.

 

Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un

diesel.

Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.

Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal

taglio dei capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di

gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco

ricciolo

biondo.

Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti : il cantiere è aperto.

Stiamo

lavorando per Voi. Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande

meraviglia.

Per chi la incontra e per se stessa.

E' la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti.

Jack Folla

DF

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Commenti al Post:
saturno.contro.me
saturno.contro.me il 23/07/09 alle 13:36 via WEB
la ricordavo....e avevo pianto...l'ho riletto oggi...ho pianto di nuovo...sono una recidiva... sc ti voglio bene
 
argo_felix
argo_felix il 23/07/09 alle 14:03 via WEB
Sempre bravo Diego Cugia. Siamo ancora, sempre ... "teste da tagliare" ;)
 
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bolg di:

divinae follie

saturno contro me

 

 

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore
e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati
. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare
.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(P. Neruda)

 

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 vetro

Bisognerebbe non conoscerlo mai, l'amore.

Continuare a sperarci, ma che non venisse mai.

Carlo Cassola

 

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