Creato da bunciuk il 10/05/2006
politica e nonviolenza

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Ultime visite al Blog

zigrusssenzanalira0main10skeptikos44bunciukjulia974ginevra1154wo_landDONNE_ATTENTE
 

Ultimi commenti

Auguri per una serena e felice Pasqua...Kemper Boyd
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 21:32
 
Auguri di un felice, sereno e splendido Natale dal blog...
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 23:40
 
Salve a tutti, Napoli Romantica, continua anche in...
Inviato da: Anonimo
il 27/07/2007 alle 23:08
 
mir=pace in russo. bello :) un saluto, RiGiTaN's
Inviato da: rigitans
il 24/06/2006 alle 16:32
 
Apprezzo l'impegno e il desiderio di esprimerti, così, come...
Inviato da: psicologiaforense
il 13/05/2006 alle 01:28
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Buon NataleRelazione generale tenut... »

discorso di fine anno

Post n°4 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da bunciuk
Foto di bunciuk

Carissimi amici del mir e della nonviolenza,
ormai un altro anno se ne è andato; in questa scadenza del tutto formale, in cui diciamo che un periodo è finito è d'uso fare bilanci e buoni proponimenti.
L'avvicendarsi degli anni ci ricorda che il tempo passa, e questo rimanda il pensiero alla nostra limitatezza: noi viviamo in un tempo preciso, ne abbiamo un po' a disposizione, in questo cerchiamo di agire per il bene comune e nostro, ma dobbiamo aver ben presente che questo tempo non è infinito, come nulla su questo mondo; dunque quello che ci è stato dato, e nessuno di noi può sapere quanto ce ne sarà ancora dato, usiamolo e usiamolo bene.
Noi come movimento e come persone ci siamo dati la missione di diffondere il buon seme della nonviolenza: come diceva Gandhi non possiamo sperare di eliminare definitivamente ogni forma di violenza, ma possiamo e dobbiamo cercare di abbassare il livello di violenza esistente, ed aumentare quello di nonviolenza.
Ecco quale è il bilancio che dovremmo fare: siamo riusciti, come persone e come movimento in questo scopo; rispetto ad un anno fa di quanto siamo riusciti ad abbassare questo livello, quanta persuasione per la nonviolenza siamo riusciti a diffondere o semplicemente ad aumentare in noi?
Ed è importante che, come in ogni bilancio fatto di numeri e di cifre, si sia molto concreti: ossia l'efficacia della nostra azione non può essere disdegnata.
Ognuno cercherà di rispondere in cuor suo per quanto riguarda la propria persona, ma come movimento non possiamo esimerci dal dare una risposta collettiva.
Iniziammo il 2006 con un appello richiesta alla coalizione di centrosinistra, nota come Unione.
Si era infatti alla vigilia di una importante campagna elettorale che definirei epocale, una svolta paragonabile al referendum repubblica-monarchia, anzi più importante ancora perché nel '46 l'assetto democratico della nazione non era comunque in discussione.
Andammo alle elezioni sicuri della vittoria del centrosinistra, e abbiamo rischiato di precipitare in un incubo.
Penso ognuno di noi abbia dato il suo infinitesimo contributo alla vittoria dell'unione, e conseguente sconfitta dello schieramento eversivo guidato da Berlusconi; ed in una elezione che, brogli a parte, è stata decisa da 20000 voti, ognuno può sentirsi determinante.
Ed è bene che ci ricordiamo di queste cose quando si discute di governo "amico" o meno o quando si dice che, destra o sinistra son tutti uguali ed ugualmente militaristi.
Quando facemmo quel documento, e decidemmo di sostenere il centrosinistra, io non mi illudevo di sostenere uno schieramento nonviolento, e neanche attento alla nonviolenza, ma semplicemente di difendere e ripristinare un quadro politico democratico, senza il quale qualsiasi discorso su pace e nonviolenza rischia di essere estremamente difficile.
In quel documento noi mettemmo comunque alcune condizioni, minime, che non esauriscono certo una politica anche graduale verso la nonviolenza: di queste alcune si sono realizzate: il ritiro italiano dall'Irak, altre sono andate in senso opposto: aumento delle spese militari. Quanto ai corpi civili di pace, essi rimangono sostanzialmente al punto di prima: al livello di discussione preliminare.
Su questo però occorre onestamente dire che le colpe non sono del governo o di un quadro politico insensibile: questo sicuramente c'è, ma la causa di tale stallo sta soprattutto nel fatto che al momento l'insieme dei movimenti associazioni gruppi del pacifismo nonviolento, sono divisi, incapaci di elaborare una linea politica comune, di agire come un soggetto non dico organizzato ma almeno convergente.
E' per questo che la politica istituzionale della nonviolenza praticamente non esiste, che la commissione sulla difesa civile e non violenta è fallita, che la reteccp è ancora solo una società registrata dal notaio, che la campagna antinucleare stenta a decollare.
E con ciò penso di aver citato gran parte delle campagne e degli impegni del nostro movimento in quest'anno e presumibilmente nel prossimo.
Un proponimento può essere dunque quello di fare la nostra parte, stimolando quella presa di posizione forte e chiara delle chiese contro l'arma atomica. Se già riuscissimo in questo obiettivo sarebbe gran cosa.
Esistono anche altre attività, ma questo vuol essere un discorso di auguri di fine anno e non una relazione esauriente.
Vorrei solo citare due altre attività: la campagna del decennio Onu, che ha visto il realizzarsi di alcune importanti tappe e che abbisogna di un ulteriore sforzo per arrivare a quegli sbocchi anche istituzionali che ci si era proposti.
L'anno che si sta chiudendo è stato l'anno del consiglio internazionale IFOR. Per la prima volta erano presenti 2 rappresentanti il mir italiano; ma è importante oltre alla ripresa di un legame internazionale quanto mai necessario al nostro movimento, anche proprio inserirsi in questo tentativo di rilancio dell'Ifor, che sta cercando di dotarsi di un piano organico per i prossimi 4 anni, con azioni coordinate tra i vari paesi: un aspetto che dovrà essere ben presente alla prossima nostra assemblea nazionale che abbiamo deciso di tenere a Fano dal 28 aprile al 1 maggio prossimi
Una parola ancora sull'organizzazione nostra interna.
E' stato un anno di svolta; dopo un periodo in cui negli anni scorsi il mir ha rischiato di scomparire, siamo riusciti tutti insieme a riprenderci e quest'anno abbiamo cercato di porre le basi per un rilancio. L'occasione che, come sempre, è solo un momento di tutto un processo, ma che assume le vesti di punto di svolta e rimane come data emblematica, è stato il rinnovo dello statuto avvenuto il 4 giugno scorso: lì abbiamo deciso di costituirci come associazione di promozione sociale (APS): di per sé vuol dir poco, ma con quest'atto abbiamo deciso di darci una organizzazione più agile e strutturata, accettando la sfida a presentarci come associazione che, senza perdere, anzi rafforzando le sue caratteristiche di movimento per la trasformazione della società in cui viviamo, si rapporta con le istituzioni, con tutto quel che ciò comporta.
E approfittando di questo abbiamo e stiamo operando dei mutamenti per rendere il nostro movimento più trasparente e funzionale allo scopo per cui è nato.
Dunque il 2006 è stato un anno di svolta, ma il 2007 deve essere quello della rinascita.
Il Mir deve lasciarsi indietro tutta una serie di beghe, incrostazioni, stanchezza, deve cessare di essere un circolo chiuso stile "ex-combattenti e reduci"; deve tornare allo slancio iniziale, ricordarsi delle peculiarità sue proprie, di movimento nonviolento a base spirituale; mi pare che di lavoro da fare ce ne sia; che se un tantino siamo riusciti ad abbassare il livello di violenza di cui parlavo all'inizio, non c'è di che sedersi.
La missione del mir è più attuale e necessaria che mai.
Occorre solo avere un gruppo di persone che ci credano, che siano convinte di questo, ed è per questo che l'altra sfida che come movimento dobbiamo affrontare è quella del ringiovanimento: l'obiettivo lanciato lo scorso novembre, appena tornato caricato dal consiglio Ifor, dei 500 iscritti non era affatto uno scherzo né una "spacconata".
Anche su questo occorre crederci con convinzione ed agire di conseguenza.
Va comunque tenuto presente che quando si cerca di fare il balzo in avanti che stiamo cercando di fare non si può pensare di tornare come prima: o si va avanti, si realizza questa crescita, qualitativa e quantitativa, o si perisce.
Ricordiamoci di quanto scritto all'inizio: il tempo che ci è dato è limitato, ed anche le risorse: usiamole bene, perché ce ne verrà chiesto conto; non facciamo come il servo meschino della parabola dei talenti!

Con questo e soprattutto

con l'augurio a ritrovarci alla prossima assemblea a Fano il 28 aprile prossimo più carichi e convinti che mai,

con l'augurio che il prossimo anno possiamo registrare un sensibile abbassamento del livello di violenza, nel mondo e vicino a noi,

con l'invito a guardare aldilà dell'apparente trionfo della violenza e dell'ingiustizia, certi che Dio può suscitare santi e profeti dalle pietre

Con l'invito a sperare contro ogni speranza


Auguro a tutti

Pace Forza Gioia


Paolo Candelari
Presidente del MIR

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963