Creato da: agodgl11 il 27/10/2008
parafrasando il titolo del grande libro della Lettizzetto, voglio esprimere il mio dissenso verso ogni senso benpensantomologatibernato e mi si consenta: avvelenato!

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sacri dietrofront

Post n°17 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da agodgl11
 

rileggendo un'affermazione del vostro presidente del consiglio che diceva di nn pensare alla crisi e di pensare piuttosto a comperare i regali di natale e comperare "europeo", mi sono sorte due domande: 1) con quali soldi?  2)e perchè oltre a dire a noi di spendere per prodotti europei nn dici agli imprenditori Europei di far lavorare i lavoratori europei invece di quelli asiatici?
Due in uno: sempre rilegendo notizie passate in sordina voglio riproporre questo, sull'imbarazzante dietrofront di tremonti a riguardo dei tagli alle scuole cattoliche private



Vignetta di Roberto CorradiOra d'aria
l'Unità, 15 dicembre 2008


E’
vero, ogni giorno inghiottiamo una tal quantità di bocconi amari che
ormai digeriamo anche i sassi. Ma quel che è accaduto una settimana fa,
prontamente sparito dalle pagine dei giornali (in tv non ci è nemmeno
arrivato) e dunque dal dibattito politico, meriterebbe una riflessione.
Almeno nel centrosinistra, visto che nel centrodestra non si riflette:
si obbedisce al padrone unico, o prevalente, comunque non facoltativo.
Il governo Manidiforbice, sempre a caccia di soldi, aveva tagliato di
un terzo (133 milioni su 540) i contributi alle scuole private “paritarie”, quasi tutte cattoliche. Poi i vescovi han protestato, minacciando di “scendere in piazza” con un’Onda nero-porpora. E in cinque minuti l’inflessibile Tremonti s’è piegato, restituendo quasi tutto il malloppo (120 milioni su 133).

Inutile discutere qui sulla costituzionalità della legge 62/2000
che regala mezzo miliardo di euro l’anno alle scuole private, in barba
alla Costituzione che riconosce ai privati il diritto di creare proprie
scuole, ma “senza oneri per lo Stato”. Qui c’è un Paese allo stremo,
dove - a causa della crisi finanziaria e dei folli sperperi su Alitalia e sull’Ici
- si taglia su tutto, a partire da scuola pubblica, università
pubblica, ricerca pubblica. E’ troppo chiedere anche ai genitori che
mandano i figli in istituti privati, dunque non proprio spiantati, di
contribuire una tantum ai sacrifici per il bene di tutti? Quel che è
accaduto in Parlamento dimostra che sì, è troppo. Anzi, non se ne può nemmeno discutere.
Non solo il Pdl ha obbedito senza fiatare al “non possumus” vescovile.
Non solo il Pd non ha detto una parola contro la sacra retromarcia
tremontiana. Ma il ministro-ombra dell’istruzione Mariapia Garavaglia
ha addirittura presentato al Senato una mozione per “l’immediato
ripristino dei 133 milioni al fondo scuole paritarie”, e financo per
l’aumento dello stanziamento in base alle promesse “del precedente
governo”. Mozione firmata anche dai senatori Pd Rusconi, Bastico, Ceruti, Serafini, Soliani, Pertoldi e Vita, in nome di un imprecisato “diritto costituzionale”.

Le
finalità dichiarate sono nobilissime: evitare danni agli asili, che
specie nei piccoli comuni sono esclusivamente privati. Ma forse tanto
allarmismo sarebbe stato più serio se accompagnato da qualche proposta
per recuperare altrove le risorse necessarie: per esempio dando una
ritoccatina al regime fiscale degl’immobili del clero
che, anche quando dichiaratamente a scopo commerciale, in Italia sono
esentasse. Certo, la cosa avrebbe suscitato non una, ma cento “onde”
vaticane di protesta. Ma perché non prendere in parola il fondamentale
discorso del Papa, l’altroieri, sul valore decisivo - per lo Stato e
per la Chiesa - della separazione Stato-Chiesa? Cioè
della laicità delle nostre istituzioni? Non si tratta di tornare al
vetero-anticlericalismo ottocentesco. Basta ricordare quel che scrisse
nel 1952 a Pio XII un cattolico doc come Alcide De Gasperi,
quando il Papa gli revocò l’udienza privata nel trentesimo anniversario
del suo matrimonio per essersi opposto al diktat vaticano di allearsi
con i fascisti alle elezioni comunali di Roma: “Come cristiano accetto
l’umiliazione, benchè non sappia come giustificarla. Come presidente
del Consiglio e ministro degli Esteri, la dignità che rappresento e
della quale non possono spogliarmi neppure nei rapporti privati,
m’impongono di esprimere lo stupore per un gesto così eccessivo”.
Parole sante, e durissime. C’è qualche politico italiano, a destra o a
sinistra, che oggi saprebbe ripeterle

 
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