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Albe e tramonti

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Principessa

Post n°759 pubblicato il 25 Gennaio 2018 da scarlett40

C'era una volta, in un Paese lontano lontano, un regno felice governato da un sovrano buono e giusto, molto amato dal suo popolo.

 

Il buon re aveva una figlia bellissima che, come da tradizione, a vent'anni doveva convolare a nozze con il principe del regno vicino.

La fanciulla però proprio non voleva sapere e, sebbene a corte tutti insistessero, suo padre sapeva bene che quelle nozze forse non erano poi essenziali e la ragazza a tempo debito, sarebbe comunque stata un'ottima regina.

Il popolo però si faceva pressante e il pover uomo, suggeri' alla figlia di mettere alla prova l' amore del principe. Il mago di corte fu convocato e si crearono le prove da superare.

Una strega però proprio allora lanciò un maleficio: il regno sarebbe stato innevato finché tutte le prove non fossero state superate.

Venne così il peggior inverno di sempre. Tutti pativano per il gran gelo ed a corte arrivò il principe in gran segreto.

La principessa stava male,  non era più lei, il suo sorriso solare era spento e il suo cuore un blocco di ghiaccio.

- Dobbiamo tentare l'impossibile - disse il re.

Il principe guardò la ragazza e penso: è bellissima.

Disse timidamente: 

- Potrei provare con un bacio... a volte funziona.... - bacio quindi le labbra perfette e lei aprì gli occhi.

- Ho sonno! Ho sonno ed ho sonno. .. Questa non è la favola della Bella Addormentata... io voglio dormire... Torna tra un po' - si girò e tornò a dormire beata e fredda.

Il principe rimase senza parole. Si fece coraggio, le diede un bacio sulla guancia.

- Uffa, ma sei ancora tu? Sì, lo so, sei un bravo ragazzo, bla bla bla... non ce l'ho con te... ma cercati un drago da affrontare... non so una guerra da vincere... un popolo da salvare... per me è uguale: fai tu... comprati un videogioco o vai su Facebook come tutti gli altri... insomma, torna tra cent'anni... dormo solo da due giorni... - la principessa salutò tutti e chiuse gli occhi.

Sì sa, anche i principi a volte si scoraggiante,  il mago di corte lo trovo' sulle scale seduto a mugugnare. 

- Questi ragazzi di oggi - il vecchietto scosse la testa - si arrendono subito. Vuoi mica vedere che ci lascia sul piu' bello. Si avvicinò lesto al ragazzo e si rivolse a lui risoluto:

- Vuoi mica abbatterti per un no? Ma l'hai guardata bene? Hai visto quanto è bella? Ti dirò di più: la forza che ha dentro è nulla al confronto del suo leggiadro sorriso, avessi io la tua età prenderei quel cavallo e cercherei per lei le prove d'amore più ardite!

- Io non so... pare che non mi voglia...

- Infatti vuole un uomo mica un moccioso viziato che crede di risolvere il finale con un bacio. Sono passati quei tempi sai... 

Arrivò il re con il viso teso.

- Mia figlia dorme ancora? Fuori si gela... quanto ci vuole ancora? 

Il mago fece spallucce e indicò il ragazzo: 

- Siamo in alto mare sire..  Qui non abbiamo ben capito il senso della storia... devo dare un aiutino?

- E vada per l'aiuto... ma che sia uno solo.

Il mago srotolo' la pergamena magica e la porse al ragazzo.

- Qui trovi le prove da superare. Non posso dirti altro. - Poco dopo anche il re ed il mago e tutto nel regno era ghiaccio. 

Ora il principe era solo e doveva... come si dice: svegliarsi.

- Prima prova: Trovare la realtà dentro il mondo virtuale. Seconda prova: Trovare un drago da anientare. Terza e ultima prova: Sconfiggere il gigante della montagna.... - il suo pensiero fu: proprio una gran fortuna nascere principe.

 

Prima Prova

 

Il principe chiuse pugni arrabbiato. Dentro se' pensava, - Prima prova, prima prova - fosse facile - devo fare tutto io.

La principessa beata dormiva e a dirla tutta, russava pure.

L'uomo usci' sbattendo la porta. Sbottando:

- Se ha sonno, che dorma!

All'uscita del castello pero' un grande specchio gli si paro' davanti. Cerco' di andare oltre, ma lo specchio strillo'.

- Non penserai mica di svignartela cosi'? Senza neanche tentare... Ma si', ma si', vai a sederti comodo nel tuo castello, in fondo non puoi neppure immaginare quanto sia bella dentro la tua principessa... - poi si corresse - A gia', tanto per essere del tutto chiari, lei non e' tua, lei e' di tutti.

- Che vorresti dire? - il principe era urtato.

- Che per lei si batterebbero in cento e poi cento ancora, e a lei non fa differenza che a vincere sia un poltrone ricco come te, o un povero pescatore, o il figlio del mugnaio... Non si nasce principi, ricordalo, e' cuore ad essere nobile, e il tuo - lo specchio si ruppe in mille pezzi - e' vuoto.

Niente da fare, il principe sali' a cavallo e fece per andar via.

Gli passo' accanto un piccione e l'uccello rideva e volava in tondo...

- Si', si', vai vai... Stolto che non sei altro, quello specchio aveva mille anni e non sapeva mentire, l'hai rotto, sei proprio un bel personaggio. Altro che realta' virtuale... superi ogni limite. - Poi gli si poso' sulla spalla - A dimenticavo, specchio rotto, principessa addormentata, ops....... non sei piu' un principe. Guarda laggiu', il tuo castello e' scamparso, e questa, mi spiace e' la realta'.

Il principe corse al suo castello, ma al posto del palazzo un enorme masso grigio, e al posto della scuderia ghiaia, e al posto del suo bel giardino, sterpaglia.

- Non ho piu' nulla, - grido' - ma chi siete voi per farmi questo?

- Chi sei tu per non vedere che ora hai tutto e tutto il mondo ai tuoi piedi, stolto! - Il piccione lo seguiva, poi spari' in una nuvola di fumo anch'esso, come tutto il resto.

***

Fu cosi' che il Principe, ormai povero, comincio' il suo lungo viaggio. Passava mendicando cibo da un paese all'altro e ogni tanto qualcuno dal buon cuore, senza riconoscerlo, lo ospitava per la notte.

Altre volte, solo, dormiva sul prato e guardava le stelle, quelle stesse stelle che ora sembravano puntini d'oro e che qualche mese prima non avevano avuto importanza. Ora riusciva a distinguere chiaramente la differenza tra un giorno di sole ed uno di pioggia e capiva bene cosa voleva dire aver mangiato ed avere invece, la pancia vuota.

Arrivo' ad un ruscello e non potendolo attraversare vi si specchio'. L'acqua mormorava e scendeva a cascatelle verso la valle saltando allegramente di sasso in sasso. Un piccolo pesce roteava attorno a un giunco e d'istinto l'uomo cerco' di acchiapparlo: poteva costiuire tutto sommato un'ottima cena.

Quando pero' lo strinse in pugno ne ebbe pieta' e lo libero'... l'acqua allora sembro' farsi piu' brillante perche' un raggio di sole aveva bucato le nuvole e il Principe un po' accecato, guardo' l'orizzonte e vide quello che non si aspettava, un piccolo ponte che gli avrebbe permesso di guadare il fiume.

- La realta' va oltre quello che non ti aspetti... - sussuro' il pesce correndo a nascondersi tra le canne.

Nessun suono pero' arrivo' alle regali orecchie e oltre il ponte un prato immenso di gigli bianchi emanava un profumo inebriante. Resto' senza fiato, e cerco' di restare sui margini per non calpestare tanto splendore. Il vento mosse i fili d'erba e i gigli chinarono il capo come per ringraziare, ma il principe era gia' oltre.

Arrivo' ad una piccola casa, e aprendo la porta socchiusa, senti' una voce sul fondo buio. 

- Chi e'? 

Per un attimo egli non seppe che rispondere, non aveva regno, non aveva popolo ormai, di certo non poteva dire come un tempo - sono il Vostro sovrano. Resto quindi un momento muto e rigido sulla soglia.

- Chi e'? - si fece avanti una donnetta curva, malandata e cupa, che teneva in mano un lungo bastone e non alzava il viso. - Non posso vedervi, devo sapere se venite con buone intenzioni o, in caso contrario, per favore andate via, io non ho piu' nulla.

Vedendo la donna il principe ebbe paura. Non era tanto l'aspetto a fare orrore, quanto le ciccatrici, la sporcizia, l'odore, e il senso di perdizione che essa emanava nel complesso.

- Non abbiate paura, vengo in pace, anche se neppure io ho piu' nulla da offrire. Chi siete?

- Sono una stolta, una peccatrice, un essere che nessuno vuole, e la mia punizione e' esser cieca. - poi facendo alcuni passi avanti, incianpo' e cadde a terra.

A quel punto, senza capire perche', essendo soli, d'istinto il principe corse a soccorerla, e la donna sentito il calore di un altro essere umano inizio' a piangere abbracciandolo. Non ebbe il coraggio di tirarla via perche' ne capi' il lutto e il dolore e man mano che l'essere immondo piangeva quelle luride lacrime lavano anche il suo cuore egoista.

- Ho perso tutto - disse la donna - in un incendio, e' morta la mia famiglia, e sono morta io. E poi ho cercato di tirarli fuori ma non e' servito... non ho piu' nulla, piu' nessuno e tanto vale morire.

- Avete me - disse l'uomo. Prese la vecchia tra le braccia, la porto' a fiume e con delicatezza estrema le lavo' il viso ed a poco a poco anche i capelli e tutto il corpo, e con gentilezza, resto' in flangella cedendole la propria camicia buona. Ora lui aveva freddo, ma la donna, tra le sue braccia si addormento' beata.

L'indomani continuarono insieme il cammino. Lui la sorreggeva, lei taceva stanca, lui le raccoglieva frutta,  e lei finalmente mangiava. A poco a poco, la poverella riprese un po' di forze, e cammin facendo si accorsero insieme che il ruscello gorgogliava piu' felice.

***

continua

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Sono di tutti questi fiori
l'uno e l'altro
persa tra i giunchi
rivolta al cielo.

Non distinguo i petali
tutt'uno con il gruppo
ed il profumo
fosse mio, sarei vento.

L'iris ti cela il suo cuore
agli occhi, ma ti regala
l'immenso profumo
affinche' per te sia brezza.

 

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Per un attimo
io ho cercato te
tu hai cercato me

In un mondo dove
tutto corre
noi ci siamo fermati.

Incontrati, sfiorati,
e' stato silenzio
parlavano i gesti.

Ed ho letto
e tu hai scritto
una pagina di vita.

 
La spiaggia al calar del sole fa di ogni uomo un fantasma
 

 

Se potessi perdermi
starei seduta
ad attendere
la vita del bosco.

Invece la mia bussola
definisce contorni
e non riesco a vedere
se non i profili degli alberi.

Eppure nella selva
vive forte, indomita
l'essenza della vita.

 

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