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LO HOBBIT- LA DESOLAZIONE DI SMAUG

Post n°7 pubblicato il 15 Dicembre 2013 da Sely13
 

Puntuale come un orologio svizzero venerdì 13 ero alla prima del secondo capitolo di Lo Hobbit!!
Premetto che a me prequel, sequel, spin-off e appendici varie non piacciono molto, spesso e volentieri sono fiacchi, scoloriti, noiosi e ricalcano la falsa scia del successo precedente, però, e qui c'è un però, nel caso della nuova avventura tolkeriana di Jackson apprezzo. 
Se la famosa trilogia precedente aveva infiammato gli animi con il suo misto tra fiaba e epica, con la spettacolarità e la grandiosità dei Kolossal targati Hollywood, con emozioni negative e positive filtrate attraverso la superiore lotta tra bene e male, capaci di rendere magnanimi (nel senso letterale) anche gli antagonisti, qui è tutto diverso: la dimensione è più umana, la trama di gelosie, dispetti, simpatie, aiuti è inserita nella rete di un viaggio finalizzato a recuperare, prima che una corona, un tesoro immenso. Non mancano momenti di livello più alto e sicuramente ce ne aspetteranno di più nella terza parte con la Guerra dei Cinque Eserciti ma, nulla da fare, siamo su un altro piano e persino i saggi ed eterei Elfi cadono dal piedistallo, con Tauriel, che rinuncia a inseguire il nemico per trasformarsi in una moderna e ridicola versione di santona guaritrice, e Thranduil, che porge il calumet della pace a Thorin non per un nobile sentire ma per il desiderio di diamanti.
Il clima emotivo, di conseguenza, è diverso: le tenebre di Sauron dominano Il Signore degli Anelli e le morti si accumulano (e che morti eroiche, pensiamo a Boromir per un esempio su tutti!!) le vite cambiano irremediabilmente con ferite fisiche, come il dito amputato di Frodo, e dell'anima, Frodo non può più a tornare a essere lo spensierato e allegro hobbit che era partito dalla Contea, non c'è spazio per sognare il futuro, man mano che la storia prosegue avvertiamo anche noi il male che avanza, i colori stessi si scuriscono; ne Lo Hobbit non manca una certa gioia di vivere con momenti decisamente più umoristici e scene quasi goliardiche, soprattutto nella prima parte.
Il ritmo è lento, macchinoso quasi e più adatto a un libro che a una pellicola cinematografica, ma sostalziamente piacevole, se si ha l'intelligenza di abbandonarsi alla visione senza aspettattive grandiose da nostalgici della precedente saga.
Un film di quasi tre ore senza un personaggio femminile è un azzardo che Jackson non ha voluto correre e ha osato, poi, molto di più, inventando l'Elfa silvana Tauriel e rendendola oggetto di un amore non ricambiato da parte, niente di meno che, di Legolas!! Un Orlando Bloom più maschio rispetto al suo futuro torna in scena per un'aggiunta, da me poco gradita, alla storia. Tauriel snobba il principesco Elfo e gli preferisce un nano, Kili, molto carino e gentile d'animo, ma comunque un nano, tradizionale nemico degli Elfi. In questo triangolo, il quale, piaccia o meno, ha già diviso gli spettatori in tifoserie opposte, la figura meno interessante è proprio quella della donna, priva di un certo spessore e piuttosto inutile.
Adesso rendiamo omaggio al protagonista di questo secondo film: il drago Smaug. Di draghi e creature fantastiche ormai abbondano gli schermi da circa quindici anni ma Smaug passa bene la prova, presentandosi con un'estetica che a me è piaciuta per non essere eccessiva ma nello stesso tempo imponente. Certo il doppiaggio non aiuta: la voce è quella di un perfettino primo della classe più che di un feroce drago che terrorizza da molti anni le terre vicine ma l'ossimoro risulta in sé umoristico e tutto sommato non è riuscito proprio male.
Bilbo Baggins, vero protagonista della storia, prosegue il suo percorso di formazione ed è diventato molto coraggioso, sempre accompagnato da una certa comicità, che caratterizza gli hobbit anche involontariamente.
Personalmente ho apprezzato molto Thorin Scododiquercia sia per come Richard Armitage ne ha reso l'arroganza, l'orgoglio ferito, la natura sospesa tra nobiltà e interesse privato sia per una certa fisicità davvero niente male, la migliore a mio gusto.
Infine parliamo di questo famoso 3D: non mi piace. La resa non è per nulla nitida, l'effetto non è realistico ma sfocato, mi sono persino pulita un paio di volte gli occhiali convinta che le lenti fossero sporche. Ci sono stati momenti in cui la proiezione era talmente rovinata che sembrava un disegno mal riuscito, ma questo, ovviamente, è un giudizio del tutto personale.
Vi lascio con il trailer ufficiale, preso dal canale Warner Bros, Italia su Youtube.  


 

 
 
 
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