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DIDATTICA E NT

WEBLOG DI NUOVE TECNOLOGIE PER L'APPRENDIMENTO E L'INTEGRAZIONE SCOLASTICA (di Carmine De Fusco)

 

 

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NT e Disturbi Specifici di Apprendimento

Post n°5 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da cadefu0

A cosa ci riferiamo quando parliamo di DSA?

Ci riferiamo prevalentemente alla dislessia che è associata, per la maggior parte delle volte, alla disortografia, molto spesso alla discalculia ed eventualmente alla disgrafia. (Clicca sulla mappa per ingrandirla)

Questo significa che il ragazzo/a ha un disturbo settoriale nella lettura-scrittura ma è privo di qualsiasi altro tipo di disturbo quindi, spesso è intelligente, non ha disturbi di tipo sensoriale/neurologico e soprattutto presenta queste difficoltà nonostante abbia avuto delle normali opportunità scolastiche, come quelle dei suoi compagni.

Quanto incidono questi disturbi sulla popolazione scolastica?

Le stime statistiche ( non ci sono dati completi e precisi) attualmente (2008) dicono che questa condizione interessa 1 ragazzo/a ogni 30 perciò per gli insegnanti è molto facile incontrare un alunno che presenta questo tipo di disturbo. Anche se c’è da dire che, spesso non hanno, per vari motivi, la certificazione di handicap.

La disortografia è esattamente la stessa cosa rivolta all’ortografia, quindi si tratta di un disturbo settoriale della scrittura in un alunno che non ha altri tipi di problemi, cioè può accedere a qualsiasi tipo di informazione perché il suo stato generale glielo permetta. Ribadisco che generalmente sono ragazzi intelligenti, talvolta anche oltre la norma. Gli errori tipici che si trovano sia nella scrittura che nella lettura sono dovuti a una somiglianza fonetica o a una somiglianza morfologica, perciò confondono i suoni che si articolano in modo molto simile: d-t, v-f, b-p; o hanno form simile: m-n, …

Gli stessi errori caratteristici, tipici, soprattutto nella scrittura sono omissioni o aggiunte. Poi ogni ragazzo è una persona a sé stante, e presenta aspetti tipici della disortografia.

L’ultimo aspetto che può essere associato ai DSA è quello della discalculia evolutiva, una difficoltà non legata al problem solving, perché ci riferiamo generalmente a ragazzi con capacità di collegamento tra i concetti e in grado di individuare procedimenti risolutivi, ma a tutte quelle abilità automatiche del calcolo: fondamentalmente tabelline e algoritmi aritmetici.

In definitiva abbiamo una lettura stentata, che determina un accesso difficoltoso alle informazioni; difficoltà ortografiche nella scrittura che, a volte, sono anche associate a disgrafia quindi a un cattivo tratto motorio; difficoltà nell’apprendimento delle tabelline ed eventualmente negli algoritmi del calcolo. Invece rispetto ai loro coetanei non hanno difficoltà di ragionamento, non hanno difficoltà nella comprensione del testo, laddove riescono a leggerlo, e questo è importante nell’utilizzo delle NT; non hanno difficoltà a comprendere le spiegazioni orali e non hanno difficoltà di tipo sociale.

Un altro aspetto da sottolineare è che la dislessia non è una malattia: è una disabilità di origine neurobiologica; perciò attraverso l’abilitazione o la riabilitazione che coinvolge i sanitari, la scuola e la famiglia non è possibile eliminare il problema ma si possono ridurre i suoi effetti funzionali.

Le tipologie di intervento sia in ambito sanitario, sia a scuola che in famiglia sono di tre tipi:

1.      intervento preventivo

2.      intervento abilitativo

3.      intervento compensativo

Ma quando utilizzare le NT?

Nell’ambito dei disturbi di apprendimento possono essere utilizzate in due momenti diversi:

§        per abilitare ed allenare tutte quelle funzioni, quegli automatismi, che il ragazzo trova difficoltosi;

§        nell’istruzione come strumento di tipo compensativo, uno strumento cioè che aggira le difficoltà e che mette l’alunno nella possibilità di accedere alle informazioni, di risolvere un compito.

Quali sono gli obiettivi? Sono la costruzione delle abilità, la loro automatizzazione, quello che noi facciamo normalmente a scuola e soprattutto lo sviluppo di strategie per la lettura, la scrittura e il calcolo. A questo scopo l’importanza del PC è ormai universalmente riconosciuta. Bisogna essere autonomi almeno nei compiti e questo è molto legato anche alla propria autostima: bisogna farlo sentire capace di svolgere un determinato compito. Il PC è, per costruzione, veloce in molti compiti, memorizza grandi quantità di dati che diventano facilmente reperibili, si limita ad applicare molte regole in maniera veloce e corretta.

I ragazzi con DSA sono lenti perché non hanno automatizzato dei processi e, anche per questo, rileggono poco o niente i prodotti che hanno elaborato: hanno difficoltà, sono stanchi. Il PC offre un aiuto insostituibile anche nella facilità di rilettura e nella correzione.

Quindi è facilmente intuibile quanto un PC e le sue periferiche possano compensare le difficoltà dei ragazzi con DSA. Loro sono lenti, il PC è veloce. Loro hanno difficoltà nella memoria di lavoro, il PC ha un’enorme capacità di memoria. Loro hanno difficoltà nel calcolo, il PC può eseguire correttamente migliaia di operazioni al secondo. Loro compiono molti errori ortografici, il programma di videoscrittura (word processor) ha un correttore ortografico per segnalare gli errori e sottoporli a correzione. Loro possono avere difficoltà grafico-motorie (disgrafia), il PC permette di scegliere e restituisce vari tipi di caratteri e vari aspetti grafici, quelli che al ragazzo appaiono più accattivanti, esteticamente più belli.

Qual è il kit tecnologico di base necessario per un ragazzo dislessico o con una diagnosi generale di DSA?

Sicuramente tra i vari tipi di PC è meglio un portatile. Esiste un progetto dell’Associazione Italiana Dislessia: “Progetto computer sul banco”. A volte non tutti (insegnanti, ragazzi, genitori) sono convinti dell’utilità del PC e ne accettano l’uso in classe, ma si tratta di un progetto, di un’opportunità importante soprattutto in considerazione dei software oggi disponibili. È indispensabile uno scanner, in particolare va abbinato ad un software OCR, per il riconoscimento dei caratteri grafici. Nella scuola superiore può essere molto utile uno scanner a penna che consente di selezionare da un libro e inserire in un file solo alcune frasi, le parti più importanti. Le cuffie sono particolarmente utili sia in aula sia in laboratorio quando l’audio non deve disturbare i compagni e l’insegnante. Se è da solo o in un piccolo gruppo dove i componenti presentano comunque delle difficoltà, si possono usare gli altoparlanti.

Il microfono, abbinato ad alcuni programmi, in un ambiente silenzioso, consente di dettare ciò che al PC poi compare scritto sul monitor.

La scelta dei software è diversa per coloro che lavorano con l’obiettivo della riabilitazione oppure con quello della compensazione. Per scegliere il software adatto è indispensabile avere ben chiaro cosa si vuole andare ad allenare. Se un ragazzo ha questo tipo di difficoltà si devono provare i potenziali programmi, a scuola, a casa, al CTS di Torino, all’AREA. Dopo averli provati col ragazzo si può pensare ad una scelta. Una scelta di questo tipo richiede tempo e impegno dell’insegnante oltre che del ragazzo e della famiglia ma si tratta di una scelta razionale, mirata, consapevole, condivisa con l’alunno.

Altri esempi di programmi riabilitativi si possono trovare fra i prodotti della Anastasis o della Erickson che hanno come consulenti linguisti e specialisti nella riabilitazione logopedica, quindi offrono una certa affidabilità. Ci sono giochi sulla lettura veloce, sulle difficoltà ortografiche, e se un ragazzo con il materiale cartaceo dopo dieci minuti magari dice basta, con il computer dopo mezz’ora dice ancora!

Con il computer c’è la possibilità di lavorare in modo molto più preciso e sicuramente in modo molto più motivante per l’alunno. Ad esempio ne “Il pescatore” si lavora partendo dall’analisi fonologica, dalle basi di identificazione dei fonemi e si arriva poi, in un secondo momento, alla pesca di lettere giuste da inserire in una parola o a parole da inserire in una intera frase.

Un altro programma molto importante per i dislessici è il “Tachistoscopio”: si tratta di un software di lettura veloce che stimola la via visiva immediata (il “colpo d’occhio”) che utilizziamo riconoscendo una serie di parole quasi mnemonicamente. In pratica al ragazzo vengono presentate una serie di parole con una certa velocità, in genere di poco superiore alle sue capacità. Ad esempio se legge 1,2 sillabe al secondo, si tara il programma tachistoscopico in modo lievemente più veloce (ad esempio su 1,1 sillabe al secondo di media) in modo da allenare e sviluppare ulteriormente questa sua capacità.

Cloze” invece è un programma, definito anche “testo bucato”, che stimola la capacità di riconoscere delle congruenze testuali e l’abilità di inserire negli spazi liberi i termini appropriati. In pratica il ragazzo “legge”, immagina quello che non c’è scritto (e che dovrebbe esserci) attraverso una serie di associazioni cognitive e linguistiche. Serve a stimolare e potenziare le capacità cognitive e linguistiche dell’alunno.

 

Alcuni software compensativi

Sono quelli che vengono utilizzati dal ragazzo non per lavorare sull’abilitazione o la riabilitazione di funzioni compromesse dalla disabilità ma per metterlo nella condizione di poter raggiungere tutte le informazioni che gli sono necessarie. Quali sono?

I principali software di questo tipo sono la sintesi vocale, il libro con audiocassetta, il libro parlato, il riconoscitore vocale, le enciclopedie multimediali, il supermario, ecc. Qual è il loro scopo? Tutti hanno un obiettivo fondamentale: trasformare il libro cartaceo in libro digitale oppure in libro parlato (audiolibro, vedi link a “fantasticamente della RAI e ascoltare alcuni esempi con le cuffie, dare una scheda).

Perché questa trasformazione?

Non solo per far accedere il ragazzo all’informazione, come si diceva fino ad alcuni anni fa. Oggi ci sono già diverse esperienze con questi alunni con disabilità e si è constatato che più vanno avanti nella scolarità e più hanno difficoltà anche di esposizione orale, non giustificata dalla disabilità stessa! Ma è dovuta al fatto che sono grandissimi uditori del linguaggio verbale e mancano di cose fondamentali presenti in un testo: l’organizzazione e i collegamenti. Perciò rimangono dei “buchi” nella crescita e nello sviluppo del linguaggio. Si espone solo quello che si è acquisito come linguaggio verbale.

Quando sono stati utilizzati i primi strumenti compensativi si è pensato subito agli aspetti legati allo studio, ma queste  “facilitazioni” hanno fatto nascere la voglia di interessarsi e leggere anche cose non prettamente scolastiche: oggi per rapportarsi con molti di loro è necessario aver letto libri come “Harry Potter”, altrimenti si è fuori dal loro giro sociale. Oggi possiamo compensare un po’ questo nostro deficit con la visione dei corrispondenti film.

Per quanto riguarda la sintesi vocale per i ragazzi dislessici, al software che la gestisce dovrebbero essere associati i comandi con la possibilità di tornare indietro, andare avanti, ecc. con l’audio. Esattamente come facciamo noi mentre leggiamo: pensiamo ad altro oppure non abbiamo capito qualcosa e poi dobbiamo tornare indietro per rivedere, loro devono riascoltare ciò che non hanno capito.

Un altro strumento è il libro con audiocassetta (una volta), con CD, DVD. Quindi testi raccontati da un attore, un lettore, un giornalista, un insegnante.

 

Le “supermappe” sono un software, un programma che stimola il ragazzo allo studio e all’esposizione attraverso una serie di relazioni tra concetti. Questi programmi consentono di realizzare schemi, diagrammi di flusso, una serie di concetti chiave inseriti in determinate forme che facilitano la memorizzazione, la rielaborazione e l’esposizione orale (Costruire un esempio di mappa concettuale). Riguardano tutte le discipline e possono essere anche molto complesse.

 

Uno strumento che ormai è diventato quasi indispensabile per i dislessici gravi, nello studio, è Carlo II (secondo): un insieme di applicazioni raggruppate in un’interfaccia.

Carlo II permette, attraverso una sintesi vocale, di creare una modalità di ascolto. Il ragazzo scannerizza mediante un sistema OCR qualsiasi testo: Harry Potter, brani da studiare, … dopodiché c’è la sintesi vocale, ormai molto gradevole da ascoltare (ad esempio quella di Loquendo in cui i narratori non hanno una voce metallica ma quasi naturale) che racconta il testo. Lo stesso testo viene anche visualizzato sullo schermo del PC in modo che l’alunno abbia anche la possibilità di seguirlo in modalità visiva.

Per quanto riguarda la scrittura, Carlo II ha un programma di correzione ortografica. Attraverso una rubrica (glossario), creata sul singolo ragazzo, Carlo II può attivare un suggerimento lessicale e le parole presenti nel glossario sono quelle che l’alunno sbaglia più frequentemente. È un programma che riesce a dare quella completa autonomia di cui il ragazzo necessita (sempre che abbia voglia di leggere e/o studiare).

Il testo può anche essere trasformato in forma audio MP3 che può essere ascoltato senza vincoli di orario e di luogo, anche in vacanza o in viaggio con un lettore MP3 o un Ipod (più costoso). Il kit necessario è costituito da uno scanner con OCR e dal programma Carlo II. Ma, volendo chiunque può registrare in MP3 avendo solo un lettore, solo che richiede molto più tempo però dal punto di vista didattico è più efficace: consente un apprendimento maggiore e duraturo.

In conclusione esistono quindi una serie di possibilità: Internet, Carlo II, le mappe, il racconto audio, le enciclopedie multimediali, i programmi specifici.

Esistono anche altre misure compensative: la calcolatrice, il superquaderno (programma), ecc. I programmi compensativi devono essere considerati dei mediatori didattici: non risolvono il problema ma fanno sì che l’alunno acceda a tutte le informazioni (come qualsiasi altro studente, solo che i tempi sono più lunghi, dilatati) in completa autonomia.

 

Alcuni siti di riferimento:

http://www.libroparlato.org

http://www.dislessia.it

http://www.campusdislessia.it

http://www.carlomobile.it

http://www.dislessia.anastasis.it

http://www.ivana.it

Carmine De Fusco, Venaria, luglio 2008.

(Clicca sull'immagine in alto a destra per ingrandirla)

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ALCUNE LETTURE CONSIGLIATE

“Chi legge i libri come si stanno ad ascoltare gli amici, vedrà come essi gli sveleranno i loro tesori e diventeranno per lui un intimo possesso. Quello che egli legge non scivolerà via né andrà perduto, ma al contrario gli rimarrà e gli apparterrà, lo allieterà e lo consolerà come soltanto gli amici sanno fare”. Hermann Hesse (1877-1962) Premio Nobel per la letteratura nel 1946.

Versioni digitali di alcuni volumi, liberamente scaricabili.
Peroni, Grandi, Staffa, Berton
Dislessia - Come utilizzare al meglio le nuove tecnologie con i Disturbi Specifici dell'Apprendimento  VI Edizione - 2010

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"Ritardo Mentale - Come utilizzare al meglio le nuove tecnologie con i disturbi cognitivi" I Edizione

Contardi, Piochi, Pertichino
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                                               M. Meloni, N. Galvan, N. Sponza, D. Sola “Dislessia: strumenti compensativi” A cura della Associazione Italiana Dislessia, Editore Libri liberi;  15 euro

 

Meloni M., Sponza N., Galvan N., Grandi L., Staffa N., Valente M.C. “Dislessia: attività di recupero” A cura della Associazione Italiana Dislessia, Editore Libri liberi;  15 euro

 

A cura di Claudia Cappa “Manuale di sopravvivenza” Editore: Coop Editrice Consumatori;  10 euro

 

 

ALCUNI TESTI DI RIFERIMENTO SULLE NT DIDATTICHE

prova
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Bruschi B. e Carbotti S. "I.Pad"Aracne 2012, Roma

Calvani A. e Rotta M. “Fare formazione in Internet”  Erickson, 2003

Calvani A. “Che cos’è la tecnologia dell’educazione” Carocci, 2004

Calvani A. “Educazione, comunicazione e nuovi media” Utet 2001

Caravita S. (a cura di, 2003) “Simulazioni e ambienti virtuali nella didattica e nella formazione” Erickson

Galliani L. Costa R. Varisco B.M. (1999) “Le tecnologie didattiche” Pensa Multimedia

Maragliano R. (a cura di, 2004) “ pedagogie dell’e-learning” Laterza

Ranieri M. “E-learning: modelli e strategie didattiche”, Erickson, 2005

Trentin G. “Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze. Ruolo, dinamiche e tecnologie delle comunità professionali online” Franco Angeli, 2004 

 

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