Creato da thebest980 il 18/04/2009
 

Fantasy blog

Racconti di fantasia e altro - Laboratorio scrittura creativa - SCUOLA MEDIA STATALE G. ARCOLEO - CALTAGIRONE - PROF.SSA M. CASTAGNA

 

 

La voce dell'innocenza

Post n°65 pubblicato il 02 Giugno 2010 da thebest980
 

Non avevo mai creduto che il razzismo esistesse anche fra i bambini. Era un’idea che mi metteva tristezza! Come poteva essere possibile? Come PUO’ essere possibile?

Ecco ciò che mi è successo:

Ero appena arrivato a Roma; io e la mia famiglia ci eravamo trasferiti lì dal Kenya. Ero felice, perché avrei fatto nuove amicizie anche se i miei vecchi amici (Chanel e Boris) mi sarebbero mancati. Arrivai nella capitale italiana il quindici marzo alle ore otto e quindici del mattino. Clima: per niente arido e secco. Popolazione: ampia e piena di persone vestite in modo … strano, o forse solo diverso dal mio. Sguardi: fissi su di me, mia madre e mio padre. Perché? Sapevo che avrei incontrato dei bianchi, mentre loro non avevano mai visto un bambino nero? Una famiglia differente dalle loro?

Atìna, la mia mamma, mi accompagnò a scuola. Parlò con la maestra fuori dalla classe ed io nel frattempo entrai per conoscere i miei compagni. Camminai verso il primo banco (c’era un posto libero). Tutti iniziarono a sussurrare “Matt, Matt”, rivolgendosi al bambino accanto al quale avrei voluto sedere, ma lui mi sorrideva maliziosamente. Era biondo, occhi azzurri, cicciottello, guance rosse come quelle di un neonato. Stavo per sedermi ma Matt poggiò i piedi proprio dove stavo per prendere posto e tutti risero, con quella stessa malizia. Ero solo un bambino!

Rientrò in classe l’insegnante che placò le risate e mi chiese dolcemente di prendere posto accanto a Rita. Rita era carina: ricciolina, occhi verdi, paffutella. Sorrideva ma, a differenza degli altri, in modo normale come anch’io spesso facevo. Sembrava che stesse per dirmi qualcosa, quando Chiara le disse: -<< Se gli parli non sono più tua amica!>>.

Feci finta di non aver sentito, volevo essere amico di Rita ! -<<Ciao, mi chiamo Tybalt!>>Dissi.

Silenzio. Non aprì bocca . -<<Sei Rita, giusto?>>.

Ancora silenzio.

Ero curioso di sentire la sua voce, di sapere se aveva sette anni come me o se doveva ancora compierli. Niente. Non parlava, ma i suoi occhi mi dissero  tutt' altro!

All’uscita della scuola, poggiai il mio zainetto su una panchina. Sapevo che mio padre (che si trovava al lavoro) non sarebbe arrivato prima di mezz’ora, quindi iniziai a sgranocchiare un toast. Non c’erano toast nel mio paese, non ne avevo mai mangiato uno.

Uscirono da scuola  due ragazze, molto più grandi di me (forse di terza media o primo superiore). Tempo dopo, scoprii che si chiamavano Sarah e Jessica Forges; gemelle. Quel giorno anche loro mi sorrisero con malizia. Una mi accarezzò i capelli, poi iniziò a tirarmeli, a strapparli con forza e ridendo sguaiatamente. L’altra prese il mio zainetto, lo schiacciò saltandoci sopra e dopo lo lanciò lontano. Urlai, perché mi sembrò l’unica cosa che potessi fare. Caddi per terra in ginocchio, fin quando quella che prima mi tirava i capelli mi afferrò per le braccia, in modo brusco, come volesse strapparmele, e mi fece alzare. -<<Nero, brutto nero, torna al tuo paese!>> Gridava  una.

-<< Già, così impari a venire dove non sei gradito!>>Gridava l’altra.

Ridevano, ridevano e io piangevo. -<< Ha anche le lacrime nere!>>Disse quella che identificai con il nome di Jessica. Mi faceva male la testa, non sentivo più le mie povere braccia e come se non bastasse …  mi spinsero in avanti, non prevedendo che non mi sarei tenuto perché mi facevano male le braccia e le mani a causa loro! Così andai a sbattere la testa, ancora dolorante, contro lo spigolo della panchina, su cui ero seduto poco prima a mangiare beatamente un toast nell’attesa di mio papà.

.................

In ospedale. Non c’ero mai stato. Pareti bianche, letto bianco, coperte bianche, visi neri.  Riconobbi in quei visi, mia madre e mio padre.

Erano preoccupati; la mia mamma piangeva e mi baciava la mano, stretta fra le sue. Vedevo ancora tutto sfocato intorno a me. Poi entrò un’infermiera: l’unica cosa ad essermi simpatica in lei, erano i capelli neri!    Parlò ai miei con viso serio; poi scosse la testa, come per dire “NO”. Allora anche mio papà iniziò a piangere, mi si avvicinò e

mi diede un bacio sulla fronte.

-<< Torniamo presto, ora riposa!>> Mi disse. Si era sforzato di sorridermi, nonostante piangesse ancora. Chiusi gli occhi.

Sentii la porta sbattere ed era entrata una bambina; quei riccioli, quegli occhi verdi … mi suggerirono che   era … Rita! Prese posto sul letto, accanto alle mie gambe. Mi diede un bigliettino sul quale lessi “Scusami Tybalt!”. Sorrisi e la guardai in volto: non era felice come avrebbe dovuto essere una bambina di seconda elementare! Infatti, era triste ed una lacrima scendeva  sul suo viso. Le chiesi come mai piangesse, sperando che finalmente mi avrebbe rivolto la parola ma invece, si alzò e prese la cartella clinica che poco prima aveva lasciato l’infermiera. Era indecisa: non sapeva se darmela oppure no. Allungai la mano e lei me la porse gentilmente. “TRAUMA

CRANICO” lessi. “GRAVE”.

Rita scoppiò a piangere e gettò lacrime che prima aveva trattenuto, ma io sorridevo ancora.

-<<Prima di morire, posso esprimere un desiderio?>>.

Lei annuì.

-<< Fammi sentire … la tua voce! Fammi sentire com’è la voce di una bambina che non disprezza i neri, per favore!>>.

Era sorpresa, perché forse non si aspettava che le chiedessi questo. Poi parlò:

-<<Ciao Tybalt! Sono Rita, ho sei anni e mezzo. TI VOGLIO BENE e … non voglio che muori!>>. Disse la mia amica. Mi abbracciò e continuò  a piangere fino alla fine.

Dopo di lei, entrarono Sarah e Jessica. Mi chiesero scusa, le perdonai; ma loro avrebbero avuto una vita dinanzi a loro. IO NO!

RAZZISMO. Strana,strana parola! Ne avevo sempre sentito parlare, ma viverlo in prima persona era stato più che sufficiente per aprirmi gli occhi! Esiste ed esisterà per sempre. Questo è quello che ogni bambino nero come me dovrebbe sapere, perché trovarsi in una situazione come la mia (senza sapere a cosa si sta andando incontro) è bruttissimo!

Quello che mi colpì più di tutto quel giorno fu la voce di Rita.

Dolce, timida, triste, innocente.

Proprio quella che ogni bambino dovrebbe avere !

Non avrei mai dimenticato la voce dell’innocenza!

 

Dalila B. 3° G 

 

 
 
 

Voglia di scrivere, voglia di volare

Post n°64 pubblicato il 01 Giugno 2010 da thebest980
 

                                                  

Il mio risveglio è dolce,

fresco e rilassato.

Guardo al di là della finestra

e vedo … il Sole!

 

Che stella luminosa

illumina il cielo !

E mi sento bene,

sorrido e sospiro!

 

Sono felice,

vado a scuola,

poi torno a casa

e …

 

Inizio a SCRIVERE…

sento nell’aria la freschezza

e la fragranza di una giornata

che è  appena finita!

 

Ed è solo in quel momento,

solo nel momento esatto in cui

prendo la penna fra le dita

e poggio la punta sul foglio

che mi sento COMPLETA!

 

Se non lo facessi

impazzirei:

se non scrivessi

morirei!

 

Perché è parte di me

Tanto

quanto può esserlo

il mio cuore!

 

Potrei sopravvivere

su un’isola deserta

senza acqua

né cibo,

l’importante

sarebbe avere

con me,

una penna …

 

Scriverei sulle foglie,

sulle pietre, perfino su un foglio di terra bruciata dal sole !

Perché ho bisogno di scrivere sempre

e per sempre ne avrò!

 

    

Dalila B. 3° G 

 
 
 

L'ambiente : un' isola di speranza in un mare di uniformità

Post n°63 pubblicato il 28 Maggio 2010 da thebest980
 

 

A parer mio, l’ambiente è il primo punto fondamentale che ci permette di vivere. Niente ambiente, niente ossigeno. E niente ossigeno, niente vita! A volte non ci rendiamo conto dell’importanza che per noi costituisce, ma è fondamentale per la sopravvivenza della nostra specie e DELLE ALTRE! Che possono dire gli animali? Per colpa nostra e di tutto quello che cerchiamo di fare per migliorare le nostre vite (anche se in realtà le danneggiamo), gli animali muoiono. Non possono adattarsi all’ambiente sporco ed inquinato!  LORO non fanno niente per danneggiare la nostra ancora di salvezza! Eppure pagano; paghiamo tutti per errori  che potremmo benissimo evitare!

                                           

    C’è un parco vicino casa mia. Non ci va mai nessuno perché è nascosto dietro delle abitazioni (fra cui la mia) e quando vado lì (per leggere,studiare o magari solo per respirare), sento il profumo di orchidee e rose, un profumo non troppo forte, ma al punto giusto! E’ un posto magnifico, pieno di alberi verdi e rigogliosi. Ed io mi sento... bene! Non bene come si può stare in casa propria, non bene come si può stare con gli amici. Ma bene perché … non lo so! Non so descrivere le mie emozioni, è un dato di fatto! Però posso provarci …                                                          Entro in quel parco, i miei polmoni si riempiono di aria fresca, pulita! Sono felice di incontrare gli alberi e loro sembrano altrettanto felici della  mia presenza. Mi sorridono come … un malato quando riceve la sua prima visita; come un cieco quando  vede il sole per la prima volta; come una donna di fronte al suo primo amore. Quando mi trovo lì, inizio a girovagare con la mente e c’è talmente tanto silenzio che i miei pensieri si perdono nell’aria che mi circonda, li sento più forti! Ed inizio a sperare …                                                                                                            E’ così : l’ambiente è un’isola di speranza in un mare di uniformità! Non dovremmo danneggiarlo, perché così facendo danneggiamo noi stessi e tutti gli altri esseri viventi.  Provochiamo la loro e la nostra estinzione e quando un giorno i nostri figli, nipoti e pronipoti  vivranno in un mondo inqunato, che non gli permetterà di stare in salute, la colpa sarà solo nostra e credo che sia meglio pensarci adesso, prima che sia troppo tardi. Iniziamo a riflettere partendo da un solo punto:  L’AMBIENTE E’ SPERANZA…

Ddlila B. 3° G

 
 
 

Utopia : la mia formula magica per la Pace nel mondo

Post n°60 pubblicato il 21 Maggio 2010 da thebest980
 

Cinque parole, solo cinque parole possono rendere tutti gli uomini senza alcuna distinzione di pelle,cultura e religione, uomini uguali e realmente felici; uomini liberi di vivere in un mondo dove c'è una sola distinzione: il carattere.

La mia formula magica è UTOPIA, che è formata da cinque parole...

U come UGUAGLIANZA: non dobbiamo lasciarci sopraffare dal colore della nostra pelle e da quello degli altri, dalle religioni che professiamo, dalle culture diverse che abbiamo, dai modi differenti in cui viviamo. Siamo tutti uguali!

T come TOLLERANZA: se si tollera qualcuno, diventa sopportabile e piano piano ti abitui a tollerare quel qualcuno sempre! Quindi...perchè non accettare una banale differenza fisica ed imparare ad amare non solo chi  è simile a noi?

O come ONESTA': onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità; tutti noi siamo capaci di farlo?

I come INTEGRAZIONE: se fossimo capaci di integrarci, gli uni con gli altri, non ci sarebbero guerre e disgrazie e altri mali in genere! Esisterebbbe la Pace!!!

A come AMORE: cosa sarebbe il mondo se non ci fosse l'amore? Cosa sarebbe? Il problema è il tipo di amore: dobbiamo amare tutti indistintamente e dobbiamo essere in grado di donare amore e riceverlo.La parola forse più importante...l'AMORE!!!

E la P? La P rappresenta l'unità dei cinque valori, unità che deve consolidarsi nel PENSIERO di ogni uomo.

Quindi ecco la mia formula magica: EQUALITY (uguaglianza) TOLERANCE (tolleranza) EHRLICHKEIT (onestà) التكامل (integrazione) AMOR (amore)!

Solo così l'utopia di un mondo di PACE sarà realizzabile!!!                  

Dalila B. -3° G

 
 
 

Una stella per Ilaria

Post n°59 pubblicato il 20 Maggio 2010 da thebest980
 

 

Nella lotta per la pace FAVIL ci aiuta: è una stella a cinque punte, che ci guida, ci dà la forza per continuare, non ci abbandona mai e ci sostiene.

Favil è:

1.Fantasia: l'unico strumento che ci permette di sperare di ottenere la pace nel mondo . Non poter fantasticare e navigare nella nostra fantasia, sarebbe un danno alla nostra persona perchè ci offuscherebbe la visione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.

2.Amore: sentimento che ci fa strada nei sentieri più tortuosi e che ci aiuta a trovare qualcuno che  rimanga accanto a noi. Come si potrebbe vivere senza amore? Sarebbe impossibile non poter condividere dei sentimenti con qualcuno di veramente importante!

3.Verità: un mondo pieno di bugie non sarebbe un mondo reale, perchè non si potrebbe vivere nella menzogna, in quanto non riusciremmo più a distaccarci da quella falsa verità che  nega i nostri diritti e la nostra  libertà.

4.Idea: l'idea di cambiare il mondo, che viene sostenuta dalla speranza, dal desiderio di avere un mondo giusto e corretto.

5.Libertà: la libertà personale, diritto fondamentale dell'uomo; è giusto lottare per i propri princìpi, per difendere qualcosa di veramente importante.

Spero che questa stella un giorno esista davvero, sia visibile a tutti perchè la considero un punto di riferimento per chi lotta per la pace, per la verità e la fine dell'insofferenza! FAVIL sarà la stella più bella e luminosa che esista, perchè alimentata dalla speranza di avere uguaglianza, onestà e il coraggio di continuare!!! Per me Ilaria abita lì....

(dedicato a Ilaria Alpi,giornalista del TG3 RAI ,uccisa a Mogadiscio nel '94 ) 

 

YVONNE G.-3°G

 
 
 

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UN SOGNO E' COME UN MISCROSCOPIO ATTRAVERSO IL QUALE OSSERVIAMO GLI AVVENIMENTI DELLA NOSTRA ANIMA

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LA VITA ED I SOGNI SONO FOGLI DI UNO STESSO LIBRO. LEGGERLI IN ORDINE E' VIVERE, SFOGLIARLI A CASO E' SOGNARE.

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I SOGNI NON SVANISCONO FINCHE' LE PERSONE NON LI ABBANDONANO. HARLOCK

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 
 
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