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ESSERE O NON ESSERE CAVALIERE?

Eh! So io quel che fo. Colle donne? Alla larga. Costei sarebbe una di quelle che potrebbero farmi cascare più delle altre. Quella verità, quella scioltezza di dire, è cosa poco comune. Ha un non so che di estraordinario; ma non per questo mi lascerei innamorare. Per un poco di divertimento, mi fermerei più tosto con questa che con un'altra. Ma per fare all'amore? Per perdere la libertà? Non vi è pericolo. Pazzi, pazzi quelli che s'innamorano delle donne.  

  (il Cavaliere di Ripafratta)

 

VORREI... (MIA POESIA)

"Vorrei essere il sole che ti fa' splendere gli occhi la mattina... Vorrei essere la tazzina di caffè che baci appena sveglia... Vorrei essere l'acqua che dolcemente lava ogni centimetro della tua pelle... Vorrei essere il tempo che scandisce e ti accompagna nelle Tue giornate... Vorrei essere la luna e le stelle che catturano il tuo ultimo sguardo la notte... Vorrei essere felice con te come lo ero un tempo"
(Gian Paolo)
 

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Il gatto nero e le sfighe dell'Inter

Post n°47 pubblicato il 16 Maggio 2008 da Scuro68
 
Tag: sport

Un micio accusato di portare sfortuna e la sfortuna vera che arriva solo dopo la sua morte
La prima pagina di «Libero» con l'omaggio al gatto nero
MILANO - Guai a dire che i gatti neri portano sfortuna. Anzi: lo fanno veramente, ma solo quando si cerca di fare loro del male. E' questa la morale che viene fuori dall'articolo-commento a cui Vittorio Feltri ha deciso di dedicare lo spazio centrale della prima pagina di Libero, nell'edizione di oggi, venerdì 9 maggio.

LO IETTATORE E LA PINETINA - Nel suo intervento il direttore del quotidiano racconta la storia di un micione nero che viveva ad Appiano Gentile, dove ha sede il ritiro dell'Inter. Un gatto innocuo, se non nei pregiudizi che, a quanto si dice, alcuni giocatori avevano nei suoi confronti. Pregiudizi legati alla scaramanzia che classifica i felini dal manto color carbone come portatori di sfortuna.. Secondo quanto riferisce Feltri, alla Pinetina avrebbero fatto di tutto per tentare di allontanarlo, dopo essersi accorti della sua presenza. Nonostante urla e inseguimenti, però, non ci sono mai riusciti. Un brutto giorno, però, il gatto è stato tolto di mezzo. E nel peggiore dei modi: investito e ucciso da Figo con la sua Jeep.

ROVESCIO DI FORTUNA - Ecco allora che arriva il contrappasso: lungi dall'essersi liberati di quello che consideravano uno iettatore, i neroazzurri hanno dovuto solo da quel momento fare i conti con la vera sfortuna, mettendo insieme una serie di sventure che, a chi credeva agli influssi malefici di quel micio, non potranno ora apparire come una semplice coincidenza: proprio Figo alla prima partita che gioca dopo l'uccisione del gatto si infortuna alla gamba e vede finire la sua stagione; la squadra, poi, inizia a mettere insieme risultati non proprio esaltanti fino alla sconfitta di domenica con la Juventus che ha di fatto ridotto a un'inezia il distacco tra i milanesi e la Roma. La conclusione di Feltri è tranchant: «Non era il micio nero che menava sfiga, ma chi lo ha ucciso, lo sfigato Figo». E di conseguenza, «se Figo mi attraversa la strada, mi tocco».

L'ironia di Vittorio Feltri su Libero: lo iettatore era Figo, non il felino

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Il mio mito e il mio più grande Amico. Erano i bellissimi anni '90 quando uno e l'altro erano sorgenti di gioia per me e riflessi di luce in un cielo che pian piano è diventato terso... Mi mancate entrambi

 

MIA POESIA PER AYRTON :


Ciao Ayrton
,
non rivedrò più i tuoi occhi splendere, dopo il tuo ennesimo successo, e sì che tu hai vinto tanto. Non rivedrò più quello sguardo spento, che avevi quel maledetto primo maggio, prima di scattare in testa al Gran Premio della Morte. Non dimenticherò mai le persone che ti hanno ucciso, ma tu eri fatto così ed accettasti il rischio, nessuno poteva sconfiggerti, neanche la pioggia, solo la morte con un inganno meccanico poteva reciderti. Non dimenticherò mai quella tua voce sensibile, la disponibilità e l'altruismo che avevi verso il prossimo, eri un Dio del volante e un simbolo di vita vincente per noi semplici mortali. Non ti dimenticherò  mai Ayrton, sì, forse un giorno la sofferenza e il senso di vuoto che provo ora si attenuerà, ma........... "Tu" per me eri quel fratello che non ho mai avuto, eri la vita, "La mia vita". No! Non mi sentirò solo, perchè ora so che in cielo ci sarà una nuova "stella", che brillerà come splendevano i tuoi occhi e quando udrò e vedrò un aereoplano, penserò : "Questo è Ayrton, finalmente è riuscito a far volare più in alto il suo aereomodello"
(Gian Paolo)
[foto presa da un mio quadro del 1994]

 

 

 
 
 
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