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in cui è proprio la vita ad essere messa in gioco.
Qiesto dovrebbe bastare per un rispetto "sorgivo".
 

gabriella


 

 

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In questo spazio sta per aprirsi un
servizio destinato alle famiglie,
allo scopo di tenere sotto controllo:
- la spesa alimentare 
- i costi per i trasferimenti 
- le spese scolastiche
- la gestione dell'assistenza
- le opportunità di lavoro 
  e tutto quanto potrà essere suggerito
  come utile per la nostra comunità
  di Corciano.
 
  Il blog sarà il veicolo informativo 
  che metterà in contatto domanda e 
  offerta e suggerirà le scelte più 
  convenienti, basandosi sulla ricchezza 
  di informazioni che i lettori sapranno 
  mettere a disposizione.

  Per saperne di più:
  Sel.Corciano@libero.it

 


 

 

 

 

Vendola premiato da Moody’s: «Abbiamo lavorato bene»

Post n°489 pubblicato il 19 Dicembre 2014 da sd.corciano

Puglia. L'agenzia conferma alla Regione il rating Baa2 con outlook stabile. La soddisfazione del governatore

Il governatore pugliese Nichi Vendola

«Siamo estre­ma­mente orgo­gliosi». Nichi Ven­dola, gover­na­tore uscente della regione Puglia esulta dopo la dif­fu­sione da parte dell’agenzia di valu­ta­zione Moody’s dell’aggiornamento della cre­dit opi­nion della Regione Puglia che con­ferma il rating Baa2 con outlook sta­bile, e quindi la posi­zione di cre­di­bi­lità eco­no­mica che la col­loca ai ver­tici fra le regioni ita­liane. È con ogni evi­denza una buona ere­dità da lasciare al suo suc­ces­sore. «L’apprezzamento che ci fa que­sta impor­tante agen­zia in un momento deli­cato come que­sto, alla vigi­lia di un’approvazione di bilan­cio di pre­vi­sione 2015 e all’indomani di ulte­riori tagli annun­ciati dal governo nazio­nale che pen­dono sui conti delle regioni come una man­naia», sot­to­li­nea il lea­der di Sel, «ci con­forta sulle scelte ope­rate. Abbiamo cer­cato di lavo­rare nel migliore dei modi pos­si­bili, nono­stante le poli­ti­che di auste­rity impo­ste da Roma e Bru­xel­les. E i risul­tati che abbiamo otte­nuto attra­verso le nostre scelte, soprat­tutto quelle sani­ta­rie in mate­ria di con­te­ni­mento dei costi dimo­strano la nostra ragione, dan­doci impulso a pro­se­guire nel solco già tracciato»

gz

 

Commenti al Post:
sd.corciano
sd.corciano il 20/12/14 alle 08:41 via WEB
Nonostante l'affidabilità delle agenzie di rating, e di Moody's in particolare, non brilli ultimamente per lungimiranza e specchiatezza, nonostante che Baa2 non sia ai vertici della graduatoria di merito, dobbiamo apprezzare che la Puglia di Vendola sia in cima alle regioni italiane per capacità di far fronte agli impegni e questo non è certo poco, considerati gli scenari economici in cui ci troviamo! Ricordo solamente, per puro masochismo speculativo, che nei primi anni del governo Vendola la stessa Moody's gratificò la Puglia di un A1 e persino Fitto aveva avuto un A2! 
O tempora, o mores!
Gabriella Zamboni

 
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A Corciano la mozione di Sel dice "no" al Ttip - 31 ottobre 2014

Post n°488 pubblicato il 30 Novembre 2014 da sd.corciano



Il Consiglio comunale di Corciano, a grande maggioranza e con il voto compatto e coraggioso del Pd locale in controtendenza rispetto alle indicazioni centrali, ha approvato la mozione, presentata dal consigliere di Sel, Mario Taborchi, che impegna il Comune a promuovere in tutte le sedi il ritiro di questo trattato o la sua non approvazione.

Il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti, indicato dall'acronimo inglese Ttip, è un negoziato che sta avvenendo tra Usa e Ue con l'obbiettivo di eliminare le "barriere non tariffarie", quindi di potenziare la massima libertà di investire delle società.

Questa trattativa sta avvenendo in grande segretezza e al riparo informativo dei media per la portata potenzialmente molto negativa sul piano economico-commerciale,  su quello delle autonomie politiche sovrane, ma soprattutto per la ricaduta nefasta sul nostro stesso stile di vita.
Un tribunale arbitrale, appositamente creato, potrà citare addirittura i governi nazionali e locali in caso di perdita di profitti, avvenuta successivamente a decisioni politiche.
La sanità e l'istruzione potranno passare in mani private e persino transnazionali.
La sicurezza alimentare potrà essere a rischio con l'apertura a carni trattate con ormoni e antibiotici e produzioni con organismi geneticamente modificati.

Il passaggio "trionfale" della mozione nel Consiglio comunale di Corciano, primo in Umbria a sostenere la battaglia contro il Ttip, segnala che la sensibilità delle amministrazioni locali ben può spendersi sui grandi temi di impatto ultra territoriale, anzi deve sempre più sostenere battaglie di così ampio respiro proprio per la specificità che mette questa istituzione come la più vicina al cittadino e ai suoi problemi, certo quelli immediati delle buche nelle strada sotto casa, ma anche quelli delle scelte che avvengono in un altrove nemmeno ben localizzabile, su materie apparentemente altre dalle necessità stringenti, eppure così incidenti sulla pelle e nella carne stessa di ciascuno.

La mozione impegna, quindi, il Comune anche a promuovere la più ampia e capillare informazione perché il principio della condivisione consapevole delle decisioni che ci riguardano possano passare sempre più attraverso il check-in della trasparenza e non mimetizzarsi tra i cespugli spinosi della censura informativa.

Circolo Sel Corciano
gz


 
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"Tsipras due", ovvero del riuso eco-insostenibile

Post n°487 pubblicato il 29 Novembre 2014 da sd.corciano

 

L'anno 2014 inizia con l' appello "L'Europa al bivio", promosso da un gruppo di  intellettuali (tra i primi

Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Guido Viale) alla mobilitazione per le elezioni  europee di maggio, con una lista autonoma, unica, di sinistra, che raggruppa la società civile, le associazioni e le organizzazioni politiche (Azione civile, Rifondazione comunista, Sinistra ecologia libertà, Verdi sudtirolo, Partito pirata e altre)


Propone la fine immediata delle politiche di austerità, imposte dall'Unione europea agli stati membri, che «hanno diviso non solo gli Stati, ma anche i popoli», la lotta alla disoccupazione  e il superamento  delle diseguaglianze imposte da politiche economiche smaccatamente neoliberiste.

 

La lista vede una mobilitazione e un attivismo della base molto intensi e decisamente efficaci, considerata la difficoltà, superata, di raccogliere le 150.000 firme previste dalla legge elettorale, in poco tempo e in tutte le regioni.

La speranza di unire le sinistre e di portare i suoi rappresentanti in Europa è il comune motore propulsore delle forze che si riconoscono in questa lista.

Ci sono 10 punti di programma condivisi, non ci sono leader carismatici da seguire, piuttosto personalità di riferimento e l'indicazione del candidato presidente per la Commissione europea, AlexisTsipras, il leader greco che vuole rifare l'Europa, quello che Der Spiegel ha definito "il nemico numero uno dell'Europa", anche se lui si sente nemico solo della finanza e dei poteri forti e vuole un'Europa sociale e solidale, l'uomo che rappresenta la più concreta alternativa alle politiche d'austerità imposte dalla troika, quindi, non solo quello che guida con grande successo il primo partito greco!

Una cassetta degli attrezzi che più leggera non si può, cui fa da contrappeso la determinazione di esserci in quell' "altra Europa", così ben sintetizzata dai punti del programma.

10 punti, come i comandamenti incisi nelle tavole

 1. Contro la crisi, stop all’austerità, politiche espansive e orari di lavoro ridotti

 2. Una Conferenza sul Debito europeo per fermare la china della depressione

 3. Abolire il Fiscal Compact, tornare alla versione originaria dell’articolo 81 della

     Costituzione

 4. Credito, cambiare i Trattati per cambiare la Bce (e imitare la Federal Reserve Usa)

 5. Un prestito ai Paesi per creare lavoro e garantire l’accesso al credito delle Pmi

 6. Contro la finanza creativa, paletti ai derivati e separazione tra banche di investimento e

     quelle commerciali

 7. Il Fisco da cambiare: Tassa sulle transazioni finanziarie e  lotta all’evasione

 8. Un Piano europeo per l’Occupazione e taglio all’orario di lavoro

 9. All’Europa serve un social compact e una Maastricht dei saperi

10.Aprire l’Europa all’immigrazione e assicurare i diritti base ai migranti


Nel maggio 2014 le elezioni europee  vedono "L'altra Europa con Tsipras" superare lo sbarramento del 4%, fissato per stare  dentro il Parlamento europeo, con appena il 4,03% dei voti validi.


Passa l'estate e già cominciano a scoppiare i primi impulsi separatisti, le defezioni fioccano e sono di peso, le occasioni, certo, ci sono, più o meno rilevanti, ma è già saltata quella prodigiosa volontà di ritrovarsi insieme per far vincere i diritti dei più, a favore della competizione, mai doma a sinistra, di chi è più puro, pur nell'arrembaggio collettivo alla carovana del potere, davvero un po' squalificante da rivedere!


È il momento del gioco delle candidature di facciata, come dire che si aggancia l'elettore con un nome di richiamo e poi, subito dopo il voto, lo si sfila a favore di un altro, roba così poco "altra", per una formazione che si voleva grande, da far gridare all'indecenza.


Arrivano di seguito le esclusioni eccellenti: perché hanno partecipato a manifestazioni politiche ( Valeria Grasso è intervenuta a riunioni politiche di Fratelli d'Italia) o hanno già ricoperto il ruolo per cui si ricandidano ( Sonia Alfano, europarlamentare uscente dell'Italia dei valori ).


Massimo abominio, il ritiro di una candidata di un importante movimento, quando scopre di essere in lista con due candidati di partito (Antonia Battaglia, esponente di spicco di PaceLink, in lista con due dirigenti territoriali pugliesi di Sel, dopo che ha posto come condizione quella di non associare il suo nome a elementi di un partito «che ha continuato a disconoscere le proprie gravi responsabilità» sulla vicenda delle acciaierie Ilva a Taranto.)

Da qui una lettera di informazione a Tsipras, che viene tenuta nascosta ai Garanti, almeno a due di loro, Andrea Camilleri e Paolo Flores D'Arcais, i quali, ca va sans dire, lasciano rumorosamente il progetto per protesta.


È settembre e dal di dentro si muove qualcosa di più strutturato, si pensa che la lista "altra" può ben fare un passaggio elettorale per le imminenti regionali e così cominciano a fiorire in ogni dove i comitati "altri".

Sono spesso a guida giovanile, con quel surplus di entusiasmo e di militanza all'eccesso che riscalda i cuori a vederli dall'esterno, ma lascia sgomenti quando si pensa che si stanno muovendo senza un programma da seguire e nemmeno l'indicazione di inventarselo.

Come ratti in una gabbia skinneriana, si spostano indefinitamente, in tutte le direzioni, senza ordine, per procacciarsi consenso, non si sa come, perché non si sa intorno a che.


Qualcuno, a stretto contatto con le gerarchie subito prontamente funzionanti, a domanda diretta, dice che  i 10 punti europei valgono anche per le regionali, penso solo per chi è abituato a traslare per gli alieni!!!


Altri, compassionevolmente, si espongono a dire che il documento programmatico per "L'altra Umbria", per l'Italia regionale tutta, infine, sta per essere dato alle stampe, a breve, e sarà luce finalmente, anche se il contenuto è assolutamente top secret.


Nell'attesa si raccolgono persone intorno a varie iniziative che girano, quindi, al momento, intorno al ... vuoto,  ma di questi tempi e in politica, si sa,  la magia del far vedere ciò che non c'è, è arte abusatissima e di grande successo!


Ma ecco, è il primo novembre, c'è l'Assemblea regionale e c'è pure il documento!

Non è un'opera corale, come ci si aspetterebbe da chi propugna la costruzione dal basso e il primato delle persone sull'organizzazione.

Reca la firma di Marco Revelli e, per quei pochi che non dovessero conoscerlo, si deve chiarire che è un eccellente studioso di storia e sociologia, uno scrittore prolifico e di successo, collocato da sempre a sinistra e ispiratore della lista Tsipras per le europee, sin dal suo esordio.


Il documento, tanto atteso e strombettato, viene chiamato "bozza" e questo non solo perché è emendabile con il contributo di tutti, ma, come lo stesso autore chiarisce inspiegabilmente nell'introduzione di accompagnamento, perché è imperfetto, lacunoso, non esaustivo, ... tutta una serie di "non" che di solito non ci si aspetta proprio da chi ne è autore ("Non sono le tesi di un nuovo partito", " Non [indica] la nostra identità", "Non [è] il nostro programma (massimo o minimo...)", "è troppo aperto (include troppi)", "è troppo chiuso (esclude troppo)", "è troppo ampio ( tormentone sul renzismo)", "è troppo sbrigativo (manca un programma articolato, c'è poco la complessità delle questioni economiche,... l'ambiente, la politica estera, la guerra).


E in effetti il testo è quasi esclusivamente un'analisi della situazione economico-politica attuale, che ormai domina ogni contesto comunicativo, informativo, fondativo fosse anche per decidere solo di una dieta  da seguire o dei castelli di sabbia  da edificare in riva al mare!


L'analisi è quella solita, chiama in causa tutto il patrimonio di errori dell'ideologia neoliberista e capitalista, fino ad arrivare a chi incarna il peggio, Renzi incluso, ovviamente, anzi il giudizio sul renzismo diventa proprio "la discriminante tra chi sta fuori e chi sta dentro il progetto" e questa polarizzazione antagonista è un déjà vu che certo non porta bene a sinistra, ma che soprattutto non sarà capace di edificare una prospettiva politica di ampio respiro, come un soggetto politico nascente dovrebbe sapersi dare.

Anche l'orizzonte temporale è di corto respiro: il "che fare nei prossimi mesi" ci lascia a bocca asciutta non solo per la rincorsa da compiere in un tempo ridotto, ma anche perché nulla si dice sui metodi d'intervento per superare questa situazione, tranne invocare improvvise soluzioni finali, come affossamenti di troike e arrembaggi all'austerità che lasciano molte perplessità, visto che il contesto di applicazione è quello regionale e non c'è una Merkel nascosta che ci attende al varco in Umbria.


L'Assemblea è piuttosto partecipata, ci sono i vari esponenti dei comitati umbri e si respira aria di entusiasmo, mista però a un non so che di arroganza francamente ingiustificata!

A sinistra arriva per ultima questa lista, non ha mai fatto passaggi elettorali senza il sostegno di altri, il 4,03% è stato portato a casa con la presenza di Sel, di Rifondazione e di tante piccole aggregazioni.

Ciononostante, sembra proprio che tutto sia scivolato in un oblio di comodo e che quindi per diritto divino spetti all' "altra" il compito immane di unire le sinistre.


La cosa traspare oggettivamente chiara quando il Coordinatore regionale di Sel, in fine assemblea, prende la parola e dichiara apertamente la sua appartenenza.

Un mormorio di fastidio, un invito a chiudere quanto prima, un brusio petulante persino davanti alla intelligente proposta di solidarietà fattiva ai lavoratori dell'Ast, avvalendosi dei fondi accantonati dalle banche, sono il sottofondo irrispettoso dell'intervento.


Centrali le domande di Fausto Gentili:

Cosa chiedono a Sel i comitati Tsipras?

Cosa chiedete?  Di aiutarvi nell'attaccare i volantini? Di confluire?

Quale prospettiva volete aprire con noi?

Siamo tutti all'opposizione di Renzi!

Come unire? Che farne dei piccoli partiti?

Dobbiamo scioglierci nel vostro soggetto politico?


L'assemblea con i suoi borbottii e gli ammiccamenti è esplicita.


È un'operazione che tende ad allungare il consenso delle europee, impropriamente ritenuto eccezionale, per cavalcare opportunità, non tutte confessabili, in spazi non necessariamente collettivi.

La sua proposta aggregativa a sinistra si aggiunge ad altre storicamente in campo con lo stesso obbiettivo, frantumando ulteriormente un'area già atomizzata da decenni di "distinguo", contribuendo così solo alla sua ulteriore polverizzazione.


Insomma, "Tsipras due", se non è "la vendetta", come nella tradizione dei più noti sequel hollywoodiani, è "la minaccia" di cui non sentiamo il bisogno!


Gabriella Zamboni

 
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Isola Polvese: a Corciano il Consiglio comunale approva all'unanimità la sua non alienabilità

Post n°486 pubblicato il 24 Novembre 2014 da sd.corciano

 

La notizia è di quelle che ritornano circolarmente, forse per assuefare i cittadini e indurli alla rassegnazione!

Si torna a parlare di alienazione dei beni immobili, facenti parte del patrimonio più prestigioso, storico, artistico, culturale, ambientale e paesaggistico dell’Umbria: Villa Fidelia a Spello, Villa Redenta a Spoleto e Isola Polvese nel lago Trasimeno.

La storia recente dell'isola Polvese non è quella più comune che la fa derivare da un trasferimento dello Stato.

Come ben spiega il sindaco di Magione, Chiodini, “il suo acquisto nel 1973 [ da un privato, il conte Citterio] è stato un atto di grande significato civile e politico.

Come le famiglie contadine si liberavano dalla condizione mezzadrile, acquisendo una parte delle terre padronali, così gli enti locali e i cittadini del lago, con il ritorno alla giurisdizione pubblica dell’isola più grande del Trasimeno, riscattavano uno dei simboli del vecchio latifondo agrario, gestito a esclusivo uso di alcune ricche famiglie, che si alternavano nella proprietà dell’intero bene, al solo scopo di utilizzarlo come riserva di caccia per pochissimi eletti”.

Quindi, una scelta così fortemente e storicamente motivata non può perdonare lo strappo di una dismissione, che nell'urgenza è sempre e solo causata da una ragione contabile: rianimare le casse asfittiche dell’ente e rientrare nell’incombente e minaccioso Patto di Stabilità!                                                   Solo per la dismissione dell’Isola Polvese sono previsti 30 milioni e questo, forse, ha fatto perdere lucidità sia all’ex Presidente Guasticchi, che al suo successore Mismetti, inducendoli a non ricercare più decorose strade alternative.

La prima delibera "alienante" (la n. 97 del 17 marzo 2014, nella quale si approvava uno studio di fattibilità per l’affidamento in concessione a privati per 21 anni) è stata ritirata nel giugno successivo in seguito alle vivaci e persistenti reazioni suscitate dagli addetti ai lavori e dai cittadini più attenti.                               Quella attuale, al suo secondo giro, sta ottenendo lo stesso coraggioso e rigido rifiuto.

Il Consigliere di Sinistra ecologia libertà, Mario Taborchi, ha posto all’Ordine del giorno del Consiglio comunale di Corciano l’avversione alla decisione della Provincia di Perugia di inserire l’Isola Polvese tra i beni alienabili.

Il Consiglio all’unanimità ha votato a favore della sua cancellazione, testimoniando, così, nobilmente, che per i corcianesi vince prepotentemente l’attaccamento alla propria terra su ogni altra istanza di parte.

Una bella prova di sensibilità in momenti di aggregazioni spurie e personalistiche!

Vendere i cosiddetti “gioielli di famiglia”, i beni del patrimonio, accumulati nel tempo col sacrificio di intere generazioni, soluzione alla quale viene facile pensare in periodi di crisi, non risulta essere affatto la scelta migliore.

La svendita della res publica non è l’unica né la più immediata delle soluzioni al problema del debito pubblico. E, anzi, non è affatto detto che sia persino una soluzione.

Intanto, perché, come persino la Cassazione afferma, dopo un’ampia ricognizione costituzionale nel merito dei beni pubblici, il valore trascende quello puramente patrimoniale, si ispira alla centralità della persona e al bene dell’intera collettività, come gli articoli 2, 9, 42 della Costituzione attestano, sottolineando proprio il principio della necessità della tutela della personalità umana anche nell'ambito del "paesaggio".

Poi, perché la dismissione dei beni pubblici con finalità di risanamento del debito e sotto l'urgenza di ottenere immediata liquidità si ispira a criteri tra loro contrastanti, quello della massima “valorizzazione funzionale e ambientale” e l'altro della “semplificazione”, intesa come possibilità di alienazione, con l’intento, quindi, dichiarato di evitare che i beni siano svenduti da parte degli enti locali in stato di dissesto.

Il rischio di una svendita è più probabile, che possibile, quando la mancanza di liquidità spinge a dover cedere velocemente un bene, le entrate saranno verosimilmente inferiori rispetto al valore reale.

Inoltre, ci sarà anche la perdita della sua utilità sociale, perché, proprio per la mancanza diffusa di liquidità, il bene andrà nelle mani di chi i soldi li ha e opererà uno sfruttamento solamente per un vantaggio economico privato, non certo di condivisione solidale pubblica!

L’alienazione deve, quindi essere l’ultima ratio e può essere legittimamente motivata solo quando non si può assolutamente utilizzare il bene a vantaggio della collettività, scelta che deve avvenire con la partecipazione e su proposta dei cittadini tutti, seguendo la normativa che prevede esplicitamente questa presenza di supporto a una decisisone così impegnativa.

In fine, ma non per rilevanza, la cessione del patrimonio pubblico si traduce spesso in una perdita.

I soldi guadagnati non producono ricadute evidenti sulla comunità, vengono destinati solamente al risanamento del debito pubblico, difficilmente per finanziare il lavoro, il welfare, la scuola, una crescita sostenibile, per ridurre le imposte o per finanziare la ripresa economica.

La grande operazione della dismissione di beni di così rilevante valore finisce per essere un vero e proprio assurdo economico, perché, necessariamente, è solo una soluzione temporanea al problema del debito, il quale ritornerà alla ribalta in piena forza tra pochi mesi o tra qualche anno, quando non ci saranno più beni pubblici da porre sul mercato e allora saremo chiamati tutti finalmente a compiere quello sforzo inventivo, esperto, alternativo che solo una corretta volontà di gestione amministrativa sostenibile, misurata e inclusiva può mettere in campo.

Ma per i professionisti del “rimando”, questo non è ancora quel tempo|

Sta a noi, cittadini singoli, organizzati, rappresentanti nelle istituzioni locali, alzare la testa, tenerla dritta e farlo diventare sin da oggi “quel tempo”!.

Sel Circolo di Corciano

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La povertà in Italia
Fonte Istat

Nel 2011 la povertà relativa coinvolge
l’
11,1% 
delle famiglie, quella assoluta 
il 5,2%
Periodo di riferimento: Anno 2011
Diffuso il: martedì 17 luglio 2012

Povertà relativa è difficoltà nella
fruizione di beni e servizi in rapporto 
al livello economico medio dell'ambiente 
o della nazione.

Povertà assoluta è indisponibilità dei 
livelli minimi di sostentamento umano, 
riguardo ai beni essenziali come acqua, 
cibo, indumenti e abitazione.

gz


 

 

Chi l'ha vista ( la Sinistra )?

Fonte: BiDiMedia
Ixè per Agorà
28 novembre 2014 

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Oggi, tempo fa!

  • 1 dicembre 1913 
  • La Ford introduce la prima catena di montaggio
  • riducendo il tempo di assemblaggio di uno chassis 
  • dalle 12 ore e mezza di ottobre a 2 ore e 40 minuti 
  • (anche se Ford non fu il primo a usare la catena di montaggio, 
  • il suo successo diede avvio all'era della produzione di massa)
 


  

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