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  e tutto quanto potrà essere suggerito
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  convenienti, basandosi sulla ricchezza 
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« Il giorno dopoFacebook: Oppure Vendola... »

Partito di-missione?

Post n°464 pubblicato il 11 Marzo 2013 da sd.corciano

 

 

 

La prassi più consumata vuole che non si lasci la più scomoda delle poltrone nemmeno in caso di bisogno fisiologico impellente!

I tempi in cui ci è data la ventura di sopravvivere hanno poi traslato lo stesso principio di permanenza sine fine persino sul più improbabile degli sgabelli, quello a tre piedi, che è quanto di più instabile l'umanità abbia mai inventato.

E più si aggrava la crisi, più si scende nella scala evolutiva del posto a sedere, o di un suo succedaneo simbolo del potere, sino ad arrivare alla difesa strenua del posto ... in piedi!

Noi di Sel, invece, abbiamo vinto un lecca-lecca gigante in questa gara all'incontrario, a lasciare tutto o quasi, nella quale (occorre dirlo!) abbiamo partecipato in isolata solitudine nel panorama politico generale.

Questo il rumore della frustrazione:

"Prendo atto con rammarico che al peggio non c’è mai fine.
Le elezioni non sono andate bene per la sinistra tanto meno per Sel 
Per una struttura come la nostra, giusto o sbagliato che sia, il ruolo 
dei gruppi dirigenti è quello di governare i processi, le relazioni, 
i rapporti, con uno spirito che porti al bene comune piuttosto che
quello  di far prevalere istanze o mire individuali. Penso che noi 
non siamo stati all’altezza della situazione e in modo particolare non lo 
sono stati il Coordinatore regionale e quello provinciale.
Per questo comunico le mie dimissioni dal coordinamento 
provinciale, un organismo ormai svuotato e asettico, ricomincio 
dal territorio e dagli organismi assembleari."

"Vi scrivo per comunicarvi le mie dimissioni dalla segreteria regionale
e da tutti gli organismi dirigenti di Sel Umbria.
Si tratta di una scelta maturata già da molti mesi, ma ufficializzata
solo oggi perché mi sembrava giusto cercare di portare il mio contributo 
personale; in 20 anni di attività politica ho dato tantissimo e ricevuto di 
più, ma sento ora il bisogno di intraprendere altre strade.
La transizione novecentesca ci ha lasciati sconfitti elettoralmente, 
politicamente e culturalmente, e sento l’urgenza di reimparare a 
orientarmi. Credo però che la sconfitta più grande l’abbiamo subita 
sotto il profilo antropologiconon volevamo essere il partito “di Nichi 
Vendola”, e ci siamo ritrovati molto più infelicemente ad essere il 
partito di tanti piccoli comitati elettorali.
E’ un’accusa prima di tutto a me stesso, che in quanto “dirigente” non
ho avuto la forza, la voglia, e la capacità di lavorare alla riuscita del 
nostro progetto;sono certo che sapremo far tesoro degli errori commessi.
Vi ringrazio per l’affetto e la stima che mi avete dimostrato, e per tutto 
quello che mi avete insegnato.
Gli impegni lavorativi limiteranno molto la mia partecipazione ma 
rinnoverò la tessera e ci rincontreremo.
Non mi rassegno alla sofferenza di molti per l’avidità di pochi. 
E non mi rassegno a un paese senza sinistra."


Onore al merito per chi si dimette, praticando una disciplina virtuosa così sconosciuta e poco amata?

Beh, no e non per voler essere ipercritici sempre e comunque, ma per tentare di dire una parola di verità su questa folgorazione sulla via di ...Roma.

Già, folgorazione perché non può certo essere frutto di un processo scoprire all'improvviso l'intolleranza insuperabile verso tutte le magagne che apparivano da tempo, e vistosamente, dentro il percorso del partito senza aver prodotto alcun clamore.

Squittii, forse voci lievemente alterate, lo ponevano in evidenza, ma i più hanno preferito un silenzio di facciata, altri si sono prodotti in encomi a difesa dei vertici, quelli che hanno diritto ad aprire e chiudere le riunioni politiche, quelli che hanno di regola velato tutto, hanno sfumato, hanno mistificato, hanno giocato creativamente coi numeri, hanno interpretato le loro proprie esigenze con il voler essere del partito e continuano a farlo ancora oggi.

"Pur tuttavia, in una coalizione che ha visto una notevole
riduzione dei suoi precedenti consensi, Sel ha ottenuto un
risultato più che soddisfacente, aumentando i suoi voti
, sia
in termini percentuali che in termini assoluti, rispetto alle
precedenti consultazioni." 

In termini percentuali?
Questi i dati numerici che ci hanno portato diritti verso la conquista dell'ambito traguardo umbro "seggi zero" sia alla Camera che al Senato:


 

Politiche 2013 Camera

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' UMBRIA

16.872

3,20

0

 

 Politiche 2013 Senato

 Sinistra ecologia libertà (Sel) Umbria

15.283

3,1

0

 


 

 

Regionali 2010  

Sinistra ecologia libertà Umbria

13980

3,38

0

 

Il punto massimo nazionale di Sel nei sondaggi si ha a marzo 2011   7,95, poi a ottobre 2011   7,89 e infine a marzo 2012    7,42dopo e' stata tutta una cascata verso il basso, progressiva e inarrestabile

Fonte:Termometro politico-Storico sondaggi 2000/2013

Svegliarsi il 25 febbraio, sul far della sera, è davvero insostenibile per chi si è mosso senza porsi domande, anzi promuovendosi al massimo per evitarle.

Lasciare il ruolo che si è rivestito sino a oggi ha un senso perché dice della consapevolezza della propria incapacità a svolgerlo con successo, ma lasciare il partito ora, compagni, è da codardi.

Andarsene ha a che vedere con problemi personali irrisolti, non con mutate visioni del progetto che conserva la sua forza inalterata.

Si lascia perché ci si sente deboli, impotenti e si fugge, proprio quando tutte le forze personali e di gruppo dovrebbero essere chiamate a raccolta per dimensionare il progetto e la nostra stessa singola individuale partecipazione.

Dobbiamo esserci sempre nel partito, non solo il giorno dopo il voto.

Dobbiamo esserci nella nostra interezza, con coscienza, onestà e tutta la capacità critica che possiamo mettere in campo, bloccando per tempo tutto quello che si discosta dal progetto e dal metodo che ci siamo dati, senza convenienti ipocrisie e gerarchiche sudditanze.

Forti di un comportamento, questo davvero e a ragione, mai dimesso!

gabriella zamboni 

 
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La parola ai numeri


La povertà in Italia
Fonte Istat

Nel 2011 la povertà relativa coinvolge
l’
11,1% 
delle famiglie, quella assoluta 
il 5,2%
Periodo di riferimento: Anno 2011
Diffuso il: martedì 17 luglio 2012

Povertà relativa è difficoltà nella
fruizione di beni e servizi in rapporto 
al livello economico medio dell'ambiente 
o della nazione.

Povertà assoluta è indisponibilità dei 
livelli minimi di sostentamento umano, 
riguardo ai beni essenziali come acqua, 
cibo, indumenti e abitazione.

gz


 

 

Chi l'ha vista ( la Sinistra )?

Fonte: BiDiMedia
Ixè per Agorà
28 novembre 2014 

Clicca per ingrandire

gz



 

 

Oggi, tempo fa!

  • 1 dicembre 1913 
  • La Ford introduce la prima catena di montaggio
  • riducendo il tempo di assemblaggio di uno chassis 
  • dalle 12 ore e mezza di ottobre a 2 ore e 40 minuti 
  • (anche se Ford non fu il primo a usare la catena di montaggio, 
  • il suo successo diede avvio all'era della produzione di massa)
 


  

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