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Afghanistan; un altro figlio strappato

Post n°5 pubblicato il 24 Novembre 2007 da ornellaprendistonik
 

Missione di pace la chiamano e invece siamo sotto la NATO e non sotto l'ONU...

...quindi?

Quindi è una missione di guerra.

Gli italiani non dovrebbero essere lì...vìola la costituzione...

...già ...la costituzione...

Non sono arrabbiata, vedete,piango perchè penso ai genitori di questo ragazzo,perchè sono mamma e quando sei mamma sono "tutti figli tuoi".

La morte di un figlio è "contro natura"...non si può affrontare,superare...no.

Il corso naturale della vita mi dice che no: muoio prima io mamma,io papà,non tu..no.

Se muori: tu muoio anch'io.

Bastardi:riportateli a casa.

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Commenti al Post:
bea_75
bea_75 il 25/11/07 alle 07:27 via WEB
non posso sapere cosa significa perdere un figlio, non ne ho, ma so cosa vuol dire perdere qualcuno che ti è caro. non ti si spezza neanche il cuore, si perde completamente. io invece provo una grande rabbia, perchè questi ragazzi sono in "missione" proprio contro la Costituzione, è una cosa indecente. Condoglianze alla famiglia e come ho scritto più volte, per come la vedo io, abbiamo tutti le mani sporche di sangue.
 
ornellaprendistonik
ornellaprendistonik il 25/11/07 alle 11:03 via WEB
Si bea...siamo colpevoli esattamente come loro,forse più di loro. Restiamo inermi davanti a fatti gravissimi,lasciamo che sia e scendiamo in piazza per cose futili... ...si...abbiamo le mani macchiate di sangue innocente...
 
antoniolaretino
antoniolaretino il 25/11/07 alle 23:43 via WEB
24 Novembre:Roma, manifestazione contro la violenza sulle donne, Kabul, attentato kamikaze, restano uccisi nove afgani,quattro bambini, e il Maresciallo Daniele Palatini, sempre a Roma poche ore dopo le vuote parole di Bertinotti "Chiedo una riflessione strategica" oppure le offensive dichiarazioni di Diliberto "qualcuno ci spieghi cosa restiamo a fare in Afghanistan" vengono ottusamente raccolte da alcuni blogger in rete... questa è una piccola risposta... http://www.articolo21.info/notizia.php?id=5745 Ti scrivo perchè sarai anche stronza, ma non credo stupida. Una buona giornata e un saluto, romano ovviamente.
 
ornellaprendistonik
ornellaprendistonik il 26/11/07 alle 10:26 via WEB
Tratto dal blog della Senatrice Franca Rame: La missione Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza), cui partecipa l’Italia, ha cambiato natura da quando la Nato, con un atto unilaterale, ne ha assunto nell’agosto 2003 la direzione senza alcun mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che solo dopo ne ha preso atto. A guidare la missione, dunque, non è più l’Onu ma la Nato, che sceglie i generali da mettere a capo dell’Isaf. E poiché il «comandante supremo alleato» è sempre un generale statunitense, la missione Isaf è di fatto inserita nella catena di comando del Pentagono. Contemporaneamente l’Italia è stata chiamata ad assumersi maggiori compiti in Enduring Freedom, l’operazione lanciata dal Pentagono nel 2001. Qui ha una partecipazione numericamente minore (circa 250 uomini), ma non meno significativa. Otto ufficiali italiani sono stati integrati nel quartier generale del Comando centrale statunitense a Tampa (Florida), che ha la responsabilità dell’operazione. E dallo stesso comando dipende l’ammiraglio italiano che, dal 28 giugno alla fine di dicembre, è stato messo a capo della Task Force 152 che opera nel Golfo Persico. Il coinvolgimento italiano in Afghanistan non si può dunque misurare solo in termini numerici. Partecipando a questa come ad altre guerre sotto presunti «mandati Onu», le nostre forze armate vengono inserite in meccanismi sovranazionali che le sottraggono all’effettivo controllo del parlamento e dello stesso governo. Tutto questo ci costa sempre più anche in termini economici: la sola missione in Afghanistan ci viene a costare, dal 2002 al primo semestre 2006, quasi 600 milioni di euro. La spesa militare italiana è al settimo posto su scala mondiale. Che quella in Afghanistan sia una guerra condotta non solo contro i combattenti ma contro i civili, viene confermato dall’uso dei bombardieri pesanti statunitensi (B-52H e B1B) i quali, sganciando ciascuno da alta quota decine di tonnellate di bombe e missili, fanno terra bruciata. Dopo 5 anni e mezzo si parla di 250-300 mila morti in Afghanistan di cui almeno l’80% civili. Lo scopo di questa guerra è ben altro di quello dichiarato: non la liberazione dell’Afghanistan dai talebani, che erano stati addestrati e armati in Pakistan in una operazione concordata con la Cia per conquistare il potere a Kabul, ma l’occupazione dell’Afghanistan, area di primaria importanza strategica per gli Stati Uniti. Per capire il perché basta guardare la carta geografica: l’Afghanistan, in cui gli Usa hanno installato basi militari permanenti, è al crocevia tra Medio Oriente, Asia centrale, meridionale e orientale. In quest’area si trovano le maggiori riserve petrolifere del mondo. Si trovano tre grandi potenze – Cina, Russia e India – la cui forza complessiva sta crescendo e influendo sugli assetti globali. Da qui la necessità per gli Stati Uniti di «pacificare» l’Afghanistan per disporre senza problemi del suo territorio in questo grande gioco di potenze. Non è dunque una missione di pace: per essere tale avrebbe dovuto rispettare maggiormente la popolazione, i diritti civili, la legalità. Non avrebbe dovuto tollerare l'esistenza di campi di detenzione dove si pratica stabilmente la tortura E' il caso, ad esempio, del campo di Shibergan, definito da Klaus-Peter Kleiber, delegato dell'Unione europea: "simile al campo di concentramento di Auschwitz". Franca Rame Blog francarame.it Antonio se fossimo veramente li per aiutare,per portare pace e sostegno al popolo afghano non chiederei il ritiro del contingente italiano credimi. :)
 
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Data di creazione: 21/11/2007
 

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