Un uomo nudo.

Una giornata come tante.


 Si potrebbe dire una giornata normale : sveglia alle sette, colazione, alle otto in ufficio, come prevedibile grattacapi imprevisti di tutti i tipi e alle due e un quarto timbro esco e lascio via sms la ragazza con cui uscivo sino a ieri.Mi sono sempre chiesto : come si fa a non avere voglia di vedere una persona con cui hai condiviso un tratto della tua esistenza?… almeno per un’ultima volta.E curioso trovare risposte senza nemmeno porsi la domanda : lo si fa quando dall’altra parte non c’è, non ce mai stato un gesto spontaneo, quando ti sei sentito sempre come alla fine d’un rapporto dove tu chiami, tu cerchi, tu provi a pianificare e….
dall’atra parte senti solo dei -oggi non posso -, oppure -no, non mi va - e, tante altre belle cose che fanno parte d’un rapporto, haimè, in-maturo.Quello che mi ha convinto già una volta a continuare questa relazione strampalata era stata la paventata presa di coscienza della signorina in questione che, accortasi che la mia assenza ( e io modestamente a sparire sono tanto abile quanto a essere presente se amato ) per lei era insopportabile, piangente, aveva affermato : non mi sono comportata bene, me ne rendo conto(…) cercherò di cambiare…Che dire?davanti a una promessa di cambiamento pensi che sì sia compreso il valore del rapporto e, se ci tieni le dai un’altra possibilità, no? E io ci tenevo; Così e stato, e mi sono sentito uguale e identico a prima, con in più la frustrazione di sapermi preso per i fondelli in un rapporto dove la partita dare-avere è un po’ sbilanciata nonostante pianti e promesse. Solo dieci giorni.Oggi, e cioè dieci giorni più tardi ho compreso che se una persona la lasci senza più voglia di comunicazione e perché sei arrivato al limite della sopportazione, quello che se oltrepassato rischia di piegarti l’anima e anche le ossa, quello in cui non avresti più sentimenti sani da regalare ma solo rabbia.Così passa un’altra giornata “normale”, dove rabbia e tante altre cose negative vengono sostituite da una certa leggerezza dell’animo; dalla certezza d’avere fatto una cosa giusta, per me.