Un uomo nudo.

Ti ricordi?


Ovvero : La moto di mio padre, che figata!Il serbatoio rosso con impresso il marchio Gilera, due anelli dorati che intrecciandosi racchiudevano nell’occhio che si formava il marchio, il serbatoio rosso, la marmitta alta con il paragambe, le ruote tachettate e, la cosa più bella, mio padre felice alla guida. Come fosse oggi mi ricordo la corsa per le scale al suo arrivo, la gare per saltare sulla motocicletta con lui, il rumore assordante di quel motore, che emozione! Oggi come ieri sento ancora l’odore dell’incenso emanato dai pini del quartiere, non era l’odore normale ma bensì quello di quando la pioggia in estate netta la pineta dal polline lasciando a terra chiazze giallastre che profumano sotto i primi raggi di sole, doveva essere giugno o luglio, ma quando bambino non t’importa nulla del mese, almeno, a me poco è sempre contato.
 Ripensando a quel giorno m’accorgo che non ho nella mente il ricordo chiaro del giro che facemmo, nemmeno d’altri e tanto meno che fine fece quella moto, a mio padre non l’ho mai chiesto… ricordo l’emozione di corrergli incontro, mia madre sorridente al balcone e io e mio fratello a spintonarci felici per accaparrarci il posto migliore vicino a papà. Tante cose sono cambiate, l’umore di quel giorno perso nel tempo come la gioventù spensierata, sostituita troppo in fretta dal peso della consapevolezza, della responsabilità. Decidere per me e per gli altri non mi è mai pesato, ma quei sorrisi nei giorni di sole li rivorrei tutti e con gli interessi.