Ovvero : I misteri di casa mia.Tutto ha inizio da una parete, non una parete qualsiasi, una di quelle dalla storia povera di parete di sottotetto, nemmeno che sia quello di una villa, di un antico casale o qualche cosa del genere, no! Si tratta del sottotetto di un palazzo nel centro della mia città.Al momento dell’acquisto era usato come abitazione rientrante in uno di quei codici d’accatastamento che servono per identificare le varie tipologie abitative, e quello assegnatogli era il più basso e becero : A5, cioè corrispondeva alla categoria ultra popolare, tradotto in soldoni un posto per ratti, scarafaggi e poveri cristi senza un Dio e una moneta.
A quanto pare però chi vi viveva non ha mai saputo d’avere una potenziale fortuna a portata di mano, il Dio denaro sotto qualche centimetro di muro.Infatti, giunto alle prese con l’intonaco del muro che riveste le pareti in sasso, e cioè quelle che corrono per il perimetro esterno della mia abitazione, e tutti sappiamo quanto è bella avere una bella parete di sasso, inizio a levare l’intonaco che la rivestiva dal 1912, anno della sua costruzione.Giunto nella zona della cucina noto che l’intonaco è insolitamente spesso in quel punto e va all’interno del muro per parecchi centimetri riempiendo una nicchia; per velocizzare il lavoro tralascio di scavarla pensando a staccarne “il grosso”, così si dice in gergo quando tralasci le rifiniture d’un lavoro.Mentre spalo via i calcinacci per caricarli e portarli alla discarica mi casca l’occhio su qualche cosa d’anomalo : un oggetto dal colore bruno emerge da quelle macerie, mi fermo meglio per osservarlo, la polvere nell’aria è molta e non riesco bene a vedere di cosa si tratti, sfilo gli occhiali di protezione, sfilo la mascherina con un gesto che non aveva senso se non nel riattivare i sensi occlusi dalla polvere.- Guarda un po’ cosa spunta dalle macerie?E' l’esclamazione naturale che indirizzo a Lorenzo, un amico che mi aiuta nei lavori di ristrutturazione.Tutto sudato si ferma e ripete meccanicamente i miei stessi gesti e poi esclama :- dove l’hai trovata? - era sicuramente celata nella parete! Guarda, è tutta incrostata d’intonaco- dev’essere antica, guarda la forma, però non è una chiave qualsiasi, osserva la dentellaturaInfatti la chiave era più grossa di quelle normali, cioè quelle di una serratura d’abitazione del passato per intenderci, e inoltre aveva tutta una dentellatura geometricamente elaborata in maniera tale da ricondurre alla chiave di qualcosa di ben più importante di una porta.- credo sia la chiave di una cassaforte!E questo era anche quello che ha pensato Lorenzo.La storia vuole che questo palazzo, all’atto della sua costruzione, sia stato acquistato interamente dal trisnonno della persona che me l’ha venduto e che entratone in possesso abbia risieduto li con tutta la famiglia affittando qualche appartamento di quelli liberi a chi glie lo chiedesse; nel tempo vi ha sistemato le famiglie dei figli, i figli a loro volta le loro che si allargavano e nel giro di cent’anni come saranno tra sei i parenti avevano già tutti deciso di vendere la loro parte d’eredità e andare a vivere in altri posti che fossero ben lontani dai parenti. Morale? Il trisnonno è morto portandosi probabilmente dietro un segreto di cui nessuno sa nulla e quella chiave ne è la prova.Lo è perché se uno seppellisce la chiave di una cassaforte fa di tutto per riprenderla o perché la recuperi chi gli è caro. Così non è stato.Non so se on il proseguo dei lavori troverò mai il vecchi forziere, però la chiave e bella e sicuramente farò una nicchia nel posto dove l’ho trovata per lasciala alla casa, non sono superstizioso… solitamente, ma preferisco che rimanga di sua proprietà. Se ci saranno novità vi terrò aggiornati, buona giornata.