Un uomo nudo.

Rimorso e dintorni


Ovvero: errare umanum estOggi, una giornata come tante, come molti giorni di quest’inverno che si stende infinito sulla corta strada della mia pazienza. 
In un certo senso mi sento libero, svuotato dalla rabbia che accumulo, quando mi trovo ad avere a che fare con situazioni, persone con le quali comunico male, ma dopo che ho liberato la mia rabbia m’accorgo che ho ferito terzi che poco centravano, e questo mi fa male. Ed è così che parole tronfie come “rispetto”, “dovere”, “coerenza”, vanno a farsi fottere, assumendo all’orecchio lo stesso rumore che fa il peto di una vacca. -          Infondo siamo umani…-          Sarà, e così che giustifichiamo i nostri errori?-          Beh, come altrimenti!-          Beato te che hai sempre una risposta, e con quella ti giustifichi. Però…a me fa male!-          Cosa?-          L’avere sbagliato, e nel commettere un errore aver ferito altri.-          Capita, l’importante è e chiarirsi!-          Sì, certo! E che ne sai poi che sei stato capito; Mica tutti anno un manabile per comprenderti. E così continua l’eterno dialogo con tra il me stesso certo e sicuro, e l’altro, quello pieno di dubbi e a sua volta ferito dall’aver compreso che le cose non erano poi così limpide come gli parevano, anzi: ora qua e là vagheggia nebbia color topo nel tropicale bollore di un pensiero in vestito adamitico. E’ così che l’argomento sfuma e le emozioni diventano argomento, e quindi non esiste più nulla se non il dubbio che siamo umani, e a volte dobbiamo sbagliare per poi farlo nuovamente.