Un uomo nudo.

Gli anni ottanta :


- anni difficili -Erano gli anni in cui si masticava il pane azzimo d’un esistenza lievitata sulla scia politica degli anni settanta, gli anni di piombo per capirci, anni in cui con le tasche vuote e la testa piena si attaccava il ventre molle della società, dove c’era il terrore della piazza, dove campare era veramente difficile senza “compromettersi”, dove droga, violenza e soldi andavano di pari passo con Sergio Leone e Bruce Lee che facevano sognare violentemente la ragione dell’epoca, meno cinica, ma più esistenzialista.A braccetto con l’esistenzialismo andavamo adolescenti negli anni ottanta incontro alla vita. Questa era la difficile eredità mal gestibile da ragazzi che nel decennio successivo male s’identificavano negli ideali biascicati da padri cullati nella lotta di classe, da nonni partigiani che s’intendevano più di granate che di figli; da quel mondo che era il quartiere operaio nato attorno alle fabbriche scaturivano parole mal identificate nel primo benessere che gli sorrideva accogliente nelle cambiali ancora intrise di rabbia; Rabbia senza più  obbiettivi fissi su cui sfogarsi; Rabbia che diventava malessere.Camminando per le vie del quartiere palpavi questa assenza che puntualmente sfociava nella moda, nella droga, nella violenza; Sembravano gli anni del vuoto, dove l’edonismo reganiano teneva banco, dove la politica era un guscio vuoto, non contava Gorbaciov e il muro di Berlino, non contava il Live Aid e la cultura fiorente, non contava nulla, perché tutto sembrava dover colmare piuttosto che scaturire da floridi campi, tutto era troppo lontano.In quegli anni è morta una generazione per l’incapacità di vivere, perché non aveva soldi per seguire la moda, perché non gli era stato insegnato a studiare; é morta perché l’unica salvezza era scegliere più o meno consapevolmente una strada, anche se quella sbagliata, così, metà della mia generazione è morta per la via con un braccio bucato.Ciao Massy…