DIRITTI
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"Se qualche volta scrivo è perché certe cose non vogliono separarsi da me come io non voglio separarmi da loro. Nell'atto di scrivere esse penetrano in me per sempre..."
dal libro GLI IMPERDONABILI di Cristina Campo
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Una storia..
Post n°181 pubblicato il 25 Marzo 2013 da semprecesare
Aveva bisogno di una storia. Se pensava a come tutti i giorni andava incontro al destino come si va alla fermata dell'autobus aspettando sempre lo stesso bus alla stessa ora, si rendeva conto che aveva bisogno di una storia. Una storia qualunque, che cominciasse nel modo più banale, nel modo più casuale possibile, un aggancio improvviso, la richiesta di accendere una sigaretta, un pacchetto che cade e viene raccolto, una domanda sciocca come quella dell'ora, l'indicazione di una strada, una telefonata sbagliata, qualunque cosa potesse accadergli andava bene, bastava che fosse l'inizio di una storia. Si rigirò nel letto con questo pensiero fisso nella mente, ogni oggetto intorno sembrava banale senza la presenza di una storia, a cosa serviva una sveglia se al mattino non aveva nessuno con cui svegliarsi, a cosa serviva quel letto grande se non per rigirarsi inutilmente da un lato all'altro senza riuscire a trovare una posizione, a cosa serviva preparare un caffè se non aveva nessuno a cui portarlo. Si guardò allo specchio con aria insoddisfatta accese la radio sperando che almeno una voce femminile fosse la prima cosa da ascoltare quella mattina, ma non fu fortunato, un uomo stava dando le notizie del giornale radio, non c'era dunque nemmeno una voce quella mattina, nemmeno una voce senza una bocca, che desse motivo di scatenare una fantasia, di costruire intorno alla voce una faccia, due occhi, dei capelli, un sorriso. Nulla, solo il nulla d'intorno, aria, solo aria dentro la quale nulla da dire, un respiro dietro l'altro l'unico rumore, non si è una persona se manca quella persona che usa la tua aria che riempie i tuoi vuoti creando le dimensioni dello spazio, che da un senso al tuo tempo riempiendo i tuoi attimi. Non sentiva nemmeno i battiti del cuore perché non ci sono battiti quando il cuore non gioca con un altro cuore, per questo motivo si appoggiò una mano sul petto per essere sicuro che battesse ancora e pensò... adesso muore non ne può più di ascoltarmi... appoggiò la mano sulle lancette dell'orologio per fermare quel tempo che faceva quel rumore cadenzato che confondeva il suo battito... si ci voleva una storia, una storia qualunque, per farlo ripartire. |
Inviato da: Katartica_3000
il 10/05/2017 alle 08:18
Inviato da: le_parole_dellanima
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Inviato da: Katartica_3000
il 22/03/2016 alle 08:45
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