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Atene 23/5/2007 Milan-Liverpool 1-0 Inzaghi
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Post n°566 pubblicato il 06 Aprile 2009 da milanonly4you83
Il Lecce che stava ormai pregustando un nuovo punto strappato al Milan, viene rocambolescamente battuto 2-0 nel recupero. Gol di Ronaldinho al 91' e dell'inesauribile Inzaghi al 93'. Due reti ottenute con le unghie e con i denti che puniscono eccessivamente i salentini. Ma questo è il calcio; quasi una sottile vendetta dopo quell'1-1 della gara di andata dove Esposito all'89' regalò un pareggio insperato e immeritato alla sua squadra. Tre punti d'oro che tengono lontane Genoa e Fiorentina a caccia di posti Champions.
Kakà dal primo minuto: non accadeva dal lontano 7 febbraio. Carlo Ancelotti ritrova il suo figliol prodigo a tempo pieno, anche se i messaggi che Ricardo ha inviato dal Brasile non sono stati per niente rassicuranti sul futuro in rossonero del fuoriclasse. David Beckham, dopo gli elogi di Fabio Capello, parte per la prima volta dalla panchina, lasciando la piazza a Flamini. Luigi De Canio, in missione salvezza, ma appiedato dal giudice sportivo, cambia a centrocampo: fiducia a Giacomazzi e Munari. Ma il fiore all'occhiello è la coppia centrale Esposito-Fabiano, abile sulle palle alte; praticamente una maledizione per Inzaghi e Pato nella prima frazione di gioco, in cui i salentini controllano a piacere un Milan poco spettacolare e noioso.
Pavese, vice di De Canio, dà poche indicazioni, ma sufficienti: copertura totale davanti a Benussi, massima velocità e pressing nella ripartenza. Il Milan, che perde Maldini per un problema fisico al 40' (dentro Senderos) per un tempo gioca praticamente senza Seedorf e Kakà, latitanti di lusso, mai in partita, nonostante le premesse di Ancelotti nella vigilia. Inzaghi un paio di spunti li trova, ma è Pato e regalare qualcosa di simile a un'emozione. Soprattutto quando decide di giocare a sinistra dove diventa devastante. Su quel corridoio, al 44', mette in piedi l'azione più bella dei rossoneri, con un diagonale di poco a lato dopo una progressione straordinaria da metà campo.
Ma di fronte c'è un bel Lecce, ordinato, che non spreca energie. Tutto funziona alla perfezione nel giocattolo pugliese. Dove ognuno fa il suo dovere senza schiacciare i piedi agli altri. Sufficiente per creare grattacapi a un Milan senza idee che riparte nella ripresa con gli stessi uomini. Kakà spinge sull'acceleratore e rifornisce Inzaghi con suggerimenti d'autore, ma il raddoppio su Pippo è letale. Ma sono fuochi di paglia. I rossoneri fanno girare troppo lentamente la palla. Difetto che Ancelotti cerca di correggere all'8' con l'inserimento di Ronaldinho al posto di Seedorf. Il Gaucho regala qualche chilometro in più, ma la serata sembra pendere dalla parte del Lecce che fa muraglie in difesa e si permette il lusso di ripartire e tentare il colpo: vedi Munari che si fa parare da Dida un colpo di testa ravvicinato al 17'.
La differenza la fa Pato. Bellissimo il guizzo al 26' quando evita un uomo e tira sul primo palo. Il talento brasiliano si carica addosso i destini della squadra, anche perché Kakà si è defilato. Ancelotti gioca la carta Shevchenko che rileva proprio il brasiliano. Cambi che portano al 4-2-3-1 nel momento in cui il Lecce cala vistosamente; fatalmente decisivi perché quando tutto sembra finito arrivano le reti di Dinho, che devia di testa un'inzuccata di Senderos, e quella di Pippo, quest'ultimo servito da, sentite sentite, da Sheva. Che botta! Davvero troppo per il Lecce che fallisce il sorpasso al Torino con cui condivide il penultimo posto.
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