SergioCasoni

La realtà di un sogno

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Wall Street e i nuovi yuppies

Post n°75 pubblicato il 30 Aprile 2009 da infinity00
Foto di infinity00

“WASHINGTON - Il pagamento di bonus miliardari ai manager di Aig è "un oltraggio" e il presidente degli Stati Uniti ha chiesto al segretario del Tesoro Tim Geithner di adottare "tutte le misure necessarie" per bloccarli. Obama continua a dare battaglia ai privilegi di Wall Street e la sua ira si scaglia oggi contro le cifre astronomiche che i grandi colossi continuano ad elargire ai dirigenti a dispetto della recessione, dei licenziamenti in massa e della peggiore crisi del sistema finanziario dai tempi della Grande Depressione.”
Questo è una parte di un articolo uscito alcuni giorni fa sul quotidiano: “Repubblica”.
Se ne è parlato molto, in particolare per il fatto che questi dirigenti si siano dati un premio con i soldi dei contribuenti; soldi destinati a risanare la società prossima al fallimento, dovuto in parte alla crisi mondiale e in parte alla cattiva gestione degli stessi dirigenti.
Non credo che in merito a questo fatto specifico, sia necessario aggiungere altro, tutta via, parlandone con Franco la discussione si è allargata.
La crisi Mondiale che ci ha investito in questo periodo, è dovuta a molti fattori, ma Franco sostiene che una buona responsabilità è di questi dirigenti, i quali forse, non sono all'altezza del compito che sono stati chiamati a svolgere. Il mondo economico è di sicuro tutto fuorché semplice e proprio per questo bisogna conoscerlo, per sapersi muovere al suo interno. Spesso le aziende mettono in posti chiave persone fidate e “collaboranti”, ma non sempre competenti. Si dovrebbe avere più coraggio nella scelta delle azioni e a volte rischiare con persone giovani con idee nuove, allineate con i tempi che corrono sempre più veloci. Bisognerebbe anche essere più umili, rimettersi in gioco e capaci di dire “ho sbagliato”. Secondo Franco, un buon dirigente deve essere una persona in grado di circondarsi di persone valide, di creare una squadra, affiatata, leale, pronta a stringere i denti nei periodi duri e a ridere quando c'è da festeggiare. I dirigenti dovrebbero capire che i collaboratori, sono persone che vanno stimolate, incentivate, gratificate, in questo modo si può ottenere da ogni uno il meglio che può offrire. Non sono molti i dirigenti che hanno capito questo, la maggior parte di questi è convinta che per ottenere il massimo risultato è necessario creare una competizione per stabilire chi è il più bravo, non capendo che in questo modo, avranno un effetto contrario a quello desiderato.
Franco non è un'economista e nemmeno un dirigente, è stato semplicemente un  buon lavoratore. Di sicuro la sua teoria non è la sola, tanto meno la migliore, ma sono convinto che quando delle persone lavorano in un ambiente tranquillo, sereno, accogliente e dove i colleghi non sono dei “Giuda” pronti a venderti per una fantomatica carriera, ma fanno parte di una squadra seria ed affiatata, dove ci si aiuta, perché si è tutti sulla stessa barca, e dove i dipendenti non si sentono soltanto un numero, ma un elemento fondamentale di un sofisticato meccanismo chiamato “Azienda”, sono sicuro che in una situazione del genere, ne gioverebbe sia l'azienda che i suoi dipendenti.

 
 
 

Un Sorriso

Post n°74 pubblicato il 20 Aprile 2009 da infinity00
Foto di infinity00

“La vita è una piccola frazione della nostra esistenza.”
Molte religioni lo sostengono, convinte del fatto che alla fine della nostra vita terrena, ci sia un mondo perfetto. C'è chi lo chiama “Paradiso” dove si trovano i buoni, “Inferno” quello che ospita i cattivi, alcune religioni credono nella reincarnazione. Nel passato, gli Egiziani, seppellivano i faraoni, sicuri della loro salita in cielo, dove risiedevano le  divinità. Di fatto tutti sono concordi nel sostenere che: “La vita è una piccola frazione della nostra esistenza.” Premesso ciò mi chiedo: Come trascorriamo la nostra esistenza terrena? Ogni uno di voi può provare a dare una risposta, ma credo che la più comune sia: “male”
Non voglio essere pessimista o catastrofista, è solo che mi guardo intorno e vedo persone che corrono in ogni direzione, che si affannano alla ricerca di qualcosa, senza vedere che il mondo gira, ma nella direzione opposta alla loro.
“La vita è una piccolissima frazione della nostra eterna esistenza”, che però non riusciamo a vivere a pieno.
Franco dice sempre di sorridere alla vita, anche se molto spesso la vita non ti sorride come vorresti. Un sorriso a volte è meglio di qualsiasi medicina, specie nei momenti in cui ci sembra che il mondo ci stia crollando addosso.
Credo che tutti noi dovremmo sorridere di più, ne guadagnerebbe il nostro viso che si presenterebbe più rilassato. Lo apprezzerebbe il nostro interlocutore che sarebbe felice di avere di fronte una persona allegra e positiva. Si eviterebbero malintesi, si troverebbero nuove amicizie, si vivrebbe in un mondo più sereno, più armonioso.
Ancora una volta però riapro gli occhi e mi trovo davanti il mondo reale, dove tutto quello che dice Franco è una chimera, ma non impossibile, dipende solo da noi.
Uno può poco, ma molti possono tutto. Utopia?, dipende da noi...

 
 
 

Giacomo Leopardi

Post n°73 pubblicato il 20 Marzo 2009 da infinity00
Foto di infinity00

"E' curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore."

 

 

  ( Giacomo Leopardi )

 
 
 

Franco e le sue teorie

Post n°72 pubblicato il 13 Marzo 2009 da infinity00
Foto di infinity00

“La cosa migliore che sappiamo fare noi Italiani, è lamentarci.”
Non so quanto sia vero, ma questo è quello che continua a dire ultimamente il mio amico Franco. So cosa state pensando: Franco non ha tutte le rotelle a posto, forse è vero, ma avete mai provato a pensare, anche solo per un momento, che potrebbe aver ragione?
Detta così la cosa non ha molto senso, quindi renderò partecipi anche voi della conversazione, piuttosto accesa, che abbiamo avuto ieri sera.
Quello che è iniziato, sarà uno degli anni più difficili per l'economia mondiale e in particolare per quella Italiana, ma sarà effettivamente così? E cosa stiamo facendo per porvi rimedio?
Questi sono stati i “grandi quesiti” che mi ha posto Franco, dopo avermi offerto il consueto bicchiere di rum accompagnato da un buon sigaro, una combinazione che non manca mai durante i nostri incontri.
Anche se conosco Franco da molti anni, non ho mai capito esattamente quale fosse la sua idea politica, ammesso e non concesso che ne abbia una. Alcune volte ho creduto che fosse anarchico, poi però parla di regole necessarie che tutti dovrebbero seguire per costituire una società migliore, quindi penso che sia di destra. Poi però ti stupisce dicendo che ci devono essere più uguaglianze, chi guadagna di più deve pagare più tasse, al che mi dico: è sicuramente di sinistra. Ancora una volta però mi devo ricredere, visto che ricomincia da capo con i suoi ragionamenti apparentemente senza senso, dilagando in un logorroica aspirale senza fine. Oggi sono giunto alla conclusione che Franco ha un'idea politica tutta sua, questo probabilmente perché vive nel suo fantastico mondo immaginario, bello e piacevolmente perfetto, ma sicuramente “utopistico”. Come già detto più volte, Franco sostiene che il contesto in cui viviamo oggi, sia frutto del nostro modo di vivere. Per anni ci siamo circondati di cose superflue, che ci hanno dato l'illusione di aver raggiunto il gradino più importante della nostra esistenza. Senza rendercene conto, ogni giorno gareggiamo l'uno con l'altro a circondarci di cose materiali, belle, costose, ma non per questo indispensabili. 
In maniera provocatoria, mi a chiesto se fossi disposto a mollare tutto e andare a fare il contadino e vivere di quello che sono in grado di produrre.
Nell'immediato ho risposto di “no”, poi però mi sono fermato a riflettere e mi sono chiesto perché “no”. La prima risposta che mi sono dato è: Come faccio poi senza tutte quelle comodità che oggi ho nella mia casa? Sono rimasto in silenzio per alcuni minuti a riflettere, poi ho visto Franco che mi guardava e con un filo di voce mi ha detto: Ci sei arrivato?
In quel momento avevo tutto chiaro. Cosa mi fermava dal fare quel passo? Certo non è facile vivere in quel modo, molte sono le rinunce da fare, ma quello che mi voleva far capire Franco, è che a volte, è necessario rinunciare al superfluo per valorizzare l'indispensabile.

 
 
 

Non sei sola

Post n°71 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da infinity00
 
Foto di infinity00

“Salve, sono Pina ho 41 anni, da 5 lavoro c/o un azienda di trasporti e da un anno e mezzo subisco mobbing; ho provato in tutti i modi a vincere questa battaglia con la calma, il dialogo, la proposta - ok vado via, ma dammi ciò che mi spetta - niente non sono riuscita a ricevere altro che silenzi, insulti, ed affermazioni ridicole ma forti- soffri di manie di persecuzioni!- in seguito alla lettera da parte di un legale dal quale mi ero rivolta per essere aiutata. Invece oltre ad aver subito atti vessatori e demasionata, dopo la lettera dell’avvocata sono stata trasferita ad altra sede, per lavorare dovrò fare 100 km al gg non Vi sembra ingiusto forse era meglio zittire, e non chiedere l’aiuto ad un avvocato, perchè adesso chi dovrà fare 100 km al gg sono io e la mia purtroppo vecchia macchina, lei ce la potrà fare, ma, io no! Danneggiata e Beffata! Perchè?”

 

Quello che avete appena letto, è un commento che è stato lasciato al post “Mobbing”.
Il commento di Pina, ha colpito molto sia me che Franco. Ieri lo abbiamo letto e riletto numerose volte e ne abbiamo discusso a lungo. Non conosciamo nel dettaglio ciò che è capitato a Pina e come si sono svolti i fatti, tuttavia non crediamo che tu abbia sbagliato. Certo ora dici di trovarti a dover fare cento chilometri  per andare al lavoro, ma se non avessi fatto quello che hai fatto, coma staresti ora? Di sicuro avresti dovuto fare meno chilometri per andare al lavoro, ma come ti avrebbero continuata a trattare? Chi subisce “mobbing”, di fatto è un bersaglio continuo da parte dei colleghi, dei superiori. Di sicuro andare al lavoro, sarebbe stato un peso ben maggiore di fare ogni giorno cento chilometri. Franco è del parere che dovresti trovarti comunque un nuovo posto di lavoro. Certo i tempi non sono dei migliori ma tentare di certo non nuoce e fino a quel momento rimani serena e tranquilla, le cose che contano davvero nella vita, sono altre. Quando anche lui si è trovato in una condizione simile alla tua, ne è uscito focalizzando i suoi obiettivi al di fuori del lavoro. Quando usciva dal lavoro, i problemi lo seguivano fino a casa e come un piccolo demone, gli rendevano la vita difficile. Un giorno però, Franco è uscito dal lavoro, lasciando dietro di se, tutti i problemi. Non è stato facile, è come quando un bambino inizia a camminare, spesso cade a terra, ma poi riesce a rimanere in piedi e finalmente raggiunge il divano, quella meta che fino a ieri sembrava così irraggiungibile. Sono il primo a dire che Franco è un tipo a dir poco stravagante, ma spesso i suo consigli mi sono stati d'aiuto.
Inizia a cercare un altro posto, senza però illuderti di trovare il posto di lavoro ideale, perché non c'è, almeno questo è quello che sostiene Franco. Nel frattempo, quando la mattina arrivi in ufficio, fatti vedere sempre allegra e sorridente, e lascia che tutto quello che ti dicono ti scivoli addosso, tanto dopo otto ore esci e fuori ti aspetta un altro mondo, quello che conta.
Ricorda un'ultima cosa, se credi di aver sbagliato, non fai altro che fare il loro gioco.

 
 
 

Marco Pantani

Post n°70 pubblicato il 21 Febbraio 2009 da infinity00
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14 Febbraio
Per molti il 14 Febbraio è il giorno di San Valentino, il giorno in cui tutti gli innamorati del mondo si scambiano regali,  le coppie giovani e non più giovani, vanno a cena nel più romantico dei ristoranti. Per altri è un giorno di duro lavoro. I negozianti  ringraziano chi ha proclamato quel giorno festa nazionale, perché in quei giorni il fatturato s'impenna. I ristoratori sono quelli che forse fanno il lavoro più duro, sui fornelli tutto il giorno per sfornare piatti in serie venduti a peso d'oro, tanto quella sera le persone sono talmente prese a scambiarsi effusioni, che il cibo è l'ultimo dei loro pensieri. Giorno fantastico vero?
Se non ricordo male però, cinque anni fa, il 14 Febbraio 2004, una persona non festeggiò San Valentino, ma venne trovata morta in un residence di Rimini.
Avete capito di chi sto parlando? Marco Pantani...
Un giovane ragazzo, che con tenacia, è riuscito a salire in cima alla vetta della notorietà, a conosciuto il successo, soldi e poi il declino. Si dopava? Forse, ma c'è forse qualche ciclista che non lo fa? E quanti sono gli sportivi che ne fanno uso? Molti... purtroppo sono molti che si rovinano la vita per arrivare primi. Solo quando sono in cima però, si accorgono di trovarsi sull'orlo di un precipizio e a quel punto è troppo tardi.
Venne detto che Marco era un ragazzo debole e non riuscì a reagire, ma io credo che fosse troppo sensibile. Quando i media si sono accaniti su di lui, Marco è scivolato dalla cima, ha provato ad aggrapparsi, ma senza riuscirci. Si è aggrappato alla vita fino alla fine, ma quando ha visto che intorno a lui non c'era nessuno pronto a tendergli la mano, ha mollato la presa e si è lasciato andare.
In una società come la nostra, dove si correre contro il tempo tutto il giorno, fermarsi ad ascoltare qualcuno è una cosa improponibile. La vita frenetica, oltre che a privarci del tempo divenuto prezioso quanto l'oro, è di fatto la causa della malattia del nuovo millennio; lo stress. Siamo tutti così stressati, presi dalle nostre folli corse contro il tempo, che non riusciamo più a vedere quello che dovremmo. Eravamo in cima alla vetta, ma invece di veder Marco nel dirupo che cercava di risalire, abbiamo visto un ragazzo che si gettava nel vuoto. Fermiamoci un' istante, smettiamo di guardare e iniziamo ad osservare il mondo che ci circonda, soprattutto chi ci è accanto.
Ciao Marco.

 
 
 

Lavoriamo Troppo?

Post n°69 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da infinity00
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La sera scorsa, sono andato a trovare Franco. Come al solito era arrabbiato con il mondo intero. Nei giorni scorsi, come avrete avuto modo di leggere negli articoli che ho postato, si è parlato delle difficoltà che ci aspettano nel 2009. Si parlava del fatto, che non passa giorno senza sentire ai notiziari di qualche colosso industriale che licenzia o mette in cassa integrazione i propri dipendenti. Dopo avermi offerto un sigaro, mi fece leggere su un settimanale, un articolo di Daniela Fabbri. Il titolo era: “Lavoriamo troppo” e il sottotitolo diceva:”Inchiesta; Restiamo in ufficio più ore degli altri. Ma non per questo siamo più produttivi. Perché manchiamo di organizzazione”.


Visti i titoli, di sicuro potete immaginare come proseguiva l'articolo. Secondo i dati dell'Istat, dal 1993 al 2007 sono aumentate del 10,7% le ore lavorative servite per realizzare il prodotto interno lordo, ma di fatto il Pil non è cresciuto con la stessa velocità. Sembra infatti che l'italiano lavora mediamente 1.824 ore l'anno più degli americani. Secondo Luca Solari, docente di organizzazione aziendale all'università statale di Milano, siamo uno dei paesi con il numero di ore lavorate pro capite più alto d'Europa. Nonostante ciò, il nostro Pil continua a rimanere uno dei più bassi. L'articolo concludeva dicendo che nelle nostre imprese c'è poca attenzione per tutti quegli strumenti tecnologici e organizzativi che potrebbero rendere il lavoro più efficiente e alla fine si preferisce rimanere in ufficio più a lungo, che trovare il modo migliore per ottimizzare i tempi.


Non so se il contenuto dell'articolo corrisponda a realtà, ma di certo Franco è stato sempre un sostenitore di una buona organizzazione.


 
 
 

Viggo Mortensen

Post n°68 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da infinity00
Foto di infinity00

Alcuni giorni fa, sfogliando una rivista, mi è capitato di leggere un articolo di Paola Jacobbi, dove intervistava Viggo Mortensen. Molti di voi avranno sicuramente capito di chi sto parlando. Per i pochi che ancora non sono riusciti a mettere a fuoco il noto attore, spero di aiutarvi dicendovi che ha avuto un ruolo importante nella trilogia de: Il signore degli Anelli. Avete capito di chi sto parlando? Certo, proprio lui, il tenebroso Granpasso divenuto poi il nuovo Re.
Non so voi, ma io sapevo ben poco di Viggo. Ho visto altri film dove interpretava ruoli più o meno importanti, ma di lui come persona, non sapevo nulla. In questo articolo ho scoperto che, oltre che essere un ottimo attore, ha molte altre passioni, dalla pittura, alla fotografia, sembra essere un discreto musicista e possiede un discreto talento come poeta. Con un certo stupore ho scoperto che possiede una casa editrice la Perceval Press, pubblica poeti Argentini, fotografi cubani, artisti di ogni Paese e saggisti che parlano di economia, politica e ambiente.
Nell’intervista si evince che la sua vera passione, non è la recitazione, bensì i suoi numerosi hobby, in particolare la casa editrice. Per sua ammissione, la Perceval Press non naviga in buone acque, nonostante ciò, ha sempre rifiutato le numerose offerte ricevute da altri gruppi editoriali per entrare in società. Le sue testuali parole sono:“Qualcuno vorrebbe comprarci. Ma diventeremmo solo la collana-boutique, il fiore all’occhiello di una grande casa editrice commerciale e perderemmo la nostra indipendenza. Non mi va.”
Probabilmente si tratta di una frase fatta, ma a me piace pensare il contrario. Sarò un sognatore, ma sono sicuro che anche nel 2009 si possano trovare persone che antepongono gli ideali al dio denaro.
Se vi trovate in rete e non sapete cosa fare, provate a sbirciare: www.percevalpress.com, sono sicuro che lo troverete molto interessante.

 
 
 

'A Livella

Post n°67 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da infinity00

Anche il 2008 è un anno da archiviare.
Leggendo i quotidiani, ascoltando la radio e vedendo i notiziari, il 2009 non dovrebbe essere un bellissimo anno. Tutti parlano di recessione, vendite in calo, sempre più famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese, molti lavoratori sono stati licenziati, altri messi in cassa integrazione, e quei pochi che ancora hanno un lavoro, cercano di tenerselo caro, visto che la situazione non è delle migliori.
Parlando di ciò con il mio amico Franco, mi è tornata in mente una poesia del noto attore Antonio De Curtis, in arte Totò; “‘A livella”.
Molti di voi la ricorderanno, altri ne avranno solo sentito parlare, ed è per questo motivo che vi allego il testo originale.

Ogn'anno,il due novembre,c'é l'usanza
per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll'adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.

Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,
di questa triste e mesta ricorrenza,
anch'io ci vado,e con dei fiori adorno
il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

St'anno m'é capitato 'navventura...
dopo di aver compiuto il triste omaggio.
Madonna! si ce penzo,e che paura!,
ma po' facette un'anema e curaggio.

'O fatto è chisto,statemi a sentire:
s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:
io,tomo tomo,stavo per uscire
buttando un occhio a qualche sepoltura.

"Qui dorme in pace il nobile marchese
signore di Rovigo e di Belluno
ardimentoso eroe di mille imprese
morto l'11 maggio del'31"

'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...
...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;
tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:
cannele,cannelotte e sei lumine.

Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore
nce stava 'n 'ata tomba piccerella,
abbandunata,senza manco un fiore;
pe' segno,sulamente 'na crucella.

E ncoppa 'a croce appena se liggeva:
"Esposito Gennaro - netturbino":
guardannola,che ppena me faceva
stu muorto senza manco nu lumino!

Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...
chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!
Stu povero maronna s'aspettava
ca pur all'atu munno era pezzente?

Mentre fantasticavo stu penziero,
s'era ggià fatta quase mezanotte,
e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,
muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.

Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?
Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...
Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...
Stongo scetato...dormo,o è fantasia?

Ate che fantasia;era 'o Marchese:
c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;
chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;
tutto fetente e cu 'nascopa mmano.

E chillo certamente è don Gennaro...
'omuorto puveriello...'o scupatore.
'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:
so' muorte e se ritirano a chest'ora?

Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,
quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,
s'avota e tomo tomo..calmo calmo,
dicette a don Gennaro:"Giovanotto!

Da Voi vorrei saper,vile carogna,
con quale ardire e come avete osato
di farvi seppellir,per mia vergogna,
accanto a me che sono blasonato!

La casta è casta e va,si,rispettata,
ma Voi perdeste il senso e la misura;
la Vostra salma andava,si,inumata;
ma seppellita nella spazzatura!

Ancora oltre sopportar non posso
la Vostra vicinanza puzzolente,
fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso
tra i vostri pari,tra la vostra gente"

"Signor Marchese,nun è colpa mia,
i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;
mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,
i' che putevo fa' si ero muorto?

Si fosse vivo ve farrei cuntento,
pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse
e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento
mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".

"E cosa aspetti,oh turpe malcreato,
che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?
Se io non fossi stato un titolato
avrei già dato piglio alla violenza!"

"Famme vedé..-piglia sta violenza...
'A verità,Marché,mme so' scucciato
'e te senti;e si perdo 'a pacienza,
mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...

Ma chi te cride d'essere...nu ddio?
Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".

"Lurido porco!...Come ti permetti
paragonarti a me ch'ebbi natali
illustri,nobilissimi e perfetti,
da fare invidia a Principi Reali?".

"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!!
T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella
che staje malato ancora e' fantasia?...
'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,
trasenno stu canciello ha fatt'o punto
c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:
tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,
suppuorteme vicino-che te 'mporta?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:
nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"


A questo punto vi starete chiedendo: cosa c’entra questa poesia, con la premessa fatta?. La risposta è più semplice di quanto possiate immaginare.
Leggete attentamente la poesia, e troverete da soli la risposta.
Non dimenticate che i valori della vita, non sono quelli che leggiamo sui giornali o che ci propone la televisione. 

 
 
 

Buon Anno

Post n°66 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da infinity00

Anche il 2008 è oramai alle porte.
Questa sera, tutti o quasi, trascorreranno la serata in compagnia di amici e parenti, aspettando con trepidazione lo scoccare della mezzanotte, lo spazio temporale che divide il vecchio anno da quello nuovo. Molti si sono organizzati da tempo a questo evento, altri avranno usufruito dei vari last minute magari trovati nella rete, comunque sia tutti impegnati al trascorrere al meglio questo trentun Dicembre. Certo questo non vale per tutti e dei rimasti fuori, la maggior parte si trova nelle condizioni di non festeggiare, non per scelta propria.
Cadere nella retorica è a dir poco facile, ma vorrei comunque dire qualcosa. Certo la crisi è alle porte, molti hanno perso il posto di lavoro, altri non hanno i soldi per arrivare alla fine del mese e si potrebbe continuare così all’infinito. Sul perché o sul percome ci troviamo in queste condizioni, ci sono molte ipotesi e ogni uno di voi si sarà fatto la propria idea, ma io sono sempre più convinto che, se ci troviamo a questo punto lo dobbiamo soltanto a noi. Fino a quando continueremo a correre dietro all’apparire, ad essere privi di personalità, ad essere influenzati nelle nostre azioni da chi ci circonda, ci troveremo inevitabilmente proiettati in un futuro piatto, dove non troveremo più colori brillanti, ma solo un tetro grigiore.
Non corriamo dietro alle illusioni, per essere felici, non abbiamo bisogno di nulla, quello che cerchiamo e vicino a noi.
Buon Anno 

 
 
 
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