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Mitico VILLAGGIO

Post n°785 pubblicato il 02 Luglio 2010 da serialantipatia

MILANO - La Corazzata Potemkin», capolavoro di Sergej Ejzenstejn arriva in Dvd. Ma Paolo Villaggio, che lo rese celebre con una celebre denigratura nel «Secondo tragico Fantozzi» (ascolta l'audio) non smentiscce il suo personaggio: «Il film resta "una cag... pazzesca", il frutto del tabù intoccabile della sinistra, tipico degli anni '70, della supremazia del cinema sovietico». Lo sfogo di Villaggio e' contenuto in un'intervista esclusiva alla testata online dvdweb.it

NOIA - «La Corazzata Potemkin è un film di una noia mortale - racconta Villaggio -. Mi ricordo che quando ero giovane, era quasi obbligatorio vederlo. Soprattutto per noi di sinistra. Subivamo l'influenza culturale dell'Unione Sovietica, e c'erano due tabùintoccabili: la Resistenza e, ancora di più, la superiorità culturale del cinema e della letteratura sovietica. Il Dvd? Lo compreranno in due, e se lo meriteranno. Anche in digitale rimane una boiata!». Insomma, nonostante gli anni il ragionier Fantozzi non si pente delle sue parole. E ancora oggi rivedrebbe il film "solo se costretto in ginocchio sui ceci".

AL CONTRARIO - Poi l'autore di Fantozzi racconta la sua prima volta con la «Corazzata»: «Fu durante un cineforum a Genova. C'eravamo io, De André, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione sulla scalinata di Odessa venne proiettata dopo appena dieci minuti dall'inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzo' e dichiarò "Questo è il piu' bel film di tutti i tempi!". Noi del pubblico eravamo senza parole - prosegue Villaggio -, assolutamente attoniti. A quel punto, l'addetto alla proiezione si alzò e confessò di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lascio' prendere dal panico: "Bene, allora lo riguardiamo dall'inizio". Fu un momento terribile».


 

 

DIECI MINUTI DI APPLAUSI

- Precisa Villaggio: «Il film in sé non è terribile, quanto il fatto che allora non si potesse dire niente contro il diktat culturale del partito. Quando in Fantozzi dissi che la Corazzata era una boiata pazzesca, attaccai proprio quel mondo. Per la prima volta da sinistra si levava una voce contro la santificazione di certi miti. Uno dei momenti più emozionanti della mia vita, racconta ancora l'attore, fu quando andai a presentare Fantozzi in Unione Sovietica. Allora si era in pieno regime Brezneviano. E quindi Staliniano. C'erano seimila persone ad ascoltarmi. E quando dissi che la corazzata era una boiata, si scatenò davvero l'entusiasmo. La gente applaudiva davvero per decine di minuti. Travolsero le sedie, gridarono il loro entusiasmo. Fu davvero commovente».

 
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