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Post n°112 pubblicato il 22 Novembre 2008 da Kikamicia
Era un tranquillissimo venerdì di ottobre,Venerdì 3 Ottobre per la precisone, ed io ero tranquilla a casa a ricopiare degli appunti. La mattinata era trascorsa tranquilla, mi ero svegliata alle 10.30 col suone del citofono. Era Salvatore (il fidanzato di mia sorella che lavora con mio padre) che era tornato a casa a prendere dei documenti perchè dice che in cantiere era arrivato l'ispettorato del lavoro. L'ho aiutato a trovare tutto e la mia mattinata è trascorsa tranquilla, dal momento che comunque sapevo che tutte le faccende burocratiche di papà erano a posto. Elena (mia sorella) quella mattina aveva per l'ennesima volta l'esame di abilitazione di inglese, credo che fosse la quarta volta che non lo passava. Saranno state le due quando il cellulare poggiato sul tavolo accanto a me comincia a vibrare, era mia sorella,penso subito che voglia dirmi che ha finalmente superato l'esame. Rispondo con voce allegra, ma mi accorgo subito che la sua voce dall'altra parte del telefono non ha lo stesso tono di allegria e spensieratezza. Mi chiede se fossi a casa e cosa stessi facendo, e alla mia risposta che lancia la bomba: " Raggiungimi in ospedale che papà è stato portato qua". M'è crollato il mondo addosso. Non le ho chiesto nemmeno cosa avesse e come stesse. Avevo paura delle risposte che avrebbe potuto darmi. Come un automa ho preso i celulari e le chiavi di casa e mi sono diretta in ospedale. sul pullman mi rendo conto che non so nemmeno dove andare, se sta in un reparto, al pronto soccorso. Allora chiamo mia sorella, mi dice di salire al nono piano... E' li che ci sta la rianimazione. Arrivo in ospedale disperata e dopo una serie di bugie dettemi per non farmi spaventare scopro che papà sta in fin di vita, è in coma..ha le 12 costole del lato destro tutte rotte, ha lo sterno rotto. Mi sono sentita morire. Avrei preferito morire. Mi sentivo sola. Abbandonata. Non avevo nessuno a cui aggrapparmi. Nessuno che potesse darmi il sostegno di cui avevo veramente bisogno. Nessuno che mi capiva fino in fondo. Mi trovavo in una città nuova per me. In una città in cui ancora non mi ero abituata a vivere. Una città in cui dove non mi trovavo bene e nella quale il mio unico punto di riferimento era mio padre. Ero impadronita da una situazione di impotenza. Avrei voluto urlare, piangere e prendermela con qualcuno. Ma non potevo farlo..Con chi poi? Ed è stato allora che piano piano ho imparato a non piangere, a darmi la forza di andare avanti. Lo dovevo a lui che nell'ultimo mese si era fatto in quattro per me. Lo sapeva che qui non mi trovavo bene. Che soffrivo la solitudine. E si è comportato nel migliore dei modi. Ha cercato in tutti i modi di non lasciarmi sola.Ha tentato di capirmi anche se lo sapeva in òpartenza che capire me è impossibile. S'è comportato come il migliore dei padri. E in quel momento mi stava lasciando. Lui così forte deboòe come un bimbo appena nato in un batter d'occhio. In quella sala rianimazione. Ricorderò per sempre la prima volta che l'ho visto. Con qui tubi che si infilavano dappertutto,non gli lasciavano uno spazietto libero. Quella figura tutto a un tratto si era impossessata del mio papino!Dopo quel giorno non ce l'ho più fatta a vederlo.Non sono più voluta entrare. Per i 25 giorni dopo sono stata tutti i giorni in ospedale. Ogni attimo libero lo trascorrevo davanti a quella porta, ma non entravo, mi è sempre mancato il coraggio. Dopo 32 giorni trascorsi in ospedale è tornato a casa. Non è tutto tornato alla normalità. Ma lui è forte e me lo deve! Io mi trovo qua per lui. E so che lui farà di tutto per tornare il mio papino di prima. Riprenderà tutte le sue forze, riprenderà a camminare da solo senza quel dannato busto, riuscirò a spostarsi nel letto come prima e non si sentirà più debole. Perchèlui è il mio papà, ed io la testa di cazzo l'avrò pur presa da qualcuno no???Prego tanto che lui riprenda la sua vita di prima. Io ce l ho qua e ringrazio Dio di avermelo preservato. Adesso perà prego per lui. Perchè una vita così per lui sarebbe dura da accettare. E ci crederò fino in fondo. La sera dell'incidente ho visto una stella cadente. Edio ci credo. Ci crederò fino alla fine..... BBB FEDE |
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