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Giovani di Salice per il Partito Democratico

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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 08 Agosto 2007 da sgsal

Un "calcio" ai supercosti...

Importante provvedimento della Giunta De Mitri che, con la deliberazione del 2 agosto 2007, lancia forte e chiaro un primo segnale positivo verso il mondo giovanile, intervenendo in una delle realtà più presenti nel nostro paese: lo sport e più precisamente il calcio. A partire dal 6 agosto infatti, sono stati tagliati in modo incisivo i costi per usufruire dei campi dell'impianto sportivo comunale portandoli a:

22 € per partite diurne, 1 € pro capite  (contro i 55 € di ieri)
33 € per partite notturne, 1,50 € pro capite  (contro gli 88 € di ieri)

La Sinistra giovanile, che già nel corso della passata Amministrazione si era dimostrata sensibile a tale problema, chiedendo mediante lettera (http://www.sgsalice.it/web_page/documenti/iniziative/Lettera%20Campo.pdf) una revisione delle tariffe; prende atto dell'impegno, della sensibilità e dello spirito collaborativo con i quali questa Amministrazione e l'Assessore Fina si pongono nei confronti dei problemi quotidiani e concreti che interessano il mondo dei giovani. E' altresì convinta, alla luce dei primissimi mesi di amministrazione De Mitri, che una nuova fase di solidarietà e rinnovamento per la nostra Salice sia stata finalmente inaugurata.

Marco Bossi (segretario cittadino Sg)

Segue il link per visionare l'originale di deliberazione della Giunta Comunale: http://www.comune.salicesalentino.le.it/upload/doc/delibere_giunta/DelGC93_2007-105_v1.pdf

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/07 alle 11:06 via WEB
Testa, cuore e gambe per un Partito democratico, davvero di Ugo Perone Il Partito Democratico non è la fusione di due (o anche più) partiti, né il semplice confluire di due (o anche più) tradizioni culturali. Se fosse solo questo, sarebbe giusto sostenere che l’insieme è inferiore alla somma delle parti, e questo non solo in termini elettorali. Il PD esprime piuttosto la duplice consapevolezza della ricchezza di quei partiti e di quelle tradizioni e della loro attuale insufficienza, e nasce dal maturato convincimento che il paese ha bisogno di nuovi e più comprensivi riferimenti. In questo senso, si può dire che il PD è espressione di una necessità imposta dai mutamenti della storia, la presa di coscienza che un mondo mutato richiede risposte politiche non meno rinnovate. Ma è una necessità ambiziosa, perché richiede cambiamenti all’altezza delle sfide di oggi. Le ideologie, non solo politiche, sono tramontate. Non per questo è tramontata l’esigenza di riconoscersi in valori e pratiche comuni. Un partito politico è unito dal fatto di guardare al mondo che lo circonda sulla base di una prospettiva condivisa. Questa prospettiva è quella che ci fa pensare alla politica come alla capacità di mostrare che lo spazio pubblico non è un luogo di mediazione di interessi privati, ma una dimensione della convivenza in cui ciascuno, portando i propri bisogni, vi trova un soddisfacimento che è più largo di quello dell’interesse privato. Il Partito Democratico non viene dunque dal passato e non è un’alchimia di accorpamenti di tradizioni politiche. Il PD è la risposta meditata alle nuove sfide di una modernità chiamata a reinventare i rapporti tra ciò che è locale e ciò che mondiale, a restituire significato alla politica come capacità di rispondere con giustizia ai bisogni di ciascuno, come apertura di una dimensione della convivenza, in cui ognuno possa riconoscersi ed esprimersi. Per queste ragioni il PD è il rilancio della politica, di una politica ambiziosa e di lungo momento, ma anche umile e rispettosa. Occorre invertire la tendenza alla politicizzazione di ogni questione (per non dire di ogni nomina, con il conseguente principio della lottizzazione) per restituire respiro autonomo a ogni ambito della vita: la sfera privata, l’impegno professionale, la scelta religiosa, l’azione sociale, la cultura ecc. La politica e i partiti non devono occupare questi ambiti, perché piuttosto ricevono da essi nutrimento e sollecitazioni. La politica deve dunque fare un passo indietro. Se non lo fa, è perché maschera la debolezza dei suoi obiettivi e delle sue prospettive con l’arroganza invadente di un’occupazione di potere; insomma, meno politicizzazione, perché si possa tornare a una politica alta, qualcosa che, senza esaurire l’intero dell’esistenza, pure la orienti e meriti un impegno serio e consapevole. La candidatura di Rosy Bindi è coerente con queste premesse. Per questo essa merita il nostro sostegno. La competizione tra diversi candidati all’interno del PD è condizione indispensabile perché il nuovo partito non nasca pregiudicato da vecchie rendite di posizione. Il sostegno per un candidato non significa disistima per gli altri, ma è parte di una battaglia ideale in cui si concorre a definire la posizione complessiva del partito, quella che il futuro segretario (chiunque egli sia) dovrà al meglio rappresentare e anzi valorizzare nella pluralità delle sue componenti. In un partito nuovo la concorrenza tra candidature non prefigura correnti cristallizzate, ma è una battaglia di idee e un confronto tra stili. Le idee di Rosy Bindi, che coniugano la ricchezza dei valori con un rigoroso stile di laicità, sono in grado di rappresentare al meglio la novità non legata all’effimero del nuovo partito, la serietà impegnativa di una scelta, ma anche l’attenzione alla non invasività della politica. Meno politicizzazione e più politica. Meno rappresentazione e invadenza anche mediatica e più sostanza e concretezza. Meno culto del leader e più partecipazione collettiva. La politica, come noi la pensiamo, è la creazione di condizioni per un vivere civile e ordinato, entro istituzioni giuste che promuovano per ciascuno la possibilità di una vita degna, capace di realizzare speranze. L’impegno del PD deve essere quello di lavorare perché questi principi orientino la politica. L’Italia ha bisogno di rinnovamento e di normalità. Di qui l’impegno a una politica capace di assicurare futuro, con l’attenzione alla scuola e alla ricerca, con adeguate politiche per i giovani e per le giovani coppie, con il sostegno e l’incentivazione di innovazione e creatività. Ma il futuro si costruisce già oggi, nel presente, vincendo la disoccupazione e contrastando il precariato. La flessibilità del mercato del lavoro deve essere ammortizzata da una crescita consistente di tutele e accompagnarsi a un parallelo aumento di opportunità lavorative. È perciò necessario un nuovo sviluppo economico, che produca ricchezza per tutti e riduca le troppo forti diseguaglianze. Il nostro impegno dovrà andare nella direzione di ridurre l’invasività della politica e diminuirne i costi. La politica non è una professione, congiunta al privilegio di una rendita di posizione, ma un delicato servizio alla collettività. Bisogna perciò contrastare la creazione di un ceto politico, limitando rigorosamente la possibilità di ricoprire un mandato politico; insieme, occorre favorire il ricambio generazionale e garantire la presenza di giovani e di donne. Noi chiediamo al partito che si costituisce di dare forza e queste idee, in modo da tradurle in impegni legislativi e pratiche di governo. Ma gli chiediamo anche di non smarrire il rapporto con i suoi elettori e i cittadini. A tutti quanti condividono questa nuova voglia di politica - questa voglia di politica nuova - chiediamo di essere, con noi, testa, cuore e gambe di essa. Testa, perché nessuna politica può nascere se non dalla partecipazione meditata e dal dialogo con tutti i cittadini. Cuore, perché la politica è anche passione, passione per un interesse collettivo, che è più largo degli interessi individuali. Gambe, perché la politica è fatta di tanti piccoli passi, che entrano nella vita di ogni giorno e di cui ciascuno è protagonista. Ugo Perone, ordinario di Filosofia morale nell’Università del Piemonte Orientale, già direttore per chiara fama dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, assessore alla cultura e allo sport del comune di Torino nella Giunta Castellani (1993-2001), non ha tessere di partito. Oltre a scritti scientifici ha pubblicato con alcuni amici un Manifesto per un partito democratico. Un contributo teorico, Edizioni Mercurio, Vercelli 2007.
 
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