Creato da sheireh il 17/09/2008
Una famiglia in crescita

 

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Sei mesi di amore ovino

Post n°55 pubblicato il 08 Agosto 2009 da sheireh
 

Scusatemi se sono in anticipo, ma devo postarlo oggi invece di domani perché sarò in ferie :)

Arianna, Paciugo, Animale.
Dove sei finita?
Sei davvero tu quella bambina che cammina per la sala a quattro zampe?
Che fine ha fatto quel batuffolino che si addormentava solo in braccio a me?
Dici che in sei mesi si cambia così tanto?
Eppure, mi sembra impossibile.
Solo (solo, davvero?) mezzo anno fa mi contorcevo dai dolori, guardando l’orologio per capire se davvero saresti nata il 9 o avresti anticipato all’8, numero più femminile e che evoca meno ricordi.
Ma alla fine per 47 minuti hai scelto quella data particolare, 09 02 2009.
Qualche sera fa, tornando a casa in macchina, mentre tu dormivi dietro di me, mi si è mostrata la luna, piena come quella notte. Meno fulgida, più lattea. Ma la luna che rimanda pensieri, sospiri, passioni.
Quella stessa luna che ci guardava dalla finestra dormire per la prima volta l’una vicina all’altra, al caldo, nonostante la notte gelida là fuori.
Sei una pecorella mannara, tu, eh?
Tu che te ne stai là nel tuo gioco, a piangiucchiare perché non riesci a fare quello che vuoi.
Bella birbante mia, testona peggio della mamma (e ce ne vuole). Se crescendo quella testolina rimarrà così, ho idea che potrai fare magari non proprio tutto, ma tanto di quello che vuoi, e te lo auguro davvero. E già adesso ti batti bene in questo.

Ti sento fare pernacchie e giocare con la tua lumachina. Dlin dlin.
Mi sporgo dal divano e ti spio. Ti vedo agguantare i giochi, il ciuccio. E tu lo sai che ci sono, perché smetti di fare versi lamentosi.

Vorrei poter fare un fotogramma di ogni momento, di ogni scoperta, di ogni sorriso. Hai un sacco di foto, qualche filmatino, ma è ben poca cosa rispetto a tutto quello che davvero sei e fai. E che siamo e facciamo assieme.

Ti guardo, ti sorrido e tu rispondi con una bocca sdentata, con gli occhietti ridenti. Quegli occhi blu, che hanno preso dalla famiglia della nonna Dea, la bisnonna che non hai potuto conoscere, ma che ci ha accompagnato, perché la tua crescita dentro di me è iniziata pressappoco il giorno, un anno dopo, che ci ha abbandonate.

Io non so mai dire davvero se il nostro destino è già scritto, anche se è quello che spesso credo. Non so dire se ciò che ci forma deriva anche in parte da quello che il mondo è attorno a noi quando nasciamo. Posso solo dire che tante sono le date particolari che fanno parte di te. Il 5 maggio, quella poesia che mi ha accompagnata alle elementari, unica che ricordo davvero. Il 22 maggio, quando pensavo che tu quel mese non ci saresti stata, e invece mi davi i primi segnali che c’eri davvero. Il 2 del 6, i miei numeri preferiti, che mi hanno fatto scoprire che tu eri dentro di me. E quel 9 febbraio che hai centrato in pieno.

Ora sei lì, che dormi. Profondamente, perché non russi nemmeno. Bombo, il gattone, che fa la guardia dietro di te.

Ti guardo e penso, penso a tutte le cose che ho imparato di te, con te, per te. Penso a quello che ti piace. A quello che abbiamo raggiunto assieme.

Tu, che ancora non sei capace di deglutire altro che latte, ma che ti diverti un sacco a farti imboccare di yogurt per sputacchiarlo dappertutto.
Che adori fare il bagnetto, da sempre, ma adesso non più da sdraiata, guai! Dall’altra parte della vaschetta, seduta da sola, con l’acqua che arriva in faccia dalla doccina, quella doccina che vuoi prendere e ciucciare… e con cui ti soffochi di acqua calda, ma è così bello assaggiarla, no?
E quel gattone che adori, che quando lo vedi il tuo viso si apre in un sorriso grandissimo, che ti ha dato la spinta a gattonare, eh sì, perché è per cercare di raggiungere lui che ti porti avanti, ogni giorno di più. Tutte le volte che lo vedi, vuoi prenderlo. E lui? Lui si lascia toccare, si lascia sbavare, si lascia tirare il pelo (ma meno la coda e le zampe), e poi si sposta. E tutto ricomincia.
E che mi dici di tutti i bavaglini che abbiamo? Con le pecore, i maiali, le mucche, i conigli... Quanti ne sbavi ogni giorno? Sempre con quel filo appiccicoso che ti scende dal mento, che impiastriccia ogni cosa, tua, mia...
E quanta tenerezza fai, in giro nel passeggino, con quelle mani minuscole che si aggrappano al bordo davanti, perché vuoi stare seduta, come una bimba grande. Te ne stai lì, impettita, a guardare il mondo che ti scorre accanto, ti soffermi sugli alberi che ti piacciono tanto, e poi sei così stanca che ti addormenti messa così, con gli occhi nascosti dalla visiera. Eh sì, non puoi mica rinunciare alla tua posizione, chi sei tu per sdraiarti quando hai sonno?

Insomma, siamo qui, siamo ad un traguardo che mi sembrava così lontano.
Buon mezzo anno, paciughino mio, un buon noncompleanno, anche se non posso offrirti un tè, ma di latte ne hai quanto ne vuoi!

Ti voglio bene, anche se non riesco mai a dirtelo perché... boh, mi vergogno? Però di bacini ho cominciato a dartene tanti, vero? E tu ridi, ridi allegra quando le ricevi.

- La tua mamma pecora Sheireh

Le foto, una per circa ogni mese (sette perché c'è anche la nascita).


 
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