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Di questa sera di maggio
rimarra' il mio novantottenne vicino
che passeggia tra i pomodori
piantati dalla sua badante una settimana fa,
senza bastone e con la giacca blu di un completo spaiato di trentanni prima.
Sua moglie, l'ostetrica, era grassa e viva!
Rimarranno le spinte sessuali tra coniugi
su una terrazza al quarto piano,
e poco piu' su
la bruttezza di un uomo che tenta il suicidio ogni giorno
nonostante la bella moglie e il figlio di tre anni.
Rimarra' la suggestione di ciliegi immobili nell'afa;
la mia follia nel pensare che un gatto mi riconosca come sua simile:
cosi' lenta nell'incedere, cosi' restia alla cura della prole.
- e la tentazione di dare un senso geometrico al volo delle rondini -
Delle sere di melassa in cui denigro i minuti
rimarra' il timore di divenire parte
di una folla che mente sulla sua individualita',
la vaga sensazione di mutevolezza che avvolge lo stomaco,
Il terrore, puro, di non riuscire a vedere tutte le persone che voglio vedere.
Restera' quest'argine che si sgretola come farina:
un tronco d'albero sbiancato dal sale e dal sole.
Rimarranno sei parole che compongono una storia
da narrare solo a me stessa.
Una storia che non scriverò perchè invaliderebbe due leggi:
tutto è possibile,
tutto è facile.
( e adesso pensate a quante cose sono possibili
in questo cazzo/schifoso/idiota mondo
e a quante, come sono possibili , sono altrettanto facili:
si può rimanere a nuotare in una piscina
mentre dieci metri più in la' un quindicenne muore,
si può guardare un uomo morire illudendosi che sia solo ubriaco mezzo,
si può credere che tutto è stabile, che chi muore ,muore perchè inferiore,
che i clandestini siano invasori e covi di germi,che non siano uomini come Noi,
si può credere che la Chiesa è Buona,
che esista una sola Parola, qualsiasi essa sia.
Si può credere di vivere per essere felici,
essere felici per vivere.)
Poi fuori ho visto le lucciole
e una donna che sputa semi di cocomero verso il cielo per creare nuove stelle.
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