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Ho dormito male stanotte
con la finestra aperta
e una frenesia di curve duttili
a trapassarmi il cuore e lo stomaco.
Ho corso su questo manto di neve bianca
intatta, intonsa, perfetta
Il tuo passo di nervo
ha tardato ad arrivare
C’era solo quel fruscio
spaventoso di vento nel silenzio.
E la voce diceva:
Corri corri ragazzina
che un giorno crescerai e le gambe te le taglieranno
Corri corri ragazzina
che il cielo lo hanno messo in alto perchè tu impari a volare
L’asse del cielo non si è mai spostato
neanche dopo dolci pastiglie nivee
Solo l’azzurro diveniva insostenibile
lontano, d’aceto, rumoroso, una macchia
d’olio grumoso sul paramento sacerdotale da cerimonia.
E le tue mani hanno tardato ad afferrarmi le caviglie
e io ho mangiato tutta l’aria che potevo ingurgitare
ho pianto per i tagli di luce che mi squarciavano
le gambe, i fianchi, le braccia, il collo.
Ho riso fino a salire sulla scala di Dio
e rigettarmi di sotto senza più fede in nulla
nè in te, nè in me, nè negli uomini.
Solo nella pietra spaccata dal mare
ho continuato a credere.