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« Viaggio all'interno di un filmDialogo con Guerra »

Storia di Noah e delle sue figlie svergognate

Post n°14 pubblicato il 24 Luglio 2007 da Shogun1

Viveva in quel tempo nel paese di Ararat un giovane molto bello di nome Noah.
Era costui molto ricco, pastore di greggi e proprietario di terre coltivate a vigneti.
Suo padre era morto e gli aveva lasciato in eredità tali ricchezze, dovizia di armenti e terre, di servi e di schiavi; e anche sua madre era morta.
Passò un giorno per il paese di Ararat, Lilith, la prima donna, colei che era venuta prima di Eva; Lilith, spirito di fratta e di bosco; Lilith, eco che trascorre sull'acqua dello stagno; Lilith, farfalla che a maggio si posa di fiore in fiore; ma anche: Lilith, che succhia di notte il sangue dei dormienti.
Venne dunque Lilith, vide Noah che pascolava le greggi, steso all'ombra delle querce di Mamre, e se ne innamorò; si rivestì un corpo di donna bellissima e gli si accostò.
Così Noah la conobbe all'ombra delle querce, poi l'accolse in casa come sua sposa.
E Lilith fu la sposa di Noah e gli partorì tre figlie, nate ad una anno di distanza l'una dall'altra: alla prima impose nome Noemi, alla seconda Naomi, alla terza, e ultima, Neemia.
E poiché Lilith era tutte le donne, Noemi ebbe i capelli neri e lucenti come l'ala del corvo, a simiglianza dei figli d'Arabia; Naomi la pelle scura di ebano come i popoli di Saba e i Cusciti; e Neemia era bianca di pelle, aveva gli occhi azzurri e i capelli cinerei come gli Sciti che abitano a settentrione del Ponto.
Lilith rimase con Noah e le sue figlie per quindici anni; e il giorno che anche Neemia, per ultima, ebbe il mestruo, lasciò il suo corpo e ritornò ad essere fatta di aria sottile, come il giorno che aveva visto Noah pascere le greggi alle querce di Mamre.
Nel frattempo, Dio vide che la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
Riunì gli angeli a consiglio ed ecco il Satan gli disse: "Questa generazione è malvagia e perversa; giusto sarebbe che scomparisse alla faccia del sole".
Dio decise allora di sommergere tutta la terra sotto un diluvio, per far scomparire quella razza di uomini, che erano violenti e perversi; e Dio fece piovere sul mare e sulla terra, sulle vallate e sulle colline, sulle boscaglie e sulle montagne, cosicchè i fiumi furono in piena, il mare sommerse la terra ed i villaggi furono spazzati dalle acque. Uomini e donne morivano e i cadaveri, insepolti, galleggiavano sulle acque.
Allora Lilith prese di nuovo il suo corpo di carne e andò da Noah e le sue figlie.
E disse: "Dio fa piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti e cancellerà la razza degli uomini. Ma tu e e le tue figlie, non morirete, poiché io vi amo e vi proteggo. Prendi dunque le figlie, inerpicati sul monte di Ararat e sotto la vetta del monte troverai una caverna. Nasconditi lì e l'acqua non vi entrerà, poiché nessun uomo abita tanto in alto e Dio fermerà la pioggia prima che le acque sommergano il monte".
Così Noah prese un montone e due pecore e un tralcio di vite e si inerpicò con le sue figlie per la montagna di Ararat e giunto alla grotta, vi si nascose per quaranta giorni e quaranta notti.
Poi, le piogge cessarono e Noah, uscito dalla grotta, si avvide che non vi erano altri uomini viventi nel paese di Ararat, salvo lui e le sue figlie.
Le acque cominciarono a rifluire, la terra riemerse e Noah tornò nella valle dove era vissuto prima del diluvio.
Lì le pecore figliarono e ricostituirono il gregge e Noah ripiantò le barbatelle e ricrebbe rigogliosa la vite.
Ora, le figlie di Noah erano in età da marito, ma non vi erano uomini, né giovani né vecchi, che le chiedessero in sposa, poiché tutti erano periti e non rimaneva nessuno nel paese di Ararat.
Disse allora Noemi, a Noah, suo padre: "Padre, prendimi tu per sposa nel tuo giaciglio e ripopoliamo il paese di Ararat."
Ma Noah non volle, dicendo: "Non è nei disegni di Dio che il padre si unisca alla figlia e generino prole."
Disse allora Naomi a Noah, suo padre: "Padre, prendi me per sposa nel tuo giaciglio e ripopoliamo il paese di Ararat.
Poiché Dio ha detto ai nostri progenitori: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra".
Ma Noah non volle, dicendo: "Temo che Dio maledica la prole generata dal padre e dalla figlia".
Disse allora Neemia a Noah suo padre: "Padre, se le mie sorelle non ti sono gradite, prendi me per sposa nel tuo giaciglio, conoscimi e ripopoleremo il paese di Ararat.
Poiché Dio ha detto ai nostri progenitori: "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne."
Ma Noah non volle dicendo: "Poiché l'uomo abbandonerà il padre e la madre, anche la donna li abbandonerà; per questo padre e figlia non potranno mai essere una sola carne."
Allora Noemi fu presa da furore e disse:"Saremo dunque per sempre vergini e sterili agli occhi di Dio? Il montone penetra la pecorella che ha generato ed ecco la valle è ricca di greggi; ma l'uomo non conosce la figlia. Si estinguerà dunque per la tua stoltezza la razza degli uomini nel paese di Ararat?"
Ma anche dopo aver udito queste parole, Noah non volle conoscere né lei né le sue sorelle.
Quella sera, Noemi chiamò le sorelle nella loro tenda e insieme si consigliarono su come smuovere il loro padre dal suo rifiuto.
Decisero dunque che, per accendergli i sensi, il giorno dopo e tutti i giorni seguenti, per una settimana, avrebbero pascolato le greggi, raccolto l'uva, intrecciato i cesti, schiacciato il grano, cotto il pane senza alcun abito addosso, adducendo a pretesto il gran caldo; e speravano che Noah, vedendo esposti i loro seni e le cosce e le vergogne, si sarebbe infiammato di desiderio e le avrebbe possedute.
Così, il giorno dopo e per sette giorni stettero senza abiti, pascolarono nude le greggi, nude vendemmiarono la vigna, nude intrecciarono i cesti, nude schiacciarono il grano, nude infornarono il pane, sempre sotto gli occhi del padre.
Ma Noah, pur guardandole con piacere ed eccitandosi, versò il proprio seme per terra e non volle conoscerle.
Passati sette giorni, di nuovo Noemi si consigliò con le sorelle su come avrebbero mosso il padre a possederle. E Naomi disse: "So che agli uomini piace guardare le donne mentre sono intente all'impudicizia dei loro bisogni; e quando si toccano tra loro con carezze lascive. Facciamo dunque così, apertamente, davanti a nostro padre,
per sette giorni; e certo lui si accenderà di desiderio e ci conoscerà".
Così, per sette giorni, invece di andare come prima a fare i bisogni nel vallone della Geenna, li facevano tra le tende, proprio davanti a Noah; e poi, stesesi su tappeti, sotto la tenda, si amavano tra loro in maniera sfrenata, accarezzandosi e godendo. Tuttavia, Noah, pur guardandole con piacere ed eccitandosi, non volle conoscerle, ma preferì toccarsi e versare il proprio seme sul terreno.
Dopo sette giorni, si incontrarono di sera nella loro tenda e Neemia disse: "Finché nostro padre avrà il senno, per quanto ardentemente ci desideri, non ci conoscerà.
Ma io so una cosa che toglie il senno agli uomini: il frutto della vite.
Ubriachiamolo dunque senza che se ne avveda e nell'ebbrezza ci chiaverà".
Il giorno seguente andarono dunque da Noah dopo il pasto portando un otre colmo di vino speziato non allungato con acqua; e gli riempivano più volte la coppa, inducendolo a bere.
Così Noah si ubriacò e giacque senza volontà dentro la tenda.
Allora Noemi si spogliò, gli prese in mano il sesso, lo fece rizzare e lo cavalcò, fino a
che Noah versò il seme nel suo ventre.
Lo fecero riposare un poco, poi Naomi si spogliò, gli prese in mano il membro, lo fece rizzare e lo cavalcò, fino a ricevere il seme nel ventre.
All'alba, mentre ancora Noah era ubriaco, Neemia si spogliò, gli prese in mano il sesso, lo fece rizzare e lo cavalcò, fino a che Noah irrorò anche lei con il suo seme.
Dopo si addormentarono insieme, sul tappeto, nella tenda del padre.
Quando la mattina dopo Noah si svegliò vide le sue figlie che dormivano nude vicino a lui e ciascuna aveva rivoletti bianchi di seme che le colavano di mezzo alle cosce.
Si ricordò di ciò che aveva fatto, vide che le sue figlie erano molto belle, e capì che era cosa buona e giusta.
Prese allora la figlia maggiore, Noemi, per moglie, e le altre come concubine.
E così vivevano e ogni anno ripopolavano il paese di Ararat.
Il Satan, dal'alto del monte, vide che Noah aveva preso in moglie la propria figlia e le altre le teneva per concubine.
E andò da Dio dicendo: "Vedi ora cosa ha fatto Noah, il tuo prediletto, salvato dalle acque, con le figlie di Lilith, bagascia di fratta e di bosco. Poiché invece di osservare i tuoi comandamenti ha preso in sposa la figlia e per concubine le figlie, anch'esse bagasce come la madre loro, che tu all'inizio dei tempi hai esiliato tra gli spiriti della notte. Ma ora, manda e puniscili."
Dio guardò dall'alto della montagna il paese di Ararat e vide che ciò che aveva detto il Satan era vero. Chiamò allora l'angelo Shama-El e gli disse: "Va' e punisci Noah e le sue figlie svergognate".
Shama-El andò nel paese di Ararat e giunse alla tenda di Noah.
E prima che si manifestasse nella sua potenza, Noah lo accolse, gli lavò le mani e i piedi e le figlie apparecchiarono il pranzo.
Shama-El mangiò e bevve con loro, poi giacque con le figlie di Noah, una dopo l'altra.
Quando ebbe terminato, vide che le giovani erano molto belle e che era cosa buona e giusta e pensò: "Non punirò Noah e le sue figlie, ma rimarrò qui con loro, poiché mi hanno accolto in spirito di ospitalità."
Così, Shama-El prese in moglie Naomi e le sorelle come concubine. E ancora più in fretta ripopolavano il paese di Ararat.
Il Satan vide allora che Shama-El, anziché punire Noah e le sue figlie, viveva con loro; e chiamò Dio e glielo disse. Dio sospirò e disse:" Chi manderò ora a punirli? Dovrò andare io stesso." Così, scese dall'Oreb, che è nella penisola del Sinai, dove Dio abita e si incamminò verso il paese di Ararat. Dopo due mesi di cammino attraverso il deserto arrivò alla tenda di Noah. Noah lo vide impolverato e stanco, lo ospitò, gli lavò le mani e i piedi e le figlie gli apparecchiarono il pranzo. Mentre mangiavano, giunse dai campi Shama-El, lo riconobbe e disse: "E' Colui che è". Allora Noah gli offerse in sposa l'ultima figlia e Neemia fece cadere a terra i vestiti e danzò nuda davanti a lui: la sua pelle era bianca come il latte, gli occhi come colombe, i seni come gazzelle saltellanti, il sesso come giardino profumato. E Dio vide che era la più bella tra le donne ed era cosa buona e giusta; giacque dunque con Neemia e ne fece la sua sposa; e poi giacque con le sorelle e furono le sue concubine. Così fu pace tra Noah e Dio.
Dio non poteva abitare sempre con Neemia, e tornò sull'Oreb, che è la casa di Dio, sul monte da cui guarda gli uomini; ma in seguito veniva spesso a visitarla nella sua tenda, per quanto lungo fosse il viaggio, poiché molto l'amava. Così Noah e le sue figlie, con l'aiuto di Dio, ripopolarono il paese di Ararat.

 
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Commenti al Post:
warda22
warda22 il 25/07/07 alle 00:36 via WEB
As salamu alaykum nobile narratore... ..." Violentiamo il mondo con la minaccia,le guerre, incoronati dalla sofferenza della rivolta cadiamo spossati sul marciapiede della storia, ci consumiamo nelle miniere e sotto le volte di ghiaccio...Fausya oggi e' morta a tutto questo!..Le parole che hai lasciato nelle terre di Nur ala Nur sono bellissime. Allah ti compensi.Notte splendente nobilissimo Shogun. Salam Karima
(Rispondi)
 
 
Shogun1
Shogun1 il 26/07/07 alle 14:08 via WEB
.... dolce principessa ogni tua parola è fonte di calore e poesia. Anche nella sofferenza... Anche sotto il giogo avverso... Il più umile dei servi serba in memoria il ricordo dei fiori che sbocciano liberi nei prati e nelle valli..... Non importa cadere, ma è importante rialzarsi e dimostrare che nulla del nemico può farci dimenticare. Le idee non muoiono, le idee sono a prova di proiettile. Saluti a te, nobile principessa.
(Rispondi)
 
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