« Messaggio #12 |
Leggo poco il giornale perché non ho tempo, vedo qualche telegiornale più incuriosita dalle lotte tra le lobby che dalla notizia stessa, che viene filtrata in talmente tanti modi e non sai mai cosa credere. Non mi riferisco a Garlasco, Cogne etc… mi riferisco in primis ai nostri cari Ministri della Repubblica.
L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro. Ogni tanto me lo ripasso a mente il primo articolo della Costituzione perché, quando tra cinque o sei anni Marina, Dudi o Barbara prenderanno il potere, probabilmente lo cambieranno d’ufficio senza passare per la prassi parlamentare. Io di procedura parlamentare so veramente poco. Sono un’ignorante in materia. So solo una cosa, che auspico l’avvento di una nuova strategia del terrore. Non quella delle signorine anni Settanta. Quella dei violenti imbarazzati da un’ideologia già allora fallimentare. Bisogna mettere a ferro e fuoco questo Paese. Bisogna eliminare fisicamente capi e prole, radere al suolo il sistema di valori, spegnere la televisione, controllarci l’un con gli altri per evitare che tali sistemi di poteri riprendano il sopravvento. Fascisti, comunisti. Parole prive di senso, perché quando conviene ad un fascista abbracciare un comunista, lo farà e allora a cosa serve combattere e rovinarsi la vita? A cosa serve? Serve... lottare quotidianamente sulle piccole cose, i piccoli principi. Perché non siamo altro che quelli. Dobbiamo cambiare forse dentro, risocializzarci, fuggire alla monotonia di giorni incartati nei nostri mali di cuore e d’anima. Bisogna partire pensando che risolvere i nostri piccoli problemi quotidiani dell’Italietta non ci farà risolvere granché nel mondo, perché qui è di questo che parliamo. Bisogna ragionare in termini di sistema politico planetario, anche se poi quando pago la metà di tasse del mio stipendio e vedo che i prezzi delle case schizzano alle stelle, dei separatisti ceceni un po’ mi dimentico. Perché ci stanno rubando la possibilità di vivere in un mondo migliore? Ed io che mi spacco il culo dal primo giorno di scuola, perché devo lavorare non potendomi permettere un tetto sopra la testa, mentre Gasparri e Rutelli, che nulla sanno fare, pensare e proporre, campano con il frutto del mio lavoro? Perché mi si chiede di sapere parlare sette lingue quando la media dei parlamentari non sa nemmeno quando c’è stata la Rivoluzione Francese? Per avere la vera DEMOCRAZIA prima o poi dovremo uccidere questa Democrazia. Questa falsa partecipazione popolare, questa prassi consolidata da secoli. Ma almeno nella Storia passata la società gerarchica, sebbene ingiusta, aveva un regolamento interno, una serie di norme basate sui valori come l’onore che ormai è rimasto solo all’interno di un’organizzazione a delinquere: la Mafia. Io non so cosa sarà del mio futuro, del vostro, del nostro. So solo che mi sento fortunata, perché almeno io un lavoro per altri nove mesi ce l’ho. Ma che fine hanno fatto i miei compagni di corso, quelli che hanno osato sfidare la casta dei super raccomandati figli di? Io trovo che per rinascere bisogna incenerire qualcosa, qui si fanno i partiti democratici, avendo perso di vista il concetto di libertà e giustizia sociale. Io non giustifico la violenza, soprattutto quella nei confronti dei civili, ma non giustifico nemmeno lo Stato e le Istituzioni che hanno fatto della Cosa Pubblica un Affare Privato, una torta da spartirsi tra clientele, favori e favoritismi. Siamo inquinati. Dobbiamo reagire, partendo dalle piccole cose. Ogni volta che consumate un prodotto, ogni volta che pagate una tassa, ogni volta che mettete la croce su quella scheda ricordate che state compiendo un’azione utilissima non solo a voi stessi ma a quella cosa che sembra essersi dimenticata di noi, la comunità nella quale vivete. Abbiamo bisogno di una Rivoluzione, abbiamo bisogno di RIAPPROPIARCI dei nostri diritti: vivere… vivere bene… lavorando… al massimo delle nostre possibilità. Ci stanno togliendo i sogni, e credo che questo basti per farci incazzare almeno un po’. Uscite fuori dal vostro caldo giaciglio e cominciate a pensare ed agire. Non basta un vaffanculo, ora ci vuole l’azione, quella quotidiana, perché il sistema si combatte intaccandone un pezzo alla volta. Siamo noi le cellule impazzite.
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