SIBYLmisteriosa creatura della notte |
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Post n°279 pubblicato il 29 Novembre 2009 da sibyl1982
Ho bisogno di silenzio |
Post n°277 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da sibyl1982
Sono trascorsi sei anni, ma ricordo ancora.
bruciò violentemente in pochissime ore senza dare la possibilità d’intervenire ad alcuna squadra di vigili del fuoco. Dentro era pieno di segatura e trucioli sparsi.
le une sulle altre, vicino alle cataste di assi da lavorare con la sega circolare e con la pialla elettrica.
provvedesse ad una maggiore pulizia dell’ambiente e ad un maggiore ordine. Per la sicurezza, diceva. Riceveva degli assensi cortesi, ma infastiditi, e i due ragazzi alle prese con la sega e la piallatrice continuavano imperterriti a fumare le loro sigarette fatte a mano davanti al loro principale che masticava, peraltro, il suo immenso sigaro cubano. L’incendio rimosse ogni rimandare incenerendo tutto come stoppia.
intorno, abbrustoliti, nerastri o lucidi di fiamma. Il coroner esaminò i corpi dei due ragazzi e del signor Derek.
ma non avevano fatto in tempo. Non fu dato di sapere più alcun particolare: il medico legale fece una faccia scura e sibillina e si abbottonò per sempre sull’argomento. Patirono di sicuro una morte orribile, ma forse anche misericordiosa, nel morso atroce del fuoco, ma anche in un soffocamento velocissimo per il fumo acre e spesso. Nessuno ebbe modo di osservare i tre cadaveri. Dopo poco tempo non se ne parlò più, per pudore ed orrore. Neanche quando otto mesi dopo, all’ultima sera d’ottobre, ad Halloween, morì lo Sceriffo nel rogo della sua casa.
intabarrati fino ai piedi da brandelli scuri bruciati. La vecchia signora Higgins affermò che dalla finestra aveva visto che indossavano delle maschere scurissime, quasi nere, davvero spaventose, e che camminavano con un’andatura strana ballonzolante, anche se non poteva scorgere i loro piedi coperti da quegli orribili stracci. S’affacciò dopo il loro passaggio e percepì un disgustoso odore di carne bruciata.
una casa del paese brucia sempre inspiegabilmente insieme ai grandi fuochi della festa e non si riesce a recuperare la o le vittime del rogo. Qualcuno dice di avere scorto gironzolare tre ragazzini mascherati, tutti in nero, che gridano contro le case illuminate il loro classico “Dolcetto o scherzetto” con innaturali voci cavernose…
parto verso la fine di ottobre e ritorno dopo la festa dei morti. Quei tre bambini mi puzzano tanto di spiriti adulti affamati e vendicativi, morti bruciati vivi in un denso fumo nero, con le gambe tranciate da una sega circolare impazzita di una fabbrica di bare andata a fuoco molto tempo fa… |
Post n°276 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da sibyl1982
Ora nel costruire la diga del molo nuovo, hanno demolito la chiesuola e scoperchiano la sepoltura. La macchina a vapore vi fuma tutto il giorno nel cielo azzurro e limpido, e l'argano vi geme in mezzo al baccano degli operai. Quando rimossero l'enorme pietrone posato a piatto sul piedistallo di roccia come una tavola da pranzo, un gran numero di granchi ne scappò via, e quanti conoscevano la leggenda, andarono narrando che avevano visto lo spirito del palombaro ivi trattenuto dall'incantesimo. Il mare spumeggiante sotto la catena dell'argano tornò a distendersi calmo e color del cielo, e scancellò per sempre la leggenda della «Camera del Prete». fu una lunga processione di curiosi, perché frugando fra quegli avanzi, avevano trovato una carta che parlava di denari, e molti pretendevano di essere gli eredi. Infine, non potendo altro, ne cavarono tre numeri pel lotto. Tutti li giocarono, ma nessuno ci prese un soldo. |
Post n°275 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da sibyl1982
A quell'ora tutti gli scheletri si levano ad uno ad uno dalle bare tarlate, coi legacci cascanti sulle tibie spolpate, colla polvere del sepolcro nelle orbite vuote, e scendono in silenzio nella «Camera del Prete», recando nelle falangi scricchiolanti le ghirlande avvizzite, col ghigno beffardo di tutte le cose umane nelle bocche sdentate. Né i tuoi occhi bramosi, pei quali egli sfidò il disonore e la morte, onde portarti il bacio delle labbra che non ha più. Ti rammenti, i baci insaziati che dovevano durare eterni? - E neppure i morsi acuti della gelosia, il delirio sanguinoso che mise in mano a quell'altro l'arma omicida. - Né le lagrime che si piangevano attorno a quel letto, e quel morente voleva stamparsi negli occhi dilatati dall'agonia. - Né le ansie delle notti vegliate in quella stanza già funebre, in quell'attesa già disperata. - Né le carezze con cui il caro bimbo pagava il latte di quel seno e i dolori di quella maternità. - E neppure le lotte in cui l'uno si è logorato. - Né le speranze che hanno accompagnato l'altro sin là. - Né i fiori del campo per cui si è tanto sudato. - Né i libri sui quali si è vissuto tanta e tanta vita. - Né la bestemmia del marinaio che stringe ancora le alghe secche nelle falangi contratte. - Né la preghiera del prete che implora il perdono dei falli umani. - E non l'azzurro profondo del cielo tempestato di stelle; né il tenebrore vivente del mare che batte allo scoglio. - L'onda che s'ingolfa gorgogliando nella caverna sotterranea, e scorre lenta e livida sulla «Tavola del Prete» si porta via per sempre le briciole del convito, e la memoria di ogni cosa. |
Inviato da: Anc0ra_e_sono_7
il 15/05/2011 alle 13:39
Inviato da: pakothedreamer
il 05/11/2010 alle 11:23
Inviato da: pakothedreamer
il 05/11/2010 alle 11:22
Inviato da: virgola_df
il 04/04/2010 alle 20:23
Inviato da: occhiodivolpe2
il 04/04/2010 alle 14:44