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« LA SENIA DI CASTELVETRANOla birrina e lu mpalaturi »

la legenda di suor giovannella

Post n°22 pubblicato il 28 Marzo 2014 da vito.marino01

LA LEGGENDA DI SUOR GIOVANNELLA NELLA CASTELVETRANO DEL XV SECOLO

Intorno al 1980, trovandomi presso la Diocesi di Mazara, per delle ricerche, un prete mi ha raccontato la leggenda su una suora delle Benedettine, avvenuta a Castelvetrano nel Quartiere di San Giacomo. Qui sorgeva. oltre alla chiesa di San Giacomo (l’attuale Batiedda), l’omonima confraternita e il monastero delle Benedettine. In Via La Farina sorge ancora il portale gotico che doveva essere l’ingresso principale di tutto il complesso.

Una volta le leggende popolari erano numerose. Esse avevano un elemento base di realtà su cui poi la fantasia popolare aggiungeva dei contorni molto fioriti ed arguti.

Pertanto si racconta che questo antico monastero era già in decadenza e contava soltanto poche suore. Esse ad un certo punto, per continuare a rispettare le regole del monastero, dovevano eleggere la nuova Badessa. Stando alla leggenda erano due le suore, che avevano la qualifica ad essere elette per l’ambito titolo, ma dopo varie elezioni, nessuna delle due raggiungeva la maggioranza dei voti.

Così, per protesta e provocazione, le suore decisero di votare all’unanimità per suor Giovannella, dalla personalità apparentemente insignificante. Una volta eletta Badessa, Suor Giovannella cambiò subito carattere assumendo le sue responsabilità che il nuovo titolo le garantiva e la obbligava a svolgere. Questo suo atteggiamento provocava le risate delle altre monache che l’avevano eletta per deriderla; pertanto non l’ubbidivano e avevano anzi preso gusto alle libertà che si stavano prendendo e godendo dopo anni d’ubbidienza alle rigide regole monacali.

Suor Giovannella, per nulla impressionata del loro stato d’inosservanza e disobbedienza, riunì le suore nell’oratorio, dove si trovava il seggio del potere della Badessa e intimò il giuramento d’obbedienza e sottomissione alla sua alta carica, con il relativo bacio della mano. Esse, che avevano preso tutta la faccenda come un  gioco e divertimento, continuarono a beffarla.

Nello stesso oratorio erano sepolte tutte le religiose sin dalla fondazione del monastero. Suor Giovannella con la serietà che la sua carica le consentiva, chiamò a questo punto l’ubbidienza alle monache defunte. Sempre secondo la leggenda, la pietra sepolcrale marmorea improvvisamente incominciò ad alzarsi per permettere alle defunte di uscire lentamente dalle loro tombe. Messesi in fila composta esse, ad una ad una, si avvicinarono alla nuova Badessa per baciarle i piedi, come segno di profonda ubbidienza e devozione. Quindi, per com’erano arrivate, lentamente rientrarono nel fossato, che si richiuse da solo per come si era aperto.

Le suore, rimaste sbigottite e spaventate, subito diedero fine alle loro beffe e, composte, andarono a baciare le mani ed i piedi della Badessa. Suor Giovannella da quel momento seppe guidare e reggere il monastero con perizia ed umanità; purtroppo la paura era stata grande, e nel frattempo il monastero fatiscente aveva bisogno di restauri, per questo preferirono trasferirsi nel luogo dove poi sorgerà il monastero della SS. Annunziata, meglio denominata e conosciuta dai castelvetranesi come “la Batia”, posta  in fondo alla Via Ruggero Settimo, una zona allora occupata da boschi.

VITO MARINO

 
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