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- DONNA MESTRUATA - FIMMINA PRENA – FIMMINA PARTURUTA.

Post n°24 pubblicato il 08 Aprile 2014 da vito.marino01

- DONNA MESTRUATA - FIMMINA PRENA – FIMMINA PARTURUTA.

I Musulmani considerano immonda la donna durante “li reuli” (la mestruazione). Da noi non si arriva a tanto, ma secondo la credenza popolare, in quei giorni la donna non deve baciare i bambini, perché porta male; inoltre ha il potere, con il solo toccare con le mani, di fare essiccare qualsiasi pianta e non fa avvenire la lievitazione della pasta per pane o per dolci. Inoltre, se una donna fa bere il suo sangue mestruale ad un uomo, a sua insaputa, lo fa innamorare perdutamente di lei. Tale credenza continua ad esistere anche ai giorni nostri. 

Un'usanza ebraica considera la donna impura per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un figlio maschio.

Secondo un’altra nostra antica credenza, ancora vigente, una “fimmina prena” (donna incinta), che desidera qualcosa da mangiare e non è accontentata, potrebbe partorire un bambino con delle macchie sulla pelle con la forma del cibo desiderato (macchie di “disìu”). Pertanto si cerca addirittura di prevenire tali desideri, offrendole un assaggio di ciò che si stava mangiando o cucinando.

Per riconoscere in anteprima il sesso del nascituro, tutti si sbizzarrivano con dei metodi personalizzati; anche i proverbi venivano incontro per risolvere l’enigma.  Un proverbio diceva: “Panza pizzuta nun porta cappeddu”; cioé una donna incinta che aveva la pancia sporgente a punta, avrebbe partorito una femminuccia (che non porta cappello).

- LA FIMMINA PARTURUTA - Alla donna che aveva partorito, si dava da mangiare carne di gallina in brodo, per darle un po’ di sostanza (dobbiamo tenere presente che la carne allora era considerata un bene voluttuario e si mangiava poche volte l'anno in occasione delle feste principali). Forse perché si credeva che contenesse sostanze calmanti, al marito si dava da mangiare il collo della gallina, così lasciava in pace la moglie almeno durante un certo periodo; qualcuno, invece, asseriva che in questo modo il collo del neonato sarebbe cresciuto diritto e forte senza piegarsi. VITO MARINO

 
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