Creato da sileabalano il 12/08/2006
Giorno dopo giorno, l'arte al femminile, cenni, riflessioni, news, avventure e disavventure personali tra pennelli ed esposizioni
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Ginevra Cantofoli
Ginevra Cantofoli aveva qualche decina di anni in più rispetto ad Elisabetta Sirani, e aveva tanto sentito parlare di questa giovane, affascinante e intraprendente artista, da provare l’irrefrenabile bisogno di conoscerla, di entrare in quella che era diventata all’epoca, in una Bologna fiorente dal punto di vista artistico, una piccola ma efficiente accademia domestica, tutta al femminile, dove Elisabetta, regnava sovrana, riuscendo a imprimere un nuovo percorso al destino di quelle che vi facevano parte. Nata nel 1608, anch’essa a Bologna, Ginevra, era una delle innumerevoli donne che sentivano forte dentro di sé il richiamo per l’arte ma come tante altre non sapeva come dar vita a questo suo talento, a chi rivolgersi, a chi chiedere di darle una mano per poter compiere un salto di qualità. In un mondo tutto al maschile, dove l’arte restava predominio di pochi, lei seppe individuare nella Sirani il suo giusto e unico punto di riferimento. Entra a fare parte del suo laboratorio e ne diviene ben presto la sua allieva più famosa. In quell’ambiente chiuso, protetto, e con il lento trascorre del tempo, apparentemente sempre uguale, ma dove gli stimoli e le sollecitudine non mancano, la Cantofoli riesce a liberare la sua creatività e a passare dai timorosi dipinti in piccole dimensioni alle tele di grande formato. La Sirani, affascinata a sua volta, da questa allieva che, nonostante le difficoltà e l’età, vuole osare e sfidarsi decide di ritrarla, perché sa che Ginevra farà strada e un giorno qualcuno le offrirà il giusto riconoscimento. In effetti, il livello artistico della Cantofoli, acquista ben presto una sua precisa identità: forti chiaroscuri, pennellate grandi e morbide, linee a drappeggio. E tutta la sua opera può pienamente considerarsi appartenente alla pittura barocca. Ma non è da escludersi, nelle sue produzioni, qualche ritocco per mano della sua “maestra”. In ogni caso, Ginevra non ebbe la stessa fortuna di Elisabetta. Nel corso del tempo, il suo nome e le sue produzioni, caddero nell’oblio e di lei più nulla si seppe. La storia dell’arte, ancora una volta, non si prese mai la briga di indagare su questa artista e di riportare alla luce le sue opere. La sua arte, oggi, riemerge dalle tenebre del passato grazie ad un dipinto, per l’esattezza un autoritratto, conservato presso la Pinacoteca di Brera, dal titolo “Allegoria della Pittura”, che, pur non recando firma dell’autrice, al suo ingresso nella Pinacoteca venne immediatamente catalogato come appartenente alla Cantofoli, forse grazie a della documentazione certa che accompagnava la tela nel suo percorso. Da questo dipinto, poi, Massimo Pulini nel suo libro “Ginevra Cantofoli. La nuova nascita di una pittrice nella Bologna del Seicento” (Editrice Compositori), parte alla riscoperta lenta ma attenta di questa ennesima grande artista del ‘600. Altre opere, ormai riconosciute, della Cantofoli, sono: Ritratto di donna con turbante, facente parte di una collezione privata, Ultima cena, presso la Chiesa di S. Procolo a Bologna e S.Tommaso di Villanova, presso la chiesa di S. Giacomo, sempre a Bologna. Ginevra Cantofoli muore nel 1672. Ma era stata già afflitta da un grande dolore. Solo pochi anni prima aveva perso, in un presunto assassinio, la sua grande e insostituibile “maestra” Elisabetta Sirani.
Silea Balano
Pubblicato su "Arte e Luoghi" maggio 2007
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