Pensieri sparsi
Sentiero di un percorso srotolatomi davanti
Sei forte tricolore
all’ombra di chi è più possente
sei un galletto promettente
stai facendo una gran figura
mi verrebbe da dir: di merda
ma fauno Ignazio conferma
-bravi i nostri ragazzi in armi-
…e intanto si annega nel fango
andiamo a fare sfoggio di forza
senza pulire le nostre mutande:
l’ igiene personale è importante
per non portare addosso la puzza
di tanto melma non rimossa
quale rispetto ci si aspetta se
… il Silvio dal giovanile aspetto
è perennemente indaffarato
tra tropicali muliebri selve
per trovar conferma
dell’immutata forza della verga
…el senatur con biascicato eloquio
si mette di traverso
ai dilettanti passatempi del compare:
alza la voce sulla piana
dove la folla impazza piena d’ira
e intanto nella mota si sprofonda
La spada di Alberto è moscia
non trafigge più nessuno
è nostalgico ricordo di un passato
fuori luogo, che più non può tornare
e a voi che volete scomodarlo
direbbe di andarlo a prenderlo…
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E se lo sguardo dintorno si volge
incontro mi viene una realtà deforme
che stringe la gola…potrei soffocarne.
Lo smarrimento in molteplice forme
offusca stelle polari e comete
e non hai più l’orizzonte.
Ma tra le pieghe di tanta confusione
riluce una fiammella che al tutto si confonde:
…ed è l’amore
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Davanti a una salma
mi sono visto esalare l’ultimo respiro:
sarò pronto o mi soffocherà l’angoscia
per l’alito che manca,
tutto sarà buio, e poi….
non sentire degli uccelli il canto mattutino
non ammirare le pennellate dei tramonti
le albe e il digradar delle notturne ombre
…e il chiudere il portone
per un’inderogabile scadenza
senza aver messo un po’ d’ordine
dentro quella casa che mi accoglie
e sovente non so neppure di abitare
…lo sguardo mio passa radente
su un prato,da poco di pioggia inebriato:
mi chino e ammiro gocce in bilico
trafitte da un raggio spiovente:
…come una goccia sono cominciato
stilla dopo stilla in un componimento
che mi fa esser quel che sono
ma non credo d’averlo mai capito
padrone di tale immeritato dono
mi son sempre visto come eterno
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Svuotato di te stesso
dietro un ebete sorriso
appiccicato sul viso
per camuffare l’inevitabile declino
ispiri compassione:
non raccolgo quell’espressione
Arriva, ed è vicino,il crepuscolo
un tempo che ha d’essere vissuto
e sulla linea di tramonto
gli occhi riconosceranno
non senza sgomento
un filo di tempo più volte rannodato
tempo frammentato, liso e sfigurato
ti sentirai foglia calpestata
fradicia di acqua novembrina
riconoscendo il tempo
che guarda solo indietro,
vecchio e ormai consunto
truccato senza risultato
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Di passi risuona la ghiaia
filari di lapidi ornate con fiori
anche solo fittizi
volti di un tempo di esso svuotato:
in una densa abitata città
di anime e vite vissute
forse in altra maniera abitano il tempo
…e lo spazio
che noi viventi occupiamo
Ripugnante ribrezzo
sapermi invaso da vermi
liquame che cola infestante
consuma la carne
lasciando un pauroso sorriso sdentato
senz'occhi
Ma il ricordo stampato
che appresso mi porto
è un volto, un sorriso, un pianto
un grido d’aiuto, di un tempo vissuto
spogliato dell’orpello del corpo:
nudo a se stesso
Nella sua trasparenza, il ricordo
evidenzia la vita che rivela sé stessa
celando la miserevole fine
di un corpo che diviene concime
e lascia un’impalpabile essenza
come aria …
…che scolpisce in raffiche ventose
le rocce del tempo che viene
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Inviato da: gigando1953
il 20/04/2011 alle 21:23
Inviato da: riflessisolari
il 08/04/2011 alle 23:23
Inviato da: riflessisolari
il 08/04/2011 alle 09:56
Inviato da: riflessisolari
il 25/03/2011 alle 20:25
Inviato da: riflessisolari
il 25/03/2011 alle 20:23