Creato da parolelente il 26/01/2010
Parole per dire - irene pizzimenti - (Tutti i diritti riservati-Riproduzioni vietate)-
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"La più bella solidarietà è donare, è bello cercare chi non viene". -Miloud Oukili - clown e artista di strada -
"Abbiamo tutti dentro un mondo di cose, ciascuno un suo mondo di cose. E come possiamo intenderci, signore, se nelle cose che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo come egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci, ma non ci intendiamo mai".
-Pirandello- "Sei personaggi in cerca di autore"
http://www.facebook.com/#!/pages/Vivere-Studiare-e-Lavorare-in-Scozia/366578686694959
http://fr.lourdes-france.org/tv-lourdes/
Passi lenti sulla scogliera
Pensieri nudi i piedi
nel riparlare
Tempo ripassato
rifinito piano
nelle sere
quando
l'ora
tace
Gusto
nuovo
dell'essere
pagina del tempo
che maestro insegna
Limpida nell'aria rigira
aperta al vento che sorride
bianco desiderio la chemisette.
Lucio Dalla. "Futura"
La sera dell'ultimo concerto.
Vorrei entrare dentro i fili di una radio
E volare sopra i tetti delle città
Incontrare le espressioni dialettali
Mescolarmi con l'odore del caffè
Fermarmi sul naso dei vecchi mentre
E con la polvere dei sogni volare e volare
Al fresco delle stelle, anche più in là
Coro :
Sogni, tu sogni nel mare dei sogni.
Vorrei girare il cielo come le rondini
E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
E come loro quando è la sera chiudere
Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
Per capire cosa succede dentro
e cos'è che lo muove
Da dove viene ogni tanto questo
Vorrei capire insomma che cos'è l'amore
Dov'è che si prende, dov'è che si dà
Coro :
Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni
Francoise Hardy
- Des ronds dans l'eau-
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Post n°506 pubblicato il 12 Ottobre 2013 da parolelente
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Post n°505 pubblicato il 12 Ottobre 2013 da parolelente
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Post n°504 pubblicato il 12 Ottobre 2013 da parolelente
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Post n°503 pubblicato il 18 Luglio 2013 da parolelente
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Post n°502 pubblicato il 07 Luglio 2013 da parolelente
Amati un poco contro l’orrore Amati un poco contro la rabbia Amati un poco contro il furore che spara a vista Amati un poco contro fughe oltre i dirupi Amati amando ogni bambino della Terra Amati amando ogni manipolo d’uomini Amati amando ogni sangue che diverso dal tuo sgorga Amati ed ama Solitudine d’umano che cammini su ogni viso della Terra Ama la Pace dai passi stanchi sotto al sole Ama l’Umiltà che impara a perdonare Ama il Coraggio che si porge mano al suo nemico Ricorda! Alla fine i morti stanno sempre accanto! Vittime e carnefici! E’ sempre questo il finale di ogni scena sulla Terra Getta indietro l’odio Getta via ogni domanda Seppellisci ogni risposta amara Poggia un papavero rosso sopra quelle silenziose lacrime Si! E allora? E allora… “Ama e Basta!”. |
Post n°501 pubblicato il 25 Giugno 2013 da parolelente
E senti improvviso il gusto di immergerti nel mondo. E ti infili una giacca di lana e scendi le scale e già il portone è alle tue spalle. Sorridi,forse si contendono i pezzi di appartenenza dei marciapiedi da ripulire. E´ tanto l´umano che gira ed io sassolino,in mezzo a questo grande cerchio dai confini non visibili, Sorridi e se puoi ,porgi una mano a chi è solo ,li vedi sempre per strada ...sono persi ,spesso fermi ad un angolo,e guardano ...sguardo nel vuoto, oppure viso chiuso, seduti nella villetta a rimuginare, neri. irene pizzimenti |
Post n°500 pubblicato il 25 Giugno 2013 da parolelente
E’ il porsi obiettivi nella vita, il cercare di realizzarli, che rende forte |
Post n°499 pubblicato il 25 Giugno 2013 da parolelente
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Post n°498 pubblicato il 25 Giugno 2013 da parolelente
Prima è una pressa pietra dura sul cervello Poi è pietra lo stesso cervello tenta di difendersi ma il silenzio rompe corrode come acido uccide poco a poco Fermati Donna fermati Guardati Donna guardati Credi in te stessa Donna credi Grida Donna grida quella violenza Abbi fiducia Donna! Le tue parole diventeranno solo Libertà! |
Post n°497 pubblicato il 13 Giugno 2013 da parolelente
I silenzi di una donna sono case in riva al mare che nessuno apre nell'inverno dimore solitarie che solo il tempo vive senza più rumore tuffi o commensali a cena. Ascolto muto di sentimenti mai scoperti al sole percorsi lenti maturati che non sconvolgono il dolore stanchezze che ritornano sempre alla fine nella propria casa dove ogni cosa ha un suo posto dove ogni oggetto ha un suo nome Bisogni e storie mai rivelate in pieno che le proprie mani sanno consolare i silenzi di una donna si allargano piano piano come ragnatele agli angoli Vivono nelle stanze vuote dove pure il mare lascia la sua tristezza dove le conchiglie abbandonate sulla sabbia ritrovano i cassetti I silenzi di una donna… ci passa di soppiatto sempre il vento... filano i pensieri con la pazienza di chi deve dipanare nodi Angoli di vita sconosciuti che solo il tempo scopre antichi ceppi pronti nelle ceste per riscaldare case Sfumature calde dell'inverno per rivedere il cielo a modo tuo . I silenzi di una donna...
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Post n°496 pubblicato il 06 Maggio 2013 da parolelente
di MANFREDI BORSELLINO
Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l'esame di diritto commerciale, ero esattamente allo "zenit" del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella via Zandonai, dove nel bel mezzo del "taglio" fu raggiunto dalla telefonata di un collega che gli comunicava dell'attentato a Giovanni Falcone lungo l'autostrada Palermo-Punta Raisi. Ricordo bene che mio padre, ancora con tracce di schiuma da barba sul viso, avendo dimenticato le chiavi di casa bussò alla porta mentre io ero già pietrificato innanzi la televisione che in diretta trasmetteva le prime notizie sull'accaduto. Aprii la porta ad un uomo sconvolto, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla né lui proferì parola. Si cambiò e raccomandandomi di non allontanarmi da casa si precipitò, non ricordo se accompagnato da qualcuno o guidando lui stesso la macchina di servizio, nell'ospedale dove prima Giovanni Falcone, poi Francesca Morvillo, gli sarebbero spirati tra le braccia.
momento di non ritornoEra l'inizio della fine di nostro padre che poco a poco, giorno dopo giorno, fino a quel tragico 19 luglio, salvo rari momenti, non sarebbe stato più lo stesso, quell'uomo dissacrante e sempre pronto a non prendersi sul serio che tutti conoscevamo. mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente allestita all'interno del Palazzo di Giustizia. Non potrò mai dimenticare che quel giorno piangevo la scomparsa di un collega ed amico fraterno di mio padre ma in realtà è come se con largo anticipo stessi già piangendo la sua. Dal 23 maggio al 19 luglio divennero assai ricorrenti i sogni di attentati e scene di guerra nella mia città ma la mattina rimuovevo tutto, come se questi incubi non mi riguardassero e soprattutto non riguardassero mio padre, che invece nel mio subconscio era la vittima. Dopo la strage di Capaci, eccetto che nei giorni immediatamente successivi, proseguii i miei studi, sostenendo gli esami di diritto commerciale, scienze delle finanze, diritto tributario e diritto privato dell'economia. In mio padre avvertivo un graduale distacco, lo stesso che avrebbero percepito le mie sorelle, ma lo attribuivo (e giustificavo) al carico di lavoro e di preoccupazioni che lo assalivano in quei giorni. Solo dopo la sua morte seppi da padre Cesare Rattoballi che era un distacco voluto, calcolato, perché gradualmente, e quindi senza particolari traumi, noi figli ci abituassimo alla sua assenza e ci trovassimo un giorno in qualche modo "preparati" qualora a lui fosse toccato lo stesso destino dell'amico e collega Giovanni. domenica ed ero oramai libero da impegni universitari, mi alzai abbastanza tardi, perlomeno rispetto all'orario in cui solitamente si alzava mio padre che amava dire che si alzava ogni giorno (compresa la domenica) alle 5 del mattino per "fottere" il mondo con due ore di anticipo. In quei giorni di luglio erano nostri ospiti, come d'altra parte ogni estate, dei nostri zii con la loro unica figlia, Silvia, ed era proprio con lei che mio padre di buon mattino ci aveva anticipati nel recarsi a Villagrazia di Carini dove si trova la residenza estiva dei miei nonni materni e dove, nella villa accanto alla nostra, ci aveva invitati a pranzo il professore "Pippo" Tricoli, titolare della cattedra di Storia contemporanea dell'Università di Palermo e storico esponente dell'Msi siciliano, un uomo di grande spessore culturale ed umano con la cui famiglia condividevamo ogni anno spensierate stagioni estive. tradendo un certo desiderio di "fare strada" insieme, ma non ci riuscì. L'avremmo raggiunto successivamente insieme agli zii ed a mia madre. Mia sorella Lucia sarebbe stata impegnata tutto il giorno a ripassare una materia universitaria di cui avrebbe dovuto sostenere il relativo esame il giorno successivo (cosa che fece!) a casa di una sua collega, mentre Fiammetta, come è noto, era in Thailandia con amici di famiglia e sarebbe rientrata in Italia solo tre giorni dopo la morte di suo padre. Non era la prima estate che, per ragioni di sicurezza, rinunciavamo alle vacanze al mare; ve ne erano state altre come quella dell'85, quando dopo gli assassini di Montana e Cassarà eravamo stati "deportati" all'Asinara, o quella dell'anno precedente, nel corso della quale mio padre era stato destinatario di pesanti minacce di morte da parte di talune famiglie mafiose del trapanese.
mio padre ci disse che non era più nelle condizioni di sottrarsi all'apparato di sicurezza cui, soprattutto dolo la morte di Falcone, lo avevano sottoposto, e di riflesso non avrebbe potuto garantire a noi figli ed a mia madre quella libertà di movimento che negli anni precedenti era riuscito ad assicurarci. trascorso sin dalla nostra nascita forse i momenti più belli e spensierati, era rimasta chiusa. Troppo "esposta" per la sua adiacenza all'autostrada per rendere possibile un'adeguata protezione di chi vi dimorava. Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un suo amico per quello che sarebbe stato l'ultimo bagno nel "suo" mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D'Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare. Anche il pranzo in casa Tricoli fu un momento piacevole per tutti, era un tipico pranzo palermitano a base di panelle, crocché, arancine e quanto di più pesante la cucina siciliana possa contemplare, insomma per stomaci forti. Ricordo che in Tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel "tenere comizio" come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all'immaginazione. padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l'eccidio) e l'agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina parcheggiata sul piazzale limitrofo le ville insieme a quelle della scorta. Mia madre lo salutò sull'uscio della villa del professore Tricoli, io l'accompagnai portandogli la borsa sino alla macchina, sapevo che aveva l'appuntamento con mia nonna per portarla dal cardiologo per cui non ebbi bisogno di chiedergli nulla. Mi sorrise, gli sorrisi, sicuri entrambi che di lì a poche ore ci saremmo ritrovati a casa a Palermo con gli zii. Ho realizzato che mio padre non c'era più mentre quel pomeriggio giocavo a ping pong e vidi passarmi accanto il volto funereo di mia cugina Silvia, aveva appena appreso dell'attentato dalla radio. Non so perché ma prima di decidere il da farsi io e mia madre ci preoccupammo di chiudere la villa. Quindi, mentre affidavo mia madre ai miei zii ed ai Tricoli, sono salito sulla moto di un amico d'infanzia che villeggia lì vicino ed a grande velocità ci recammo in via D'Amelio. in via D'Amelio fui riconosciuto dall'allora presidente della Corte d'Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna. Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all'interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell'esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre; a differenza di quello che si può pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell'ultima immagine del padre, è come se si fossero voluti salutare un'ultima volta. mia madre, è certamente cambiata dopo quel 19 luglio, siamo cresciuti tutti molto in fretta ed abbiamo capito, da subito, che dovevamo sottrarci senza "se" e senza "ma" a qualsivoglia sollecitazione ci pervenisse dal mondo esterno e da quello mediatico in particolare. Sapevamo che mio padre non avrebbe gradito che noi ci trasformassimo in "familiari superstiti di una vittima della mafia", che noi vivessimo come figli o moglie di ....., desiderava che noi proseguissimo i nostri studi, ci realizzassimo nel lavoro e nella vita, e gli dessimo quei nipoti che lui tanto desiderava. A me in particolare mi chiedeva "Paolino" sin da quando avevo le prime fidanzate, non oso immaginare la sua gioia se fosse stato con noi il 20 dicembre 2007, quando è nato Paolo Borsellino, il suo primo e, per il momento, unico nipote maschio. he ci ha lasciati ma non nel senso che lui temeva: siamo rimasti gli stessi che eravamo e che lui ben conosceva, abbiamo percorso le nostre strade senza "farci largo" con il nostro cognome, divenuto "pesante" in tutti i sensi, abbiamo costruito le nostre famiglie cui sono rivolte la maggior parte delle nostre attenzioni come lui ci ha insegnato, non ci siamo "montati la testa", rischio purtroppo ricorrente quando si ha la fortuna e l'onore di avere un padre come lui, insomma siamo rimasti con i piedi per terra. E vorrei anche dirgli che la mamma dopo essere stata il suo principale sostegno è stata in questi lunghi anni la nostra forza, senza di lei tutto sarebbe stato più difficile e molto probabilmente nessuno di noi tre ce l'avrebbe fatta. Mi piace pensare che oggi sono quello che sono, ovverosia un dirigente di polizia appassionato del suo lavoro che nel suo piccolo serve lo Stato ed i propri concittadini come, in una dimensione ben più grande ed importante, faceva suo padre, indipendentemente dall'evento drammatico che mi sono trovato a vivere. dopo la morte di mio padre, ovverosia una persona che in un modo o nell'altro avrebbe "sfruttato" questo rapporto di sangue, avrebbe "cavalcato" l'evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di .... o perché di cognome fa Borsellino. (...) Ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita. Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere.
volume "Era d'estate" edito da Pietro Vittorietti |
Post n°495 pubblicato il 06 Maggio 2013 da parolelente
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Post n°494 pubblicato il 06 Maggio 2013 da parolelente
Agnese Borsellino Non è morta, vive e sempre vivrà nel cuore di tutti coloro che l'hanno conosciuta,il suo sguardo paziente, la muta dolcezza del suo sentire,il suo donare amore con la levità di chi conosce il linguaggio ed il valore del silenzio che sa parlare,il suo sorriso a volte timido ma sempre forte tra le pieghe espressive del viso che conosceva bene il peso del dover comunicare senza chi...asso, il suo caldo abbraccio-rifugio, nei momenti dolorosi che si attraversano nella vita, sono e saranno per me pagine indimenticabili della mia vita. Il vero dono che lascia è quel grande saper dare nel dolore, quel saper saltare fermamente le apparenze, andando a leggere nella profondità dell'animo degli uomini. Lei lo ha testimoniato sempre, senza mai alcuna forma di ostentazione o chiasso di giornali. Tanto ha fatto e continuerà a fare nel cuore di moltissima gente. Il suo esempio, il suo coraggio durante il funerale degli Agenti -Angeli del Suo amato Paolo Borsellino, mi accompagnerà sempre ,così come accompagnerà tutti i giovani ormai che quel giorno in diretta radio parlavano con me di un grande Eroe silenzioso,di Paolo Borsellino, padre adottivo per tanti di noi. Agnese e Paolo Borsellino non sono morti,vivono e sempre vivranno negli anni che si succederanno nella Storia. Insieme resteranno sempre! Agnese Borsellino con la Sua figura esile e coraggiosa di madre, moglie e cittadina pronta sempre a donare grande ed infinita comprensione ,Paolo Borsellino perchè Uomo che è stato solo fisicamente ucciso, perchè amava e combatteva per la Verità e la Giustizia, ma ad oggi e per le generazioni future, Uomo cardine della Storia del nostro Tempo. Loro hanno per sempre sconfitto la morte diventando, per quel loro modo di affrontare la vita stessa, simboli viventi per un esercito infinito di giovani e non solo di giovani!. Si, Agnese e Paolo Borsellino non moriranno mai!. fortunata francesca irene pizzimenti |
Post n°493 pubblicato il 28 Aprile 2013 da parolelente
Quando sogno mi abbraccia libertà Batte forte il cuore senza più paure che uccidono la vita Vedo porte aprirsi serene Il lavoro c’è per tutti Via fame violenza razzismo Camminano piano umiltà tolleranza verità
Strade pulite sono angoli luminosi Conversazioni sorrisi abbracci colorano l’ umano vibrante d’amore Conosciuto lo sconosciuto che intreccia lieve i passi abbraccia tenero di sguardi ogni bambino
Ed Amicizia sorride finalmente Solidarietà silenziosa piange di gioia
Quando sogno…
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Post n°492 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
Sono poche le parole |
Post n°491 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
E invento un gioco
La carezzo Gitane fantasiose Intrigano…
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Post n°490 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
L'esistenza?.........una goccia persa nell'oceano della vita. |
Post n°489 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
Vagano i pensieri all'alba |
Post n°488 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
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Post n°487 pubblicato il 21 Marzo 2013 da parolelente
Sensuale |