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CARCERI. IL 100° MORTO.SI CHIAMAVA GIUSEPPEED ERA DETENUTO AL PAGLIARELLI.LA SUA NON E'UNA MORTE INASPETTATA. Giuseppe La Piana era detenuto nel carcere Pagliarelli di Palermo ed è la centesima persona che muore nelle carcere italiane nel giro di sei mesi. 100 morti in 6 mesi. Giuseppe, che aveva 35 anni, è morto domenica 3 luglio alle 12.30. Una morte inaspettata? Una morte che era inevitabile? Non sembra dato che Giuseppe soffriva di cuore tanto che nel settembre del 2088 fu operato. La Cardiopatia di cui soffriva Giuseppe era tanto grave da costringerlo ad assumere una dose massiccia di medicinali. Medicinali che Giuseppe avrebbe dovuto assumere a vita, tanto stava male. Medicinali che invece nel carcere Pagliarelli pare gli venissero somministrati solo in parte.Inoltre Giuseppe, qualche mese fa, aveva fatto richiesta di essere sottoposto alla detenzione domiciliare a causa del suo stato di salute. Richiesta che è stata rigettata dal Magistrato di sorveglianza.La domanda è: quante cose non hanno funzionato nella carcerazione di Giuseppe? Quante manchevolezze, quante negligenze lo hanno portato alla morte? Ho preso quest' articolo dal sito www.radiocarcere.com |
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HAMO IN PIAZZA ALIMONDA (20-07-2011)
DALLE SBARRE
...una voce di speranza
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
Ode alla vita, di Martha Medeiros
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