Creato da hamo64 il 02/04/2011

silenzi assordanti

...

 

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QUELLO CHE NON HO MAI DETTO

Post n°27 pubblicato il 26 Novembre 2011 da hamo64
 

é molto tempo che non mi dedico a questo foglio virtuale,sono assorto da una miriade di pensieri che non sono più un'ossessione come potevano essere i primi tempi che ero fra i vivi?...

e con delicatezza d'animo che ricordo un bambino smarrito.. che si aggira in una periferia ai tempi ,fatta di emarginazione, povertà, o con gli occhi di oggi rivedo le stesse cose , solo che io non sono più un bambino non devo riconoscermi in gruppi ,per non sentirmi diverso, non devo cercare più i disagiati per sentirmi meno disagiato dai altri bambini .

e cosi quella maledetta sera ho detto a un mio eroe di quartiere .. vengo in macchina con te .. La macchina era rubata!! come un incasrtro mi trovo con delle coperte mal odoranti, una gavetta ,un rotolo di carta igenica .. un secondino che mi apre una miriade di porte ..il mio cuore batteva al'impazzata al' epoca circolavano leggende metrolpolitane .. la sodomia le prepotenze ero carino non ero pronto per vedere cio che avrei visto da li a pochi secondi .

Si apre la porta enorme della prima sezione del carcere di marassi!! quattro balconi allineati gente che gridava.. con la coda del occhio vedevo uomini completamenti tatuati anche in volto!!! , grida.. agenti che gridavano, il mio cuore forse voleva impazzire!!! fermarsi? la mia mente si stava allontanando da  quel bambini .

una voce interrompe un attimo.. che  e una vita ..mi spinge senza motivo e con disprezzo apre una cella ..entra!!!  sbatte violentemente la porta con un calcio .. quel calcio l'ho preso nello stomaco.. anche se era nella porta, sento ancora il vento della porta che sbatte .

Avevo paura a piangere ..piangere e sinonimo di debolezza e forse qualcuno avrebbe potuto vedermi nel mio momento di debolezza  .

Scritte su tutto il muro calendari approssimativi ..nomi di donne ,alcune con dediche dolcissime alcune piene di disprezzo e frasi del tipo ...chi galera non prova  liberta non apprezza ...mamma vita mia ...finche nel mondo l'infame impera la casa del'uomo onesto e la galera .frasi incomprenssibili per me ma mi hanno in qualche modo fatto capire al volo che era un posto con regole rigide non si acceta niente di diverso.. un mondo dove non si accettava la diversita di alcun tipo se volevi giocare (vivere) quello era il gioco.

Non so perche racconto la mia prima volta  so solo che quello che non doveva accadere e accaduto io avevo 14 anni e non dovevo trovarmi li..( I minori non vanno tenuti in carcere con i maggiorenni)  ma i fatidici incastri della vita .. Un uomo di mezza età si avvicina allo spioncino e mi domanda, mi rassicura.. mi dice e la prima volta domani vai a casa , ti serve qualcosa' ' dopo dieci minuti si ripresenta con tutto stecche di sigarette ,dolci ,affettati, pantofole .. insomma si voleva prendere cura di me ... ma era solo l'inizio di un incubo che durerà 22 anni .

Arrivavo a mala pena alla fessura che ti faceva vedere il corridoio ,, vedo un mio amico di zona e felice !!faccio un urlo quasi avessi visto chissa chi.. Giuseppe!!! lui guarda ..hamo cosa fai li' e viene a l pino terreno dove ero .con enfasi racconto il mio primo arresto cercando di non nascondere che non averva fatto la spia ma come un uomo d'onore mi ero preso io la colpa del furto (i minori facevano cosi ) i bravi ragazzi!!! Sbuca il tizio di prima giuseppe gli dice con prepotenza cosa fai vicino al mio amico BRUTTO FROCIO ? con una testata improvvisa lo mette a terra e senza pietà lo prende a calci, insultandolo ,il sangue schizzava da pertutto lui urlava pietà e io in cuor mio speravo che Giuseppe la smettesse.. ma un mugulo di guardie accorsero iniziarono a pestare Giuseppe fino a farlo svenire e portandolo via per i piedi lo rividi solo dopo 3 anni (fuori) . Gesti benevoli, carità ,pietà ,aiuto in un attimo ho capito quello che oggi faccio fatica a comunicare che dopo anni anni ..e difficile ragionare in termini diversi da quelli che mi hanno aiutato a essere qui oggi..

Il carcere mondo lontano da qualsiasi pensiero (carcere ) uomini vuoti che si riempiono di niente ..il niente che si deve riepire di qualsiasi cosa pur di non morire  dentro!  io non oso descrivere con termini sociologici tutto cio che succede, anche se oggi ne so piu di prima,mi conosco meglio e so cosa mi e accaduto so solo che ogni volta che passo davanti a quel muro di cemento, vedo un bambino spaventato che ancora oggi e un po li dentro perche non sono riuscito ancora a uscire del tutto. 

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Commenti al Post:
Saledizucchero
Saledizucchero il 14/02/12 alle 21:58 via WEB
tranquillo, molto che hai vissuto fra 4 muri succede anche nelle famiglie, il luogo e' diverso ma la sofferenza e' simile in quella eta..scrivi molto bene con il cuore sulle dita.
 
mielealpeperoncino
mielealpeperoncino il 30/09/12 alle 14:47 via WEB
Quello che non hai mai detto, hai trovato il coraggio di scriverlo, la scrittura esorcizza il dolore soprattutto quando si scrive, cosė come hai fatto tu, a cuore aperto. Io leggendoti mi sono commossa. Ti sorrida la vita. Rossella
 
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HAMO IN PIAZZA ALIMONDA (20-07-2011)

 

DALLE SBARRE

...una voce di speranza

 

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.

Ode alla vita, di Martha Medeiros

 

 

 

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