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Vesuvio
...ma chi l'osserva non lo guardi solo come motore ,o come divoratore e consumatore ,ma lo guardi come creatore attivo di quanto abbiamo con noi,poichè l'ingegno,l'operosità ,la gesticolazione,il discorrer molto,l'urtarsi,il minacciar con le mani innanzi,non son che impulso vesuviano.
Quella facoltà eruttiva che han molte delle terre napoletane ,l'argillo della napoletana creatura possiede,e la fibra mossa e rimossa dagli operosi fluidi elettrici e magnetici fa del napoletano spesso un pazzo piacente o un sincero curioso (Carlo Tito Dalbuono)
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Il romanzo delle stragi
Io so.Ma non ho le prove.Non ho nemmeno indizi.Io so perchè sono un intellettuale,uno scrittore che cerca di seguire tutto ciò che succede ,di conoscere tutto ciò che se ne scrive ,di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace ;che coordina fatti anche lontani ,che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico ,che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,la foliia e il mistero.
PierPaolo Pasolini
Libri
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un presepe sui rifiuti .L'artista ha colto nel segno .E' un'intuizione geniale di quella che è poi la raccapricciante metafora di questi giorni di fine 2007,dove le ombre del capitalismo criminale scendono più fitte ad avvolgere le nostre coscienze violentate da tanto orrore .
Un presepe sui rifiuti è il simbolo di una voglia di resistere nonostante siano forti le tentazioni di non festeggiare ,è un tentativo di sopravvivere moralmente al degrado continuo che ci divora a poco a poco.
dal blog http://paginevesuviane.splinder.com/
Un presepe tra i rifiuti. L’idea, originalissima, è venuta allo scultore boscotrecasese, Antonio Carotenuto (fratello di Roberto, altro "innovatore"), che in via Armando Diaz, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla stazione cittadina, su una monta di immondizia, location quanto mai suggestiva, ha pensato di realizzare la sua ultima “creatura”. Un presepe con sagome di compensato dipinto posizionate ai margini di cumuli di rifiuti nauseabondi. “Un bambino può nascere anche in una mangiatoia ma non nella spazzatura. I fanciulli vesuviani hanno il diritto, come tutti i bambini del mondo, di vivere una vita fuori dai veleni dei grandi”
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