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Aiko, la storia continua

Post n°35 pubblicato il 13 Novembre 2006 da eltosco
Foto di eltosco

“Aiko, nati per cambiare le regole”. Recitava così, quattro anni fa, l’editoriale che celebrava la nascita di questo giornale universitario, nato dalla passione di alcuni studenti di Scienze della Comunicazione, affascinati dall’idea di mettere nero su bianco sogni, aspirazioni, ideali che andavano scoprendo nell’incontro con il mondo universitario.

“Nati per cambiare le regole” è una frase, o motto che dir si voglia, sicuramente ricco di retorica, che potrebbe essere adatto a qualunque campagna pubblicitaria o elettorale: parole trite e ritrite, logore per quanto uso se ne è fatto nel corso dei secoli. Quante volte si è parlato di voglia di cambiare le regole? E quante volte, alla fine, ci si è riusciti concretamente? Poche forse, ma questa volta non importa. Aiko, per noi che sognavamo, era qualcosa in più, era tutto un mondo che si nascondeva dietro il nome della neonata principessina del Giappone, figlia dell’erede al trono imperiale Naruhito e della “principessa triste” Masako.

In quegli anni il Paese era a corto di eredi maschi in grado di assicurare una continuità dinastica all’impero del Sol Levante, e quindi, per la prima volta dopo secoli, si parlava di cambiare, di abolire e cancellare la legge salica allora in vigore, secondo cui solo gli uomini possono salire al trono. Un evento di portata storica: il Giappone dalle mille contraddizioni, lanciato verso il futuro eppure allo stesso tempo chiuso in una infinita serie di tradizioni nazionalistiche e maschiliste, si preparava ad aprire le porte della corte imperiale ad una donna. E tutto questo terremoto politico-sociale veniva provocato da una neonata, un essere minuscolo in grado di lottare, per il solo essere nato, contro regole ataviche. Un favola, un sogno che ci ha conquistato subito, un sogno che aveva un nome breve e accattivante: Aiko. Appunto.

Ma i sogni a volte passano, vanno in frantumi, cambiano. E anche quello delle donne giapponesi, e con loro quei nostri ideali, quelle nostre speranze, sono volati via nel vento. Nel settembre di quest’anno in Giappone è nato infatti Hisahito, primogenito del fratello minore dell’erede al trono del Sol Levante. Un maschietto insomma, destinato fin dalla nascita a esautorare la cuginetta Aiko - colpevole solo di essere donna -, e a cancellare ogni progetto di riforma della legge salica, osteggiata dai nazionalisti conservatori oramai fermamente al potere in Giappone. Una guerra tra bambini, con arbitri parziali e maschilisti, vinta a tavolino dal maschietto.

Ma Aiko - non il giornale ma la piccola principessina -  sicuramente saprà trarre insegnamento dal destino che la vita le ha riservato. Le due sillabe, ai e ko, significano infatti, in giapponese,  rispettivamente amore e figlia, mentre il nome completo è stato preso da un'opera di Mencio, in cui il filosofo cinese scrisse: "Una persona benevola ama gli altri; una persona rispettosa è una che rispetta gli altri. Quelli che amano la gente saranno da essa amati per sempre e coloro che rispettano gli altri riceveranno sempre rispetto". Amore dunque – parola anch’essa a rischio di retorica smielata -, perché è con l’amore e la tenacia che si possono ottenere i cambiamenti più grandi, anche quando il mondo rema nella direzione opposta.

E forse a pensarci bene, a quattro anni di distanza dal primo numero di questo giornale, possiamo dirci quasi sicuri che la piccola Aik un giorno ringrazierà il suo Dio (cioè l’Imperatore) di non essere salita al trono del Sol Levante, dove sarebbe stata imbrigliata da un infinito numero di rigide regole e convenzioni incapaci di permettere la libera espressione del pensiero umano. E forse quel giorno, quando sarà adulta, guarderà il cugino sfortunato, che ha preso il suo posto in quella gabbia dorata, e capirà che la fortuna più grande di questo mondo sta nell’essere liberi con il corpo e con la mente, e che non importa la posizione occupata nella piramide sociale per “cambiare le regole”. Quando questo giornale è nato pensavamo che per cambiare qualcosa, per migliorare ogni micro-mondo che ci circonda, fosse necessario sedere sul trono imperiale, occupare una posizione di potere. Ma non è così. Le rivoluzioni partono anche dalle cose infinitamente piccole, anche da una bambina. Noi finalmente l’abbiamo capito, ora tocca a Lei, ad Aiko.

Simone Toscano

Fonte, il nuovo numero di Aiko - novembre 2006

 
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