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L'elefante parla...e l'asino vola

Post n°18 pubblicato il 15 Settembre 2006 da eltosco
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E' vero che l'italiano e il coreano sono molto differenti tra loro, è vero anche che la parola "bahl" è molto più facile da pronunciare dell'italiana "piede", ma nessuno avrebbe mai pensato che lo fosse così tanto da essere pronunciata con facilità addirittura da un'elefante.

Koshick, questo il nome del pachiderma ospite in uno zoo della Corea del Sud, è infatti -secondo il suo custode-, un abile interlocutore.

"Quando gli ho sentito pronunciare parole in coreano per la prima volta, due anni fa, non credevo alle mie orecchie - dice convinto Kim - allora l'ho fatto registrare di nascosto e ho scoperto che passava la notte a parlare". Ma c'è di più: secondo Kim infatti, da allora Koshnick avrebbe addirittura migliorato la pronuncia, tanto che ora sarebbe in grado di dire anche "buono", "non ancora", e "seduto".

Ma c'è chi prende la cosa ancora più seriamente: Bae Myun jin, professore all'Università di Soongshil, ha usato uno spettrogramma per comparare i fonemi e le frequenze di Kim e Koshick mentre pronunciano la parola "joa", cioè "buono" in coreano.

al termine dello studio avrebbe scoperto una somiglianza del 94 per cento tra le due voci: quasi dei sosia vocali, insomma. Il segreto? Koshnick avrebbe imparato ad usare la proboscide per soffiare l'aria in un punto della sua bocca e per modularne poi l'uscita, così come le dita di una mano spingono i tasti di una tromba per modularne il suono.

 
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Segolene Royal, una donna per l'Eliseo

Post n°17 pubblicato il 15 Settembre 2006 da eltosco
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Porta vestiti rigorosamente chiari, indossa solo gonne, un trucco leggero le illumina il viso. è Segolene Royal, il volto nuovo della politica francese. Cinquantatre anni, secondo un sondaggio sesta fra le 100 donne più sexy del mondo, è la compagna del segretario del partito socialista Francois Hollande e da mesi è il candidato più popolare della sinistra per le elezioni presidenziali della prossima primavera, l'unica - pare - in grado di tenere testa al candidato della destra Sarkozy.

Di certo Segolene, come la chiamano tutti, è una figura molto controversa: nel suo partito l'attaccano in molti. c'è chi l'ha definita populista, una "Evita alla francese", e contro di lei sono scese in campo, con un manifesto, anche 143 donne del suo partito, che l'accusano di badare più all'apparenza che alla sostanza. Ma Lei, sorridendo, affascina i francesi, e viene percepita come vincente pur essendo l'antitesi delle dame di ferro alla Tatcher o alla Merkel. Apprezzeranno i francesi una donna in corsa per la Presidenza?

 
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Kabul, attentato all'ambasciata Usa

Post n°16 pubblicato il 09 Settembre 2006 da eltosco

Sono arrivati a colpire fin dentro la "zona verde", l'area più protetta di Kabul, in pieno centro, sede di ambasciate e palazzi del potere. Hanno colpito a poche decine di metri dall'ambasciata americana e dalla Corte Suprema. un'altra strage questa mattina a kabul.

Il terrorismo talebano, a tre giorni dall'anniversario dell'11 settembre e a cinque anni dal crollo di quel regime teocratico, ha puntato contro chi, quel regime, lo ha abbattuto. Un'autobomba guidata da un kamikaze è esplosa pochi minuti prima di mezzogiorno ora locale, le otto e mezza in Italia, contro una colonna di mezzi dell'Isaf, la forza di interposizione della Nato. sedici le vittime, almeno due i soldati americani secondo quanto riferito dal portavoce militare statunitense, tre secondo la tv al jazeera. fra i morti anche undici civili afghani, altri 29 dei quali sono rimasti feriti. scene agghiaccianti per i soccorritori con i corpi delle vittime straziati dall'eslosione violentissima, impossibile anche mostrare tutte le immagini arrivate da kabul proprio per la loro crudezza. Si tratta del più grave attentato compiuto a Kabul dalla caduta del regime talebano. Un attacco che, altra coincidenza, è stato messo a segno proprio in un piazzale dedicato ad un eroe della resistenza anti-talebana, il comandante Massoud, il leone del Panshir, di cui domani ricorre il quinto anniversario dell'assassinio.

 
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Israele: forse liberi presto i soldati rapiti

Post n°15 pubblicato il 05 Settembre 2006 da eltosco

"Israele potrebbe togliere il blocco aeronavale in Libano entro 48 ore". Ad annunciarlo è Kofi Annan, in visita in Egitto, nuova tappa del suo tuor diplomatico in Medio Oriente. Un tour che evidentemente inizia a dare i suoi frutti. Proprio ieri Annan aveva sorpreso tutti annunciando l'apertura di una mediazione, seppur indiretta, tra Israele e Hezbollah per la liberazione dei due militari israeliani catturati lo socrso 12 luglio. "Nominerò un mediatore segreto che negozierà tra le due parti - aveva detto -. Ma il mio dovrà essere l'unico mediatore".

Questa mattina, da Israle, è arrivata però un secca precisazione, che ruota proprio attorno al termine "mediazione". "Annan non medierà - dicono dal governo - ma ci AIUTERA'". Gerusalemme ha infatti sempre rifiutato di mediare, chiedendo il rilascio INCONDIZIONATO dei soldati, come previsto dalla risoluzione Onu. Hezbollah chiede invece uno scambio di prigionieri.

E proprio attraverso uno scambio di prigionieri potrebbe passare la liberazione di Gilad Shalit, il caporale dell'esercito israeliano rapito lo scorso 25 giugno a Gaza da militanti di Hamas. Secondo fonti non ufficiali, il militare dovrebbe essere in un primo momento consegnato all'Egitto, che farà da mediatore, e successivamente, dopo la liberazione di prigionieri di guerra palestinesi, tornerà in Israele. Se Shalit verrà liberato, fa sapere il vicepremier israeliano Shimon Peres, il primo ministro Olmert incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen.

 
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Crocodile Hunter

Post n°14 pubblicato il 05 Settembre 2006 da eltosco
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Spavaldo, sbruffone, molto coraggioso. L'australia piange Steve Irwin, il suo "crocodile hunter", un cacciatore di coccodrilli, che in realtà con loro amava solo rischiare la propria vita, per un applauso in più. Famoso in tutto il mondo per i filmati in cui "giocava" con i denti degli alligatori o con pitoni e boa, Irwin ha perso la vita mentre girava un innocuo documentario sulla barriera corallina, ucciso da un aculeo di una razza tropicale.

Amava gli applausi e gli eccessi: a tutti raccontava di aver ricevuto un pericoloso pitone per il suo sesto compleanno e di aver cominciato a cacciare a mani nude i coccodrilli marini fin dall'età di nove anni. Più volte accusato di sfruttare gli animali nei suoi show, si attirò l'indignazione internazionale quando, con in braccio il figlio di appena un mese, diede da mangiare un pollo ad un coccodrillo marino di quattro metri. Ciò nonostante, il premier australiano John Howard lo ha definito "un personaggio straordinario". Altri si sono perfino spinti a definirlo un Noè dei nostri tempi. E davanti al suo zoo, appena si è sparsa la notizia della sua morte, è cominciato un pellegrinaggio per dare l'addio al re dei coccodrilli

 
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Ciao motorello...

Post n°13 pubblicato il 30 Agosto 2006 da eltosco
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E così il motorello se ne è andato...portato via...in una notte di fine estate, mentre era parcheggiato vicino la Sora Mirella, all'Isola Tiberina...mi sembrava troppo bello, aver preso il primo stipendiuccio dal Tg...ecco che lo stesso giorno della lieta notizia arriva la batosta...bellissimo Scarabeo nero, senza un graffio, mai un incidente, da poco rimesso a punto dal meccanico...e ora mi toccherà trovarne uno nuovo, anzi usato, per tiricchiare avanti...I miei amici si sono già messi in moto (...)...forse je la fò...

 
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All'una e mezza di notte

Post n°12 pubblicato il 25 Agosto 2006 da eltosco

Mezzanotte...finisco di fare il mio pezzo su Prodi, Chirac, Livni e Unifil...pezzo delicato, difficile, perchè essere equilibrati è più difficili di quanto si possa pensare...bisogna soppesare le parole, non sbilanciarsi..fare come mi hanno insegnato...

In redazione, e in conduzione, il buon Tricoli (troppo forte!!!)...Gli dico "Ohi Fabio, se non Ti serve altro io vado eh? Giusto una controllatina per vedere se mentre montavo il servizio non è uscito niente di nuovo"...Ultime parole famose...Rapito un poveraccio italiano in Nigeria..E allora chiama l'Eni, la Saipem, la Farnesina...ovviamente nessuno sa niente o poco più...insomma, eccomi all'una e mezza di notte in redazione..Ho appena finito di scrivere la "macchia" su questo poveraccio e fatto "prima pagina", e ora mi guardo il Tg, in diretta..anzi, ora vado a vedermelo in studio...E' tardi, dovevo raggiungere i miei amici a Campo de Fiori...però qui sono felice, come sempre...anche all'una e mezzo di notte...

 
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Unifil: ok dalla Francia

Post n°11 pubblicato il 25 Agosto 2006 da eltosco

"Parigi è pronta ad assumersi le proprie responsabilità, e per questo verranno inviati altri 1600 soldati in Libano". A poche ore dalla riunione di Bruxelles tra i ministri degli esteri europei, il presidente francese Jacques Chirac ha sciolto questa sera ogni dubbio sulla partecipazione della Francia alla forza multinazionale dell'Onu chiamata a mantenere la pace tra Israele e Libano. I 1600 soldati promessi da Chirac si andranno ad aggiungere ai 400 già presenti in Libano nella forza Unifil, portando quindi l'impegno francese a 2000 uomini. Una decisione presa - ha detto Chirac - dopo aver ottenuto dalle Nazioni Unite "i chiarimenti necessari" su come potrà essere attuata la missione in Libano. L'allusione è a quelle regole di ingaggio che la Francia ha sempre richiesto le più rigide possibile, per evitare di trovarsi nel pieno di una guerra senza la possibilità di intervenire, come successo già in passato in Bosnia. La Francia - ha aggiunto poi Chirac- è anche pronta a continuare a comandare la forza Unifil.
Passano pochi minuti e dall'Italia il presidente del Consiglio, Romano Prodi, commentando la decisione francese, si dice soddisfatto e, riferendo dei colloqui telefonici avuti con Kofi Annan e Chirac, a proposito del comando della missione di pace in Libano annuncia che sarà proprio il segretario generale dell'Onu a spiegare domani tutti i dettagli, e che Italia e Francia lavoreranno insieme "in stretta alleanza". Parole d'intesa e soddisfazione comune che sembrano andare nella direzione di un comando congiunto italo-francese. Commenti positivi all'evolversi della situazione arrivano anche dal presidente americano Bush e da Gerusalemme. Nel pomeriggio il premier aveva incontrato il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, che ha visto anche l'ex ministro degli esteri Gianfranco Fini e l'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini. La Livni ha ringraziato l'Italia per il comportamento tenuto durante la crisi israelo-libanese, e ha ribadito le richieste israeliane: rilascio degli ostaggi in mano ad Hezbollah, disarmo delle milizie sciite, pieno controllo del sud del Libano da parte dell'esercito libanese. E se dopo la dichiarazione francese arriva anche l'adesione della Spagna - che si dice disposta a inviare in Libano 800 uomini -, all'orizzonte si affaccia ora un nuovo problema: resta infatti ancora da chiarire cosa avverrà nei territori di frontiera tra Libano e Sira, dopo che Damasco ha espresso la propria contrarietà allo schieramento di caschi blu ai suoi confini.

 
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La favola triste della bimba rapita

Post n°10 pubblicato il 24 Agosto 2006 da eltosco

Potrebbe essere una favola a lieto fine, ma forse, una storia così, un lieto fine non lo avrà mai. è la storia di una bambina rapita nel 1998 a Vienna, quando aveva dieci anni, e costretta a vivere fino a ieri sera, quando è riuscita a fuggire, nella stessa casa del suo rapitore, che la obbligava a chiamarlo "Sire", come i tiranni che nelle favole, quelle vere, prima o poi perdono il proprio potere.

Era il 2 marzo del 1998 e Natasha, questo il nome della bambina che nel frattempo è cresciuta e ora è una ragazza di 18 anni, stava andando a scuola con un'amichetta, quando improvvisamente da un furgone bianco spuntò un uomo che la catturò e la portò nella sua casa, rinchiudendola in cantina.

Ogni tanto, ha raccontato, poteva anche leggere i giornali o ascoltare la radio, e forse è persino uscita per delle brevi passeggiate nel quartiere con il suo rapitore. Ma non è mai riuscita a chiedere aiuto, bloccata da quello strano rapporto vittima-carnefice che risponde al nome di Sindrome di Stoccolma, che porta a giustificare le peggiori atrocità subite.

Ma qualcosa nella mente di Natasha deve essere scattato, se ieri, sfruttando un breve momento in cui non era più sotto il controllo del suo rapitore, si è data alla fuga, rifugiandosi dai vicini di casa a cui, pallida e scossa, ha raccontato di essere la bambina scomparsa tanto tempo prima. Forse nessuno saprà mai cosa è successo in quegli otto anni, e nessuno potrà chiederlo a Wolfgang Priklopil, il suo rapitore, che appena si è accorto della fuga si è tolto la vita, gettandosi sotto un treno. Lui, il tiranno, non ha avuto il coraggio di vivere senza il suo potere.

 
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Jurka, la mamma di Bruno...

Post n°9 pubblicato il 23 Agosto 2006 da eltosco
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È stata catturata nella notte, mentre si aggirava per le montagne trentine assieme ai suoi tre cuccioli, che sono subito corsi a nascondersi tra i cespugli del bosco, in attesa del ritorno della mamma. Jurka è anche mamma di Bruno, l'orso ucciso tra mille polemiche all'inizio dell'estate in Baviera, per le proteste di contadini e allevatori tedeschi. Jurka è stata catturata in val di Sole, in Trentino, dal corpo forestale dello Stato, che ha deciso di applicarle un radiocollare satellitare che permetterà di seguirne gli spostamenti. tutto per evitare che anche lei, come Bruno, possa espatriare oltralpe, e magari rischiare di finire come lui nel mirino dei tedeschi. Jurka è uno degli orsi portati in Trentino dalla Slovenia e liberati nel parco Adamello Brenta per ripopolare la zona di orsi bruni, che rischiavano l'estinzione.
Grazie al nuovo radiocollare, ogni volta che Jurka si avvicinerà a un centro abitato, magari in compagnia dei suoi cuccioli, troverà una speciale squadra che la riporterà nei boschi. E se alla fine dell'estate il suo comportamento non sarà migliorato, verrà prelevata e portata via dal Trentino sperando che l'autunno, e poi il letargo, possano ammorbidire il suo carattere un po'vivace.

Eccolo qui:

http://www.tg5.mediaset.it/video/2006/08/vedivideo_9026.shtml

 
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Gemelline "made in china"

Post n°8 pubblicato il 23 Agosto 2006 da eltosco

Si sono guardate da lontano, osservate con estrema attenzione da vicino, come se fossero in uno specchio,  e poi, dopo i sorrisi di “circostanza”, si sono scambiate una calorosa stretta di mano. Mia e Mia, così si chiamano queste due bambine di origine cinese, ovviamente gemelle - e come nella più classica delle storie “divise alla nascita”, o poco più -  si sono rincontrate all’aeroporto di Chicago dopo essere state adottate da due famiglie americane in un orfanotrofio in Cina. Tutte e due le famiglie di adozione, che avevano già dei figli propri, avevano infatti deciso di adottare una bimba cinese, e si erano innamorate di una simpatica frugoletta a cui, neanche a farlo apposta, avevano entrambe dato il nome “Mia”. Peccato però che l’agenzia per le adozioni non gli aveva fatto sapere che la loro bambina era una gemella, e che c’era un’altra Mia in circolazione. Il caso, aiutato dalle nuove tecnologie, ha voluto però che le due madri delle bambine si incontrassero su un sito internet nato appositamente per mettere in contatto le famiglie che hanno adottato bambini dallo stesso orfanotrofio.

 
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Londra - testimone chiave

Post n°7 pubblicato il 13 Agosto 2006 da eltosco

E'grazie alla confessione di Rashid Rauf, cittadino britannico di origine pachistana, arrestato il 4 agosto scorso, che sono scattate le manette per i presunti terroristi che volevano far saltare alcuni aerei in volo tra Gran Bretagna e Stati Uniti.

Da tempo Rauf, ritenuto legato alla rete di al Qaida, era stato messo sotto controllo dalla polizia pachistana. Dopo l'arresto, il presunto ideatore degli attentati è crollato, rivelando il suo folle progetto. Da qui, prima che i membri della cellula terroristica capissero di essere seguiti e sorvegliati, e grazie anche all'ausilio di un agente infiltrato nel gruppo, gli arresti di decine di persone nel Regno Unito e in Pakistan, Paese chiave nell'indagine.

Rauf era infatti andato via nel 2002 da Birmingham, dove viveva - e dove e' stato arrestato Tayib Rauf, che sarebbe suo fratello minore -. Era tornato in Pakistan dove, secondo Scotland Yard, potrebbe aver avuto contatti con gli autori dell'attentato del 7 luglio 2005 a Londra. E anche altri, fra gli arrestati, visitarono il Pakistan all'inizio del 2005, proprio mentre nel Paese asiatico si trovavano alcuni degli attentatori suicidi del 7 luglio.

Un altro dei fermati in Pakistan poi, Matiur Rehman, è ritenuto dall'intelligence pachistana un alto esponente di al Qaida, conosciuto per aver partecipato ad un complotto, sventato, per uccidere il presidente Musharraf.

Intanto a Londra continuano serrati gli interrogatori di 22 dei 24 arrestati, tutti insospettabili - tra loro sarebbero anche un bianco convertito all'Islam, una giovane madre ventenne e un'altra donna incinta. Uno dei fermati è stato rilasciato senza alcuna accusa e per un altro si deciderà lunedì. Secondo la legge antiterrorismo inglese, i sospetti possono essere trattenuti per un massimo di 28 giorni: se entro allora non sarà emerso nulla di penalmente rilevante, dovranno essere rilasciati.

 
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 12 Agosto 2006 da eltosco
 

Quattrocentomila passeggeri rimasti a terra, oltre duemila voli cancellati, seicento solo all'aeroporto di Heathrow. E' il bilancio della convulsa giornata di ieri. dopo l'allarme per gli sventati attacchi terrorisitici immediatamente è partita la richiesta delle autorità inglesi a tutte le compagnie aereee di cancellare i voli previsti per lo scalo inglese.

Fino alle 18:30 gli aeroporti londinesi di Heatrow e Gatwick sono rimasti chiusi: un colpo forte per il delicato sistema aeroportuale mondiale. Nella sola Europa oramai ogni aereo effettua fino a sei scali al giorno, e basta che una sola tessera di questo enorme incastro vada fuori posto per causare una sorta di effetto domino in grado di mandare in tilt tutti i principali aeroporti del mondo.

In Francia la compagnia 'Air France' ha annullato tutti i voli verso Londra. In Spagna sono stati cancellati centinaia di voli previsti verso il Regno Unito. In Germania la Lufthansa ha annullato 36 voli lasciando a terra 5.000 passeggeri. Sospesi anche i collegamenti gestiti dalle compagnie di Turchia, Grecia, Danimarca, Svezia e Romania. Nel pieno della tensione in Polonia la polizia ha ordinato per alcune ore la chiusura dell'aeroporto di Varsavia a causa del ritrovamento di un bagaglio sospetto risultato poi inoffensivo.

Ma le ripercussioni dell'allarme in Gran Bretagna sono arrivate fino all'altro capo del mondo. Australia, Honk Kong, Tokyo, i disagi sono arrivati fin qui. E per oggi e per i prossimi giorni, anche se oramai il servizio sta  tornando alla normalità in tutti gli scali, l'autorità britanncia che gestisce gli aeroporti ha avvertito i passeggeri in partenza di prepararsi ad eventuali disagi dovuti a ritardi,inevitabili cancellazioni ma sopratutto alle operazione di check in diventate particolarmente rigide e lunghe. Il che vuol dire che l'effetto domino potrebbe continuare ancora per molto.

 
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Mesi dopo...

Post n°5 pubblicato il 23 Luglio 2006 da eltosco

Passano i giorni, passano i mesi...avevo pensato di non scrivere più su questo blog perché in tanti mi hanno detto che se uno non è iscritto a Libero non può lasciare messaggi...vabbè...per ora ricomincio, poi si vedrà...Dicevo, sono passati mesi...nel frattempo ho finito lo stage al Tg5, ho fatto l'esame da professionista (lo scritto), terribile...ho saputo di averlo superato e ora attendo l'orale, in ottobre...Ho lavorato alla Wilder, una società giovane e dinamica con gente bravissima e simpaticissima, preparando una trasmissione che è andata in onda con largo successo su Rai Sat Extra, Tetris, condotta da Luca Telese...bella.

E ora, incredibile...sono tornato al TG5!!!E stavolta non come stagista (esperienza in ogni caso stupenda), ma come sostituzione estiva!!!Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato a raggiungere questo mio "traguardo", consigliandomi, facendomi lavorare duro, sgobbare, facendomi crescere professionalmente...!Sono troppo contento, e fino a metà ottobre potrò continuare a lavorare in una redazione fantastica!!!

P.s. Non sono sempre così buonista, ma è vero: alla Wilder sono stato benissimo, tutti giovani e molto preparati, e al TG5...beh, quando uno ha un sogno da quando è piccolo, e poi ci si ritrova in mezzo, come fa a non essere sempre ipermegaultra positivo? Evvai!!!Quanno ce vò ce vò...!!!

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 14 Febbraio 2006 da eltosco
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A proposito di Bingo

Post n°3 pubblicato il 28 Gennaio 2006 da eltosco

Piangeva disperatamente, chiusa all'interno dell'auto dei genitori parcheggiata in via Cerveteri, a San Giovanni. La piccola, di appena 8 mesi, era stata lasciata in macchina dal papà e dalla mamma, un italiano di 33 anni e la sua compagna romena di 20 anni, intenti a giocare al «Bingo» all'interno del locale di piazza Re di Roma. Quando i due, finalmente, sono usciti in strada e si sono avvicinati alla vettura,una piccola folla nel frattempo richiamata dalle urla della neonata per poco non li ha linciati. A strappare la coppia dalle mani dei passanti inferociti ci ha pensato una volante della polizia, frattanto avvertita tramite il 113. L'auto era chiusa e la bimba piangeva soprattutto per il freddo. Il fatto è successo nella tarda serata di mercoledì, ma si è appreso solamente ieri. I genitori sono stati denunciati a piede libero per abbandono di minore. La piccolina, che non ha smesso di piangere neppure alla vista della mamma, una volta portata in commissariato ha ripreso un po' di calore ha finalmente smesso di piangere. Visitata per sicurezza in ospedale, è poi tornata a casa.

(da www.ilgiornale.it)

 
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Bingo, la nuova febbre del sabato sera

Post n°2 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da eltosco

John Travolta questa volta rimarrebbe di sasso al solo ricordo della Sua febbre del sabato sera, quella che fece impazzire milioni di adolescenti in tutto il mondo pronti a scendere in pista muovendo vorticosamente le mani alla ricerca della più vaga somiglianza con il loro mito di celluloide, quel Tony Manero vestito di bianco, catena d’oro al collo e camicia sgargiante aperta sul petto villoso, pronto a far cadere nella sua trappola d’amore le ragazze della notte.

L’aria che si respira il sabato sera a Roma, a distanza di trent’anni da quelle fantasie con i pantaloni a zampa, è davvero diversa, tanto che se si volesse girare ora una febbre del sabato sera all’amatriciana, al posto del belloccio latino e delle sue girls le parti principali potrebbero andare non ad un concorrente del Grande Fratello, non ad un divo della televisione, ma probabilmente ad un trentenne bengalese e ad un manipolo di nonnette sveglie fino a tardi. Sono loro i protagonisti della vera Febbre del sabato sera: la febbre del Bingo.

Se le discoteche sono aperte fino alle due di notte, le sale Bingo mostrano il loro carico di lustrini e scintillii fino alle quattro, colmi come barconi di emigranti verso Ellis Island, con le stesse speranze, aspettative, sogni e debolezze. Ma i passeggeri di questa nave non partono con la valigia di cartone, non si muovono e non lo farebbero neanche sotto tortura e, soprattutto, viaggiano con i portafogli straripanti di denaro, perché senza su questa nave è inutile perfino entrare.

Le sale Bingo a Roma sono 12, per una capienza totale di 5000 posti a sedere. Incuriosito dai racconti di un amico decido di passare il Rubicone e, un sabato sera, entro per la prima volta in una di queste prigioni dorate. Davanti  all’entrata non c’è un’anima, tanto che quasi viene la tentazione di rinunciare, tra i “ma dai, non ci sarà nessuno”, e i “forse ho sbagliato numero civico”. Un cartello però mi avverte che sono proprio nel posto giusto. Come in un ristorante a buon mercato, ecco le offerte speciali per i clienti: mercoledì cartelle a 50 centesimi (mentre il sabato il costo minimo è di 1 euro), giovedì lotteria con ricchi premi e cotillon, e infine la ciliegina sulla torta: venerdì notte, alle 2, la direzione offre cornetti caldi a tutti i presenti. Il paese dei balocchi. La tensione inizia a crescere appena scendo le scale che mi porteranno nella sala Bingo vera e propria. Sembra di entrare in un albergo di lusso, e forse capisco già uno dei segreti offerti da questo mondo: offrire un po’ di lustrini anche a chi non ha mai visto una comoda poltrona di pelle e a chi il televisore non può neanche permetterselo, figurarsi poi lo schermo al plasma da 50 pollici che campeggia al centro della parete.

Il primo impatto è da lasciare a bocca aperta: almeno 300 persone affollano le due sale (fumatori e non), in silenzio, con le facce tirate. I più a loro agio sembrano essere proprio i fumatori, con la sigaretta in bocca alla Humprey Bogart, orfani solo di un bicchiere di whisky e di una musica triste in sottofondo.

Dopo un primo attimo di spaesamento decido di sedermi ad un tavolo: “Solo cinque minuti” mi dico, ma dopo un quarto d’ora sono ancora lì, a scherzare con i miei amici mentre i numeri scorrono veloci. “7 – 41 – 8”, scandisce la voce senza inflessione, fredda, “sessantanove, sei-nove”, l’unico rimando alle tombolate in compagnia dei nonni sordi. Per il resto continuo a guardarmi intorno, e dopo le perdite iniziali decido di comperare le cartelle “in società” con i miei amici: la serata passa in fretta, e si torna a casa con il cuore in gola, quello del “ci ero andato vicino tanto così a vincere il supermegaultra bingo d’oro. Ci torno.”.

E infatti il giorno successivo, con la scusa dell’articolo, dell’indagine sociologica e della fame nel mondo da fermare con una mia ipotetica vincita, altro giro in sala bingo. Stavolta si cambia, il locale è un ex-cinema riadattato, anche questo stracolmo di giocatori. O meglio, giocatrici.

Appena arrivo adocchio subito il tavolo che fa per me, con un solo posto libero e una lunga serie di volti che parlano da sé: ci sono le vecchiette in pensione, la casalinga, la babysitter sudamericana e la commerciante in pausa. Le attrici perfette di questo film.

Neanche il tempo di sedermi ed assisto al primo “numero”: una delle signore si avventa sull’inserviente perché ha sbagliato a portarle il premio, ovviamente per difetto. Arrivati i soldi mancanti, ecco che alcuni euro della vincita prendono la via della mancia (per non urtare la dea bendata), mentre molti altri si trasformano di nuovo in cartelle, di quelle “che sicuramente vincono”.

Inserendomi nel discorso vengo così a sapere che curiosamente le cartelle destinate a vincere sarebbero proprio le ultime ad essere vendute, a pochi istanti dell’estrazione dei numeri. “Incredibile – penso – e io che li avevo sempre comprati a caso”.

Mi lascio convincere e prendo quindi una delle cartelle “baciate dalla fortuna”. Ovviamente non vedo né una lira né un euro, eccezion fatta per i tre usciti dalla mia tasca e spesi per pagare l’investimento fallito.

Il giro successivo decido allora di rimanere fermo, ma la signora al mio fianco, quella della vincita e delle “cartelle fortunate” insiste per farmi giocare, perché “non bisogna interrompere il flusso fortunato”, vale a dire il suo. “Ma no signora le pare, mi riposo un po’”. Niente da fare: mi offre una cartella e immediatamente mi chiede un’improbabile percentuale sull’ipotetica vincita. Approfitto dei sorrisi guadagnati promettendole più della metà dei miei soldi virtuali per fare quattro chiacchiere, e scopro così che un’altra delle mie vicine arriva addirittura dall’altra parte della città (dopo aver affrontato e il cambio di tre autobus) solo perché quello è “un bingo fortunato”. “Sarà, dico io, ma qui continuo a non vincere un tubo”.

Passano i minuti, corrono le parole, gli sguardi gelosi tra i giocatori, e mi convinco che forse per me che non fumo e non bevo è troppo difficile comprendere anche il vizio del gioco. Basta, decido di alzarmi e andare via, e per qualche secondo sono pietrificato dal terrore di sbagliare l’augurio per una buona vittoria, temendo di incappare in qualche frase che i giocatori reputano jellata. Me la caverò, alla fine, con un semplice  sorriso a trentadue denti e un “in bocca al lupo ragazze, e arrivederci”. Sono passati mesi, e ancora non sono tornato. Simone Toscano

 
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Tre, due, uno...si parte

Post n°1 pubblicato il 26 Gennaio 2006 da eltosco

Con questo messaggio si inaugura il mio blog...speriamo di riuscire ad aggiornarlo spesso e di farlo durare a lungo...Conoscendomi sarà difficile, ma ce la posso fare, sperando anche nel contributo di tanti...

Ah, dimenticavo: sono Simone, praticante giornalista (ad aprile farò l'esame da professionista dopo due anni di praticantato), ho fatto numerosi stage, su tutti quello a RomaUno, tv all news dedicata alla Capitale, e i due (in estate e nel periodo natalizio) al TG5, probabilmente il periodo più bello della mia vita...e speriamo che il sogno ricominci, prima o poi...

Per quanto riguarda il resto della mia vita..beh...magari si capiràdai prossimi post...

 
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