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Dice il Saggio
Linda: "Ma tu ti cuoci solo cibi surgelati?" Allen: "Cuocerli? E chi li cuoce! Io neanche li scongelo. Li succhio come se fossero ghiaccioli!" (Woody Allen)
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« spagna | Lo Specchio di Alice » |
“... l’uomo da servo dell’Essere è divenuto padrone dell’ente, da angelo si è fatto mercante... è giunta mezzanotte, l’ora dell’ombra più lunga, l’ora in cui l’uomo obliatosi oblia l’oblio”. (Friedrick Holderlin)
La fragilità dell'uomo moderno è esattamente quella dei suoi avi e l'inaspettato, l'improbabile scardina i convincimenti e fa tremare verità credute assodate.
In economia e statistica quando si parla di "cigno nero" si intende l'imprevedibile che diventa reale, proprio la stessa sensazione che ebbero gli europei sbarcando in Australia, quando scoprirono che i cigni non erano solo bianchi e nulla di quello che era stato sarebbe rimasto lo stesso: un singolo, singolare evento può ribaltare tutte le convinzioni fino a quel momento incrollabili.
La storia va spesso avanti a strattoni e senza gentilezza e in questo primo decennio del XXII secolo abbiamo già visto volare diversi cigni neri: l'11 settembre, lo tsunami del 2004, il crollo delle borse mondiali e la crisi del mercato virtuale, wikileaks, le quiete rivoluzioni nordafricane ed ora la terribile guerra civile in Libia con le conseguenze su prezzo del carburante e le minacce d'invasione dei transfughi ed ancora il devastante terremoto in Giappone e lo straziante dolore di chi è riuscito a salvarsi, solo per affrontare la minaccia nucleare.
Quando incontriamo l'imponderabile, il nostro senso di fragilità si accentua e se pensavamo di avere tutto sottocontrollo la nostra certezza svanisce come neve al sole, eppure il nostro mondo è da sempre dominato da ciò che è estremo e sconosciuto, ma siamo troppo miopi e amanti dello status quo per avvedercene.
Sia che gli eventi coinvolgano più persone o che ad esserne testimoni siano pochi individui, quando assistiamo a cose remote rispetto alla nostra visione della vita, ci mettiamo in relazione con la parte oscura di noi stessi. Nell'ora dell'ombra più lunga di una catastrofe naturale o di un'innaturale dramma familiare o collettivo, ci conforta la possibilità di credere ai mostri, alla natura matrigna, a qualcosa che è alieno e lontanissimo da noi, perchè comunque ci sentiamo intoccabili.
È in questi momenti in cui ci mettiamo al riparo che siamo più vulnerabili, meno impermeabili ai richiami di chi vuole solo il proprio tornaconto e agli ululati degli sciacalli, più pronti a credere a qualsiasi vaticinio o profezia. Siamo solo pezzi di vetro levigati dalle onde sulla spiaggia.
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