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«Studiato in tutto il mondo, tu sei stato quasi dimenticato in Italia. Forse oggi anche la sinistra italiana non ama più il pensiero, forse anch'essa è salita sul carro della cultura intesa come esibizione e spettacolo» - [GIULIANO GRAMSCI - lettera al padre Antonio Gramsci]
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IL CASO MORO
16 marzo: alle ore 9,15 un commando di brigatisti rossi (composto secondo le risultanze dei processi, da nove persone più una vedetta) tendono un agguato in via Mario Fani ad Aldo Moro, Presidente del Consiglio nazionale della DC, mentre va a Montecitorio per il dibattito sulla fiducia al 4° governo Andreotti, il primo governo con il sostegno del Pci. In pochi secondi i brigatisti uccidono i due carabinieri che accompagnano Moro e i tre poliziotti dell'auto di scorta. L'on. Moro viene caricato a forza su una fiat 132 blu. Poco dopo, le Brigate Rosse rivendicano l'azione con una telefonata all'Ansa...
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"Credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla certezza che tutto questo può costarci caro."
[Paolo Borsellino, Ultima intervista, 1992]
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Post N° 62
Post n°62 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da sinistracologno
Unità a Sinistra AREA TORRIANI immagine dell'antica legatoria Torriani dal sito fondazionemondadori.it La questione dell’utilizzo dell’area della Torriani, per le sue dimensioni, per la sua centralità e importanza strategica e anche per ciò che ha rappresentato nella storia di Cologno Monzese investe una molteplicità di problematiche che riguardano l’idea generale della nostra città. Si tratta di questioni quali il consumo del territorio, la qualità urbana, il rapporto centro/periferie, la rendita di posizione e la questione l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione a fini bilancistici. Risulta ancora più evidente la mancanza di un Piano Generale del Territorio e della Carta dei Servizi che ci permetterebbero, tra l’altro, di compiere un approfondita analisi socioeconomica della nostra città: studio che consideriamo indispensabile per capire di cosa la città ha realmente bisogno, prima di prendere scelte urbanistiche. Crediamo quindi che si debba, innanzitutto, imprimere una convinta accelerazione alla formulazione di questo PGT (e a tutto quanto sia ad esso necessariamente corredato) limitando al minimo, nel frattempo, l’utilizzo dei Piani di Intervento Integrati e dei CIS. È necessario dunque uscire da una logica che ormai contagia tutti i comuni, e non solo Cologno, nella volontà di incassare con il territorio: se il Comune ha problemi di bilancio non può continuare a privatizzare le proprietà pubbliche e a consumare il suolo anche perché è inevitabile che le proprietà e i suoli, prima o poi, finiscano. Tornando alla Torriani non possiamo non partire dall’Ordine del Giorno, votato all’unanimità dal Consiglio Comunale nel giugno 2005, che impegnava l’Amministrazione a non concedere il cambiamento della destinazione d’uso dell’area. Il nostro voto favorevole non era solo motivato dalla difesa dell’occupazione dei dipendenti Torriani, vicenda ormai purtroppo superata nonostante i nostri impegni, ma dell’occupazione tout court. Ribadiamo quindi che qualsiasi progetto riguardante l’area deve, pregiudizialmente, garantire non solo il pieno impiego dei lavoratori della Torriani attualmente ancora in mobilità ma anche di quanti siano stati obbligati dalla chiusura ad accettare lavori precari se non addirittura in nero. La nostra proposta è quindi quella di proporre sull’area un mix di produttivo (che crei anche nuovi posti di lavoro) e di residenziale (che vada anche incontro all’emergenza casa presente nel nostro territorio). Si tratta di proporre attività produttive (magari legate all’innovazione, ai servizi e alla cultura) e di prevedere che la parte residenziale abbia un congruo numero di abitazioni a edilizia popolare che mitighi il numero degli sfrattati (a Cologno circa quattrocento) che non potranno certo comprare casa a 4000 euro al metro quadro. Infine vorremmo sapere esattamente quale sarà il destino delle attuali sedi comunali che, nell’ipotesi di progetto, dovrebbero essere unificate. Appare banale, ma preferiamo esserlo piuttosto che non citarlo, che siamo e saremo sempre contrari a qualsiasi progetto che dovesse prevedere la loro alienazione mentre crediamo che la biblioteca debba avere un ampliamento non più rinviabile e che sarebbe utile tentare di dare uno spazio di aggregazione ai giovani, agli anziani e, magari, ai diversamente abili o ai portatori di problematiche socioeconomiche. Ci pare, insomma, utile che a Cologno vengano finalmente creati centri di aggregazione e socialità che coinvolgano, in primis, le fasce più deboli della popolazione. Inoltre ci auguriamo che il vecchio cavallo di battaglia del nostro consigliere comunale sulla creazione di un centro di pronto intervento (o pronto soccorso) sul nostro territorio possa trovare, finalmente, lo spazio necessario. Perché allora non lavorare su idee e progetti di qualità che hanno lo scopo di rilanciare la Città di Cologno? Perché non pensare a chiamare a lavorare su questo progetto anche la Provincia, la Regione e Milano Metropoli (ex ASNM) per costruire una "città policentrica" (che valorizzi e riqualifichi anche le periferie) una città dunque più viva, più a misura d’uomo e più giusta ? Se la sinistra vuole raggiungere un accordo politico in prospettiva delle prossime elezioni amministrative deve aprire un confronto sulla questione Torriani con i partiti e, soprattutto, con i cittadini e la Città. Noi siamo disponibili! Pino Angelico segretario del Partito della Rifondazione Comunista di Cologno Monzese Adamo Mastrangelo segretario del Partito dei Comunisti Italiani di Cologno Monzese.
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