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«Studiato in tutto il mondo, tu sei stato quasi dimenticato in Italia. Forse oggi anche la sinistra italiana non ama più il pensiero, forse anch'essa è salita sul carro della cultura intesa come esibizione e spettacolo»  - [GIULIANO GRAMSCI - lettera al padre Antonio Gramsci]

 

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IL CASO MORO

16 marzo: alle ore 9,15 un commando di brigatisti rossi (composto secondo le risultanze dei processi, da nove persone più una vedetta) tendono un agguato in via Mario Fani ad Aldo Moro, Presidente del Consiglio nazionale della DC, mentre va a Montecitorio per il dibattito sulla fiducia al 4° governo Andreotti, il primo governo con il sostegno del Pci. In pochi secondi i brigatisti uccidono i due carabinieri che accompagnano Moro e i tre poliziotti dell'auto di scorta. L'on. Moro viene caricato a forza su una fiat 132 blu. Poco dopo, le Brigate Rosse rivendicano l'azione con una telefonata all'Ansa...

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Post N° 89

Post n°89 pubblicato il 19 Maggio 2008 da sinistracologno

…E NON C’ERA RIMASTO NESSUNO A PROTESTARE…

 

Prima di tutti vennero a prendere gli zingari, e fui contento perche' rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perche' mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente perche' non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Bertold Brecht

 

 

E’ di qualche giorno fa la notizia di un nuovo patto per la 'Città sicura' a Milano, stipulato tra Maroni e la Moratti. Un patto incentrato sostanzialmente sui campi nomadi e che prevede il conferimento di poteri straordinari ad un commissario, cioè al prefetto ( ed è già cominciata la guerra tra comune e provincia: dove li mettiamo se li spostiamo da Milano? E Penati rilancia: “Basta campi rom!”).

L’ennesimo provvedimento che dietro alla facciata della “sicurezza/legalità” nasconde solo un sordido razzismo strisciante. De Corato, colto da entusiasmo incontenibile, ha già stilato una lista di 29 sgomberi da effettuare nei prossimi giorni.

A Milano dal 2003 all’ottobre 2007 sono stati effettuati 340 interventi di sgombero in aree dismesse e insediamenti abusivi, quasi tutti riguardanti gruppi Rom.

 

Stiamo assistendo da qualche mese ad un dibattito segnato dall’emotività, dalla generalizzazione e dal razzismo antiziganista che non fa altro che accrescere la paura e la  scarsa informazione rispetto al tema Rom. Spinti dall’onda mediatica ma, più gravemente, anche dall’onda istituzionale, in tutta la penisola si verificano episodi violenti, squadristi e razzisti, contro rom e romeni, colpevoli di ritrovarsi al centro di una martellante campagna allarmistica di stampa e istituzioni.

A partire dagli episodi di Opera dell’anno scorso dove, non dimentichiamolo, la crociata xenofoba era stata guidata proprio dall’aula del consiglio comunale, fino ai roghi di Ponticelli e al lancio di molotov la settimana scorsa a Novara.

La politica sta reclutando l’odio tra le sue fila, ne sta facendo una risorsa per assicurarsi quella dose di consenso che deriva dalla paura. La paura come merce, come mercato: per capirlo basterebbe sovrapporre la mappa degli sgomberi milanesi di campi abusivi a quella dei grandi progetti immobiliari e speculativi.

Il potere conferito al prefetto qualche giorno fa è tristemente pericoloso in quanto discrezionale e in parte svincolato da controllo giurisdizionale.

 

Come comunisti abbiamo il compito sempre più difficile e sempre più gravoso di smascherare la montagna di dati confusi e di menzogne che ogni giorno viene propinata ( ancora oggi il vicesindaco De Corato si permette di denunciare le associazioni che lavorano nei campi e che “non denunciano i reati degli zingari che vendono neonati”; forse De Corato, prima di spararle così grosse, dovrebbe farsi un giro tra i container e fare la conta di quante famiglie rom fanno fatica a sfamare i propri di figli).

Per cominciare: in Italia il 90% dei rom ( circa 150.000, di cui solo 50.000 romeni e 70.000 ITALIANI) è costituito da sedentari; il mondo rom non può e non deve essere più letto a partire dalla categoria del nomadismo!!!!

A Milano i Rom si trovano costretti in insediamenti regolari o meno per mancanza di alternative abitative, non per elezione!

Parte di essi lavora, ma naturalmente in nero: e non per vocazione all’irregolarità, come cercano di dimostrare i media, ma per costrizione, in un mercato del lavoro che, come sappiamo, conserva ampie, amplissime, sacche di illegalità, sino al caporalato (a Milano e nell’edilizia più che altrove).

Il proliferare delle baraccopoli chiama in causa la POLITICA SULLA CASA, prima che quella sull’ordine pubblico. E’ importante pensare al superamento dei campi rom che di fatto sanciscono l’esistenza di un abitare “inferiorizzato” e una condizione di cittadinanza “separata”. Consideriamo che questi sono luoghi in cui spesso mancano le basi per una vita dignitosa (fogne, acqua, elettricità) e dove spesso si muore delle malattie più banali, a soli pochi passi dalle nostre abitazioni.  Nessuno deve essere ghettizzato sulla base della sua provenienza e della sua condizione sociale.

Basta menzogne, basta xenofobia e disinformazione!

 

Anna Cavallari

 
 
 
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