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«Studiato in tutto il mondo, tu sei stato quasi dimenticato in Italia. Forse oggi anche la sinistra italiana non ama più il pensiero, forse anch'essa è salita sul carro della cultura intesa come esibizione e spettacolo» - [GIULIANO GRAMSCI - lettera al padre Antonio Gramsci]
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IL CASO MORO
16 marzo: alle ore 9,15 un commando di brigatisti rossi (composto secondo le risultanze dei processi, da nove persone più una vedetta) tendono un agguato in via Mario Fani ad Aldo Moro, Presidente del Consiglio nazionale della DC, mentre va a Montecitorio per il dibattito sulla fiducia al 4° governo Andreotti, il primo governo con il sostegno del Pci. In pochi secondi i brigatisti uccidono i due carabinieri che accompagnano Moro e i tre poliziotti dell'auto di scorta. L'on. Moro viene caricato a forza su una fiat 132 blu. Poco dopo, le Brigate Rosse rivendicano l'azione con una telefonata all'Ansa...
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"Credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla certezza che tutto questo può costarci caro."
[Paolo Borsellino, Ultima intervista, 1992]
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Post n°53 pubblicato il 06 Settembre 2007 da sinistracologno
La memoria di Dax cancellata per sempre. Non ci sarà più nulla che ci ricorderà di quel tragico evento, quella notte del 2003 in cui Davide Cesare è stato ucciso per mano di tre fascisti perché membro del Centro Sociale Orso. Il murales è stato cancellato ( la giunta milanese in questo periodo si sta impegnando nella pulizia e nella riqualificazione della Darsena) nonostante l’opposizione dell’Assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi che aveva giudicato il graffito di buon valore estetico e che avrebbe voluto incorniciarlo in memoria di una vittima dell'odio. Il Capogruppo di An aveva dichiarato minimizzando che «Dax non è morto per un atto di violenza politica, ma per una banale lite da bar», confermando l’ondata nazionale di revisionismo storico già in atto da qualche anno. Dall'altra parte, Daniele Farina, leader storico del Leoncavallo e oggi deputato di Rifondazione, ribatte che «il murale è un segno tangibile d'impegno civile. Dovrebbe essere cura di qualunque amministrazione valorizzare e non cancellare la memoria».
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