Sin Miedo

A camminare nel latte


Gianfausto, guida alpina! Ogni voltache me lo dice mi viene da ridere, non ci posso fare niente. Mi sembrauna contraddizione in termini una guida alpina in Sicilia, poi pensi che l'etna è alto 3300 metri e allora ti rendi conto che è giusto. E locapisco ora ancora di più, ora che siamo in cordata. Pessima visibilità, dove non c'è manco un barlume di sentiero, sulle lave giovani, solo lepiante pioniere che eravamo venuti a fotografare. Per queste piantineche sfidano la roccia ed il freddo, il caldo e il vento. E noi che unmomento fa vedevamo il mare, ora siamo a camminare nel latte! Un attimo e sono arrivate le nuvole. Le previsioni dicevano che la perturbazionesarebbe arrivata dopo, in serata. Gianfausto appena ha visto che stavacambiando il tempo ha cominciato a dirsi di sbrigare, ma chi lo staccava Johan dalle foto a raffica, dalla misure, e poi c'era il sole. Appena è arrivata la nebbia,  ha ordinato, sì quando succede qualcosa, diventadiretto: Vestitevi con quello che avete, felpe, giacca a vento, mettetequesti Moschettoni alla cintura, collegate la corda. Dobbiamo arrivareal rifugio!Johan con suo inglese molto ducth, dice che ha la bussola e l'altimetro.fausto gli risponde seccamente che non serviranno a niente, con la perturbazione l'altimetro sbaglia diparecchio e non abbiamo punti di riferimento sui quali orientare lacarta! Dobbiamo solo stare tranquilli, mantenere la calma e camminarestando attenti a dove si mettono i piedi.  Procediamo, gianfaustodavanti e io dietro a chiudere la fila dei ducth.Comincia a piovere, nevischio e acqua. Gelido. Camminiamo pianissimo, Gianfausto ci fa scendere di quotaapprossimativamente in direzione est. Dopo un'ora siamo zuppi einfreddoliti, Francisca batte i denti dal freddo, Jap ogni tanto laabbraccia. Camminiamo piano, un passo alla volta. Anche io sento freddo, e del rifugio nessuna traccia.- deve essere qui vicino, ma conviene continuare a muoversi- mi dice faustoJohan immediatamente chiede cosa cistiamo dicendo. Allora riprediamo a parlare in inglese. Poi una deboleschiarita e Francisca urla: There, there!-Minchia! Il rifugio! - fausto esplode- lo dicevo che eravamo vicini!Francisca subito parte ed incespica, cade trascinando con se Johan e il suo zaino pieno di tecnologia.gianfausto è furioso: Quiet! What are you doing- urla. Aspetta che si rialzino, solo qualche escoriazione eriprendiamo a camminare verso il rifugio.Il rifugio è aperto, entriamo tutti èin ordine nell'unica stanza, dei letti a castello, un vecchio armadio di legno da una parte, il camino e un armadio di lamiera dall'altra.Un tavolo e due panche al centro.Entriamo alla svelta intirizziti,ma molto più sereni, i volti di tutti si distendono. Fausto è già alleprese col camino mi fa:- digli di spogliarsi, di levarsi le cosebagnate, nell'armadio ci sono le coperte!Gli olandesi non si fanno problemi, ed in poco tempo siamo tutti avvolti dalla coperte, recuperate da chissàquale esercito a scaldarci intorno al camino. Abbiamo trasferito lenostre vivande nell'armadio di ferro: qualche panino, frutta,cioccolata, acqua.Gianfausto ci comunica che non è ilcaso di avventurarsi fuori con questo tempo, che resteremo nel rifugio e poi domani mattina si vedrà. Intanto avverto l'agriturismo che nonandremo questa sera, il cellulare ci permette di raccontare che siamo al rifugio e non ci sono problemi, di non preoccuparsi, si tratta solo diaspettare che passi la perturbazione.Con la pasta e una latta di pelatiorganizziamo una cena estemporanea, i nostri olandesi sembrano divertiti dall'esperienza. Poi Johan estrae dallo zaino il notebook, dice chedeve scaricare le foto. Certo che questo tipo segaligno, si porta dietro uno zaino imbottito di macchine fotografiche e obiettivi, macro e zoom, ma anche il portatile!-May I play some music?