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Sicilia, studenti in rivolta

Post n°330 pubblicato il 07 Ottobre 2011 da massimodonai
 

"Contro la crisi e le manovre finanziarie del governo Berlusconi, contro i tagli alla scuola pubblica della Gelmini e le misure repressive messe in atto dalla sua riforma come il tetto delle 50 assenze e il 5 in condotta."

 

Riecco l'autunno e, come un anno fa, gli studenti esprimono tutto il loro malessere invadendo le strade e le piazze di quasi 100 città italiane (mentre Berlusconi continua a ripetere che "non c'è nessun problema" e "siamo un governo forte"). In alcuni casi - come a Roma - passanti e persino negozianti hanno applaudito i giovani. Di contro, i poliziotti, praticamente in assetto di guerra, in diverse occasioni hanno cercato di ostacolare la protesta.

A Palermo, 8.000 studenti sono partiti alle 9,45 dal Politeama per raggiungere i Quattro Canti, bloccando completamente il traffico. Il motto: "Salviamo la scuola pubblica", ma anche "Cammarata vattene" (con riferimento al poco amato sindaco del capoluogo trinacro). Occupato Palazzo delle Aquile (il municipio) dal cui balcone è stato calato uno striscione che recita, precisamente: "A scuola ci cadono i calcinacci in testa e tu vai in barca a spese nostre - Cammarata vattene!"

Le saracinesche della Mondadori, in via Ruggero Settimo, sono rimaste abbassate. La libreria, durante i cortei studenteschi dello scorso anno, era stata bersaglio delle rimostranze degli studenti che ne avevano colpito le vetrine con uova, sassi e vernice (essendo la Mondadori proprietà della famiglia Berlusconi).

 

"Save school not banks" è lo stesso slogan degli studenti americani che in questi giorni partecipano al movimento "Occupy"

 

L'Unione degli Studenti spiega in una nota che "il 40 % delle scuole è privo di certificato di idoneità statica, il 47% dei giovani è precario, il 29% dei giovani è disoccupato, il governo ha tagliato le risorse per le borse di studio del 94,75%. Inoltre  siamo in piazza per ribadire il nostro no ad una politica di continui tagli alla formazione, di riforme calate dall'alto. A tutto ciò fin dallo scorso anno abbiamo contrapposto non solo la forza dei nostri 'no', ma anche e soprattutto la forza delle nostre proposte".

 

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