Empire Of slack

I Moore XXXIII


Mi alzai approfittando del fatto che Claudine Shilton, da buona vecchiasi era appisolata un attimo e i suoi sgherri erano troppo impegnati arimirare le apparecchiature tecniche che avevano appena sortito dalla stamberga per seguire i miei movimenti. Solo Mercier mi tallonava conlo sguardo, intuendo benissimo le mie intenzioni ma non dicendo nulla.Giunsi sul bordo del pozzo, svitai il tappo della misteriosa bottiglietta erovesciai metà del suo contenuto nell'acqua, infilando poi il contenitorein una tasca interna della giacca. Tornai poi vicino al chimico feritoportandomi l'indice alle labbra "Ottima mossa" Fece lui "Proprio quelloche mi aspettavo da te." Nel frattempo gli echi degli spari si facevanosempre più fiochi, segnalando che la mattanza stava giungendo allasua conclusione. Già alcuni killers affluivano nel cortile dei Moorebattendosi sulle spalle e recando con sé macabri souvenir della caccia.Taluni avevano affettato quegli esseri fino a essere stracolmi di collanedi strane orecchie, teste parzialmente umane, mani con sei dita e piedideformi. Mi veniva da vomitare ma mi feci forza e abbozzai un pallido sorriso mentre lo sceriffo Floyd poneva ai piedi di Claudine Shilton la testa di Raphael Moore, suo nipote. La vecchia si ridestò e fissandole vuote orbite di Raphael sogghignò sinistramente e mormorò: "Nipotebenedetto, non hai voluto seguire i consigli che ti davo ed eccoti qui,senza più vita, scheggia dell'universo con il resto del corpo persochissà dove." "E John Baptist Moore?" Elevai la voce per farmi sentire.Floyd si girò nella mia direzione e parlò con voce dimessa: "Soloquestione di tempo. Lui e sua moglie non sono stati ancora segnalati.Ma è solo questione di tempo. Starà scappando oltre il crinale." Claudine Shilton si riscosse dall'ammirazione per il teschio di suonipote: "Non facciamo scherzi, Floyd. Pretendo che non sia proprioJohn a cavarsela. E nemmeno quella strega di sua moglie. Mi hannorovinato un appezzamento formidabile e pretendevano di diventaremilionari alle mie spalle. Fortuna che Otis mi ha riferito tutto. Il postinostava in piedi a fianco della vecchia e sembrava astemio malgrado fosse quasi sempre ubriaco; evidentemente il dipanarsi della vicenda stava avendo un brutto effetto anche su di lui. Fu quello il momento in cui alcuni cacciatori di uomini si appropinquarono al pozzo e dissero che era ora di rinfrescarsi. Issarono il secchio e se lo passarono assetatil'uno all'altro. Io li fissavo febbrilmente. Anche Floyd e la vecchia vollero bere, poi passarono il secchio a Otis. Michael Mercier midava di gomito mentre Io tastavo incontrollabile la bottiglia che riposava nella tasca interna della mia giacca. (Continua)