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Creato da: Passavo_per_caso il 25/04/2007
Prendo appunti, si sa mai decida di partire

 

 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 02 Giugno 2008 da Passavo_per_caso
 




Sonde uscite (o in procinto di) dal sistema solare


Lo Sputnik1 lanciato nell'ottobre del 1957 (una palla di alluminio del diametro di un metro più gli spiccioli, con quattro antenne che nel buio della notte lo fanno assomigliare ad uno scarafaggio furtivo) funge da spartiacque nell'esplorazione umana aggiungendo al perenne appagamento della propria curiosità una terza dimensione (o la quarta a seconda dei punti di vista).

A guardarlo bene il nostro primo “compagno di viaggio” (sputnik in russo significa compagno di viaggio, ma significa più letteralmente in campo astronomico “satellite”, indi per cui i geni del marketig fine anni 50 russi hanno dato al loro primo satellite il nome “Satellite” era chiaro quindi fin d'allora che non avrebbero avuto speranze di vittoria)(vorrei ricordare, così giusto per infierire su un morto e sepolto che il programma spaziale Russo diretto verso la luna si chiamava “Luna” quello finalizzato all'esplorazione di Venere “Venera”, per Marte invece coniarono il più anglofono “Mars” poi inevitabile la tragedia incarnata dal programma “Zond”.)(e che cazzo vuol dire Zond? Poi lanciarono la mir, pace e spirarono.)

Dunque lo Sputnik non sembra particolarmente intelligente e in effetti a parte un bip- bip continuo e fastidioso non ha fornito all'umanità dati memorabili ma diede, dato il momento storico in cui accadde, una poderosa spinta a quella che può essere definita col senno di poi la più gigantesca gara intrapresa dall'Uomo nello scoprire chi piscia più lontano.

Dopo quel primo bip, innumerevoli furono i lanci di sonde di ogni specie e dimensione (alcune addirittura contenevano accessori umani), solo quelle dirette verso la Luna e i pianeti, (Marte e Venere le mete più gettonate), furono oltre 160 nell'arco dei 50 anni di storia spaziale, mentre quelle che semplicemente si fermarono presso l'orbita della Terra sono addirittura migliaia (si capisce quindi perché c'è un problema di spazzatura anche lassù nello spazio e senza peraltro nessun buco in cui ficcarle).
I tentativi (alquanto patetici per la verità) di andare oltre il periferico sistema solare che con riluttanza ci ospita sono ad oggi solo cinque.




Le sonde lanciate al di fuori del sistema solare sono:

Pioneer10
Pioneer11
Voyager2
Voyager1
New Horizons







La sonda New Horizons ultima in ordine di tempo ad essere lanciata nel gennaio del 2006 per la verità è li che veleggia sul confine del sistema solare e non intende allontanarsi di granché, infatti il suo compito è studiare dapprima Plutone e il suo satellite più conosciuto Caronte (senza però disdegnare qualche foto a Notte e Idra, altri due satelliti poco conosciuti data la distanza e di cui non si sospettava l'esistenza fino al passaggio della Voyager2) e magari individuarne altri e poi proseguire fino ad immergersi nella fascia di Kuiper per studiarne la composizione.

Attualmente si trova a una distanza di 10 AU (un miliardo e mezzo di km) dal Sole nei pressi di Saturno, nel marzo del 2011 passerà accanto ad Urano, nell'agosto del 2014 sarà la volta di Nettuno e appena un anno dopo, nel luglio del 2015 sorvolerà per circa tre giorni Plutone mappandone la superficie e compiendo l'analisi dell'alta atmosfera (sempre che ci sia qualcosa da analizzare) dopodiché esaurito il suo compito primario si fionderà nella fascia di Kuiper dove per la durata delle sue pile atomiche analizzerà ogni sasso che le capiti a tiro, fino al 2025, quando è previsto rimarrà senza corrente e si troverà a circa 50-60 AU dal Sole, anche se in silenzio continuerà comunque la sua corsa.

Pioneer10 fu lanciato il 2 marzo 1972 e nel luglio del 1972 era già entrato nella Cintura degli Asteroidi tra Marte e Giove. Gli oggetti della cintura si spostano a grande velocità e la loro grandezza varia dal granello di polvere alla roccia grande come l'Italia. Utilizzando l'accelerazione dovuta alla massa di Giove ha aumentato la sua velocità fino a oltre 11 km al secondo. Ha sorvolato le nubi gioviane nel dicembre del 1973.
Durante il passaggio vicino a Giove Pioneer10 ha ottenuto le prime immagini ravvicinate del pianeta , ha scoperto la presenza di intense fasce di radiazioni, localizzato il suo campo magnetico e scoperto che Giove è stato un pianeta liquido. Dopo il suo incontro con Giove, Pioneer10 ha esplorato le regioni esterne del Sistema solare, studiando le particelle energetiche provenienti dal Sole (il vento solare) e i raggi cosmici che raggiungono il ramo della Via Lattea dove ci troviamo(a quasi 40.000 anni luce dal centro di essa).

E' stato il primo oggetto creato dall'uomo a lasciare il Sistema Solare (giugno 1983), quando ha oltrepassato indenne l'orbita di Nettuno con un piccolo messaggio inciso su di una placca in oro.
Il 31 marzo 1997, l'inclinazione dell'antenna rispetto alla Terra non permise più di ricevere il suo segnale e quindi fu formalmente deciso di porre termine alla missione.(in quel momento la distanza raggiunta era di 10 miliardi di km dalla Terra, attualmente si trova a circa 95UA, 14 miliardi di km)

Il Pioneer10 sta seguendo la direzione verso la stella Aldebaran, nella costellazione del Toro. Impiegherà poco più di 2 milioni di anni per raggiungerla.


Percorso analogo quella della gemella Pioneer11 lanciata il 6 aprile 1973 anche se ebbe più problemi dovuti ad una avaria ai generatori, fece il suo bel compitino e adesso si trova a 76 UA dal Sole (11,5 miliardi di km) diretta verso la costellazione dell'Aquila, a nordovest del Sagittario e passerà accanto ad una delle stelle che compongono il sistema fra circa 4 milioni di anni.(mò me lo segno, n'sa mai che prenda altri impegni)

La Voyager2 fu lanciata nell'agosto del 1977 pochi giorni prima della sorella Voyager1 avvenuta all'inizio di settembre (anche gli americani però a volte ne fanno di cose insulse. La lanci per prima, chiamala UNO e che cavolo, uno poi si confonde, si pone domande sull'origine dell'universo o su dove cazzo andiamo e si scopre invece che il pirla che dovrebbe trovare le risposte non sa contare).

Comunque furono lanciate e a loro dobbiamo gran parte della conoscenza acquisita sui giganti gassosi e le loro innumerevoli lune.
Sonde praticamente gemelle, avevano alla partenza una massa complessiva di oltre 2000 kg, (Pioneer 10 e 11 pesavano 260 kg ) ed equipaggiate con diversi strumenti; le pioneer in pratica erano l'equivalente degli anni 70' di un telefonino con videocamera mentre le voyager, sonde della serie mariner modificate per durare più a lungo vista la natura della missione, comprendono telecamere, registratori, magnetometri, sensori infrarossi ed ultravioletti, nonchè rivelatori di plasma (per il vento solare, questa fra l'altro è la parte di missione ancora in atto) e raggi cosmici e tre computer. (Io litigo continuamente con questo mio di computer e faccio fatica ad immaginarmi un pc del “77)(magari la differenza di peso tra le due sonde, 1740 kg era per il solo pc, il famoso pachiderma computer).

Le sonde orbitali e molte di quelle usate per l'esplorazione dei pianeti interni usavano ed usano i pannelli solari per il sostentamento energetico, per chi invece si voglia spingere il più lontano possibile dal Sole consiglio caldamente di munirsi di un RTG (Radioisotope Thermoelectric Generators) un pratico ed economico generatore nucleare al plutonio 238, il cui lento decadimento vi fornirà energia pulita e non inquinante fino a che non schiatterete di cancro. Anche gli shuttle come tutte le missioni con equipaggio hanno a bordo un pila atomica, vista la tendenza molto umana a consumare un sacco di energia.

(Forse non c'entra niente ma mi viene in mente che un paio di shuttle sono esplosi e una mezza dozzina di altri satelliti, per ragioni disparate, sono poi ricadute sulla Terra, chissà se è cancerogeno il plutonio, mah)

Tornando alle nostre due viaggiatrici, dopo aver usato Giove come fionda gravitazionale si diressero verso Saturno fotografandone da vicino gli anelli ( scoprirono, tra le altre cose, una delle ragioni della loro luminosità; Formati per la maggior parte di ghiaccio, riflettono meglio della polvere la luce solare).
Grazie inoltre ad un insolito allineamento planetario la Voyager2 riuscì per prima (ed unica, in attesa che vi arrivi il New Horizons) a fotografare Urano e Nettuno e quasi tutte le lune annesse, ad analizzarne l'atmosfera e fornendo tutti i dati che oggi abbiamo sui giganti gassosi e la loro possibile formazione. La Voyager2 poi riuscì ad avvicinarsi a Plutone per fornire le uniche foto sue e di Caronte, per poi proseguire verso lo spazio esterno a cercare i limiti dell'eliosfera. Voyager1 frattanto dopo aver visitato Titano, che sembrava una luna interessante uscì dal piano dell'eclittica per dirigersi anch'essa nell'eliosfera e studiarne la composizione.



Oltre l'orbita di Nettuno, arbitrario confine del sistema solare esistono altri due spartiacque prima di arrivare nello spazio profondo, il Termination Shock dove il vento solare (plasma) riduce la propria andatura a velocità subsoniche. Le particelle del vento solare sono emesse dalle stelle a circa 400 km/s, la velocità del suono nel mezzo interstellare è di circa 100 km/s (la velocità esatta dipende dalla densità che varia anche considerevolmente a seconda dei casi).

Il mezzo interstellare, sebbene poco denso, possiede una pressione costante (radiazione di fondo). La pressione del vento stellare, invece, decresce col quadrato della distanza, così ad una certa distanza dalla stella la pressione del mezzo interstellare diventa sufficiente a rallentare il vento solare fino a velocità inferiori a quella del suono; questo provoca un'onda d'urto, che ha danneggiato la Voyager1 che l'ha attraversato molto in alto rispetto all'eclittica, mentre è stato superato indenne dalla Voyager2 in quanto con sorpresa vicino al piano dell'eclittica decade con minore intensità.

La Voyager1 attualmente è a una distanza di 106 AU (16 miliardi di km) e si sta allontanando ad una velocità di 17.000 km al secondo in direzione di una stella senza nome nella costellazione dell'Ofiuco (le stelle di quella costellazione sono in sciopero fino a che non sarà cambiato quel nome insulso) e che sfiorerà fra 40.000 anni passandovi a 1,6 anni luce di distanza.

La Voyager2 invece si trova ad una distanza di 86 UA (13 miliardi di km) con una velocità relativa al Sole di 15.500 km al secondo nella direzione di Sirio. Vi passerà non proprio accanto visto che la distanza stimata è di 4,3 anni luce (40 mila miliardi di km), questo accadrà fra appena 296.000 anni, ponendo un serio problema, dove trovare un grammofono per ascoltare il disco contenuto all'interno, sempre che qualche cacciatore di souvenir non se lo freghi nel frattempo.

Segno inequivocabile dei tempi, sono i diversi contributi che si è deciso di elargire in giro per l'Universo.
Nel disco d'oro delle sonde Voyager sono contenuti suoni e musiche di tutto il pianeta accuratamente selezionate, mentre nell'ultima sonda atterrata su Marte il Phoenix è inserito un cofanetto con le ultime hit:
La guerra dei mondi di Wells Cronache marziane di Bradbury e Green Mars di Robinson.
Per fortuna anche su Marte la vita intelligente è estremamente scarsa altrimenti avrebbero l'impressione che li stiamo prendendo per il culo.





Dunque..




 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 01 Giugno 2008 da Passavo_per_caso
 




Nettuno, ultimo ed ottavo pianeta ad essere scoperto nel 1846 da Le Verrier dista dal Sole 30 UA ossia 4,5 miliardi di km, anche Galileo col suo monocolo fai da te l'aveva visto nei cieli seicenteschi ma la scarsità del mezzo, probabilmente made in china, l'aveva indotto a classificarlo come stella.
Il nostro, ha l'aspetto di una piscina convessa solcata da filiformi nubi bianche pronte ad attirare frotte di turisti in cerca di un rinfrescante bagno in un oceano incontaminato, purtroppo la temperatura superficiale di -230° funge da deterrente alla fidelizzazione della clientela (non è che non tornano, non ripartono proprio), uno dei pochi crucci della pro loco Nettuniana.

Sebbene nella mitologia sia il fratello di Giove, assomiglia per aspetto, composizione e massa all'altro gigante gassoso Urano ed è proprio dalla influenza che Nettuno aveva (ed ha) sulla sua orbita che ha preso il via la sua sistematica ricerca.

L'orbita, che percorre in 165 anni, (da quando è stato scoperto non è ancora passato un suo anno) funge anche da confine nel sistema solare tra quello che è dentro (io) e tutto quello che è fuori, ma non cosi tanto da potercene fregare.(oggetti trans-nettuniani)
Qui è obbligo ricordare la triste e curiosa sorte di Plutone, il famoso ex pianeta la cui orbita (la rossa a fianco) interseca quella di Nettuno nella sua forte ellitticità senza peraltro correre seri rischi, vista anche l'accentuata inclinazione rispetto all'eclittica. Era infatti la sua orbita a segnare questo confine, ma perso lo scettro, perduti pure i privilegi.


L'invitante colorito di Nettuno è dovuto alla presenza di metano (2%) nella miscela di idrogeno ed elio di cui è per la quasi totalità composto, che ghiacciando nelle parti alte dell'atmosfera forma pure le gradevoli nubi che ne solcano la superficie. Nei giganti gassosi per superficie del pianeta si intende dove la pressione raggiunge i 100.000 Pa (Pascal) corrispondenti ai 1000 millibar, la pressione a livello del mare sulla Terra (+ -), ma in realtà non ha un gran senso parlare di superficie in una palla di gas.
Interessanti invece sono le tempeste, le più intense del sistema solare, dove i venti raggiungono i 2000 km/ora spazzando l'intero pianeta e sollevando un quesito: dove trae l'energia necessaria visto che l'irradiazione solare è 600 volte inferiore alla Terra? La risposta, per usare una colorita metafora è boh. Di sicuro però, a Nettuno qualcosa gli rode dentro, ma si sta calmando. Nel 1989 quando ricevette l'unica nostra visita da parte della voyager2, c'era in atto una gigantesca tempesta che con un enorme sforzo immaginifico e fantasioso venne denominata “La grande macchia scura” orbene dalle osservazioni effettuate tramite Hubble sembrerebbe scomparsa dando origine alle due principali ipotesi che serpeggiano tra gli astrofili più esperti; la prima è quella enunciata poc'anzi (boh) la seconda ipotizza un moscerino spiaccicato sul parabrezza della voyager2. (Senza peraltro nessun auto lavaggio per un bel pezzo, la prossima uscita infatti sarà nei pressi di Sirio distante 8,6 anni luce e che verrà raggiunta nell'anno 358.000)(minuto più, minuto meno)
Curiosa è invece Scooter, (la nuvoletta di Fantozzi) una formazione nuvolosa molto densa e dalla forma irregolare tuttora presente dopo 20 anni e che sfreccia all'altezza dei tropici effettuando un giro completo ogni sedici ore. (se si considera che il diametro di Nettuno è 50.000 km, 16 ore è un discreto risultato)

Dei 13 satelliti di Nettuno l'unico degno di nota, con un diametro di 2700 km è Tritone (gli altri in pratica sono solo dei sassi); immigrato irregolarmente dalla fascia di Kuiper, ha un'orbita retrogada che unita alla composizione che non ti aspetti ne fa desumere l'origine esterna, fu poi catturato dall'attrazione gravitazionale del pianeta anche se non in maniera stabile; fra appena tre miliardi e mezzo di anni o precipiterà nell'atmosfera o andrà a rimpolpare gli anelli del pianeta ormai in fin di vita, disintegrandosi.
Se gli anelli di Urano sono ridicoli quelli di Nettuno fanno proprio schifo. Sono talmente esili da non poter essere definiti anelli, ma semplici archi. Per chi crede ai presagi uno degli archi più interni dell'anello principale Adams, chiamato Libertà (gli altri sono Coraggio Uguaglianza Fraternità)(che ci sia un nesso col fatto che lo scopritore è francese? Boh, l'eterna risposta), alla fine di questo secolo scomparirà come le nebbie del passato.

Se si eccettua il fatto che fa un po freschino in ogni periodo dell'anno, per chi agogna le mete balneari incontaminate Nettuno (non) teme rivali, in più è possibile osservare da vicino le comete della nube di Oort mentre aspettano di precipitare e le altre stelle appena al di là dell'abisso.




 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 01 Giugno 2008 da Passavo_per_caso
 



Dimensione dei pianeti tra loro e rispetto al Sole







1. Mercurio (☿)


2. Venere (♀)


3. Terra (♁), con un satellite naturale: Luna.


4. Marte (♂), con due satelliti naturali: Phobos e Deimos.








5. Giove (♃), con sessantatre satelliti naturali confermati.














6. Saturno (♄), con sessanta satelliti naturali confermati.








7. Urano (♅), con ventisette satelliti naturali confermati.





8. Nettuno (♆), con tredici satelliti naturali confermati.









 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 27 Maggio 2008 da Passavo_per_caso
 




Nettuno è piuttosto lontano e nell'attesa guardo quel puntino blu nel deserto.




E' il Phoenix mars lander, (sesta sonda a compiere l'impresa senza contare quelle schiantate) anzi per dirla tutta è il lander fotografato dal Phoenix che non ha voluto saperne di scendere su Marte, lui uccello di fuoco, disdegna i deserti ghiacciati, preferisce lasciare l'ingrato compito ai macinini radiocomandati muniti di videocamera e paletta per la sabbia.

Atterrato con successo il 25 maggio 2008 (domenica, per chi non è avvezzo ai termini scientifici) sul suolo polare di Marte (temperatura intorno a -100° niente di che in fondo) ha già mandato le prime immagini del luogo, giusto per far sapere che laggiù, tutto bene.
Come ogni robottino che si rispetti ha le sue belle lucette, una discreta quantità di rotelline (sia dentro che fuori) e soprattutto, denotando un ottimismo quasi ingenuo, possiede a bordo un mini laboratorio per analisi chimiche e batteriologiche(!). Infatti il targhet (erano anni che sognavo di usare la parola targhet in una frase) della missione è trovare tracce di acqua (presente o passata) sia nel terreno, con il braccino di mezzo metro sia eventualmente nell'aria. Le aspettative non sono enormi, già il trovare una mezza pozzanghera nel giro dei 90 giorni che la missione dovrebbe durare sarebbe un enorme successo.

La precedente missione del luglio 96 , protagonisti Pathfinder nel ruolo di Uccello di fuoco e il fido rotoschiavo Sojourner doveva durare da una settimana ad un mese (così almeno asserivano i comunicati stampa, memori della spaventosa cazzata che per un errata conversione di diverse unita di misura aveva fatto schiantare un duecento milioni di dollari nel deserto rosso) invece, superando le più rosee aspettative per ben tre mesi continuò a mandare immagini (16000 nei tre mesi, praticamente come un giapponese in ferie) e ad analizzare il terreno in cerca di risposte (le analisi effettuate furono 15, quasi come una normale ASL in Italia).

Ora dal nostro lander of   Phoenix ci si aspetta altro e diverso, soprattutto acqua; il polo non è stato scelto a caso, se tracce ve ne sono, lì è dove aspettano le maggiori probabilità di trovarle.

E' una bella scampagnata da qualsiasi punto di vista, arrivare là e non trovare nemmeno un bar aperto sarebbe seccante. (per qualsiasi pianta)




 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 25 Maggio 2008 da Passavo_per_caso
 




L'inaspettato Urano, settimo pianeta del sistema solare col suo arrivo tardivo rompe consuetudini radicate da millenni, la sua apparizione davanti ad un telescopio nel 1781 scuote lo statico modo di vedere oltre la sfera celeste, in cui le stelle sono fisse ed irraggiungibili mentre attorno al Sole ruotano pochi pianeti ed ancor meno lune, si inizia quindi a presumere una complessità che vale la pena indagare e che ancora oggi presenta molti lati da svelare.



Dunque Urano, un gigante gassoso di un bruttissimo colore celeste risciacquo (ciano, per chi usa più di 16 colori) ruota attorno al Sole ad una distanza di circa 19 UA (quasi 3 milioni di chilometri) in 84 anni e anziché farlo come tutti i pianeti seri e sobri ossia con il piano equatoriale praticamente parallelo a quello dell'eclittica, lui lo fa perpendicolarmente essendo inclinato di appena 0,7° (insomma non ruota, rotola) questo fa si che ogni 42 anni espone al Sole alternativamente ognuno dei propri poli (fatto questo molto irrispettoso) e che conseguentemente la regione più calda sia appunto il polo e non come di solito accade, la zona equatoriale.
In proposito ci sarebbe da dire che essendo la temperatura superficiale massima attorno ai -200 C° e quella minima di -220C° , la discussione su quale latitudine sia più confortevole per una vacanza è meramente accademica, ci si può limitare a dire che fa un freddo boia e quindi addobbarsi di conseguenza è imperativo.

L'atmosfera, spessa come il raggio terrestre, è composta in prevalenza da idrogeno 1/6 di elio e una spruzzata di metano, giusto per dare quel bel colorito da esporre ai viandanti. L'interno è più composito, infatti è formato per la quasi totalità da ghiaccio (un cubetto, tondo però) d'acqua, metano e ammoniaca. Il tutto farebbe una certa scena dentro un martini senza per questo aggiungere purtroppo nulla al gusto.



Degno di nota, il campo magnetico, il cui centro non coincide con quello del pianeta ed è inoltre inclinato di 60° rispetto all'asse di rotazione. Perché lo fa? Una delle più autorevoli risposte è “Boh” si pensa comunque che l'energia elettrica necessaria a generare tale campo sia il frutto dell'attrito tra diverse zone a differente viscosità che per qualche strano motivo su Urano non sono omogenee. Questo molto probabilmente deriva dalla sua genesi.
L'insolita rotazione è il frutto molto probabile di uno scontro all'epoca della formazione del pianeta e il surriscaldamento anomalo conseguente genera all'interno del corpo semiliquido del pianeta delle vere e proprie tempeste sotto la superficie, di qui l'anomalia elettrica.



Possiede un sistema di anelli veramente ridicolo che è possibile vedere solo grazie al suo “rotolamento” attorno al sole (se fossero paralleli all'eclittica forse solo le sonde avrebbero potuto scoprirli) e ventisette satelliti conosciuti di cui solo quattro (i nomi dei satelliti di Urano anziché dalla mitologia greca-romana derivano dalle opere di Shakespeare e la risposta al perché è mah) degni di nota; Ariel, Umbriel, Titania, Oberon (quest'ultimo possiede una tettonica a placche); di dimensioni variabili tra i mille e i duemila km sono composti per la metà di ghiaccio, un terzo di silicati (sabbia per semplificare) e quel che rimane sono composti organici del metano. (L'aggettivo "organico" ha origini storiche; anticamente si pensava infatti che le sostanze estratte da tessuti provenienti da organismi viventi, vegetali o animali, possedessero proprietà peculiari derivanti proprio dalla loro origine "organica" e che quindi non potessero essere sintetizzate, oggi invece viene definito composto organico qualsiasi composto del carbonio in cui questi abbia numero di ossidazione inferiore a +4. In generale i composti organici sono costituiti da uno scheletro di carbonio e idrogeno legante qualche eteroatomo che può essere: ossigeno, azoto, zolfo, fosforo, silicio).
L'urea e la maggior parte dei fertilizzanti sono composti organici, questo la dice lunga sulle abitudini dei campeggiatori che visitano le lune di Urano.


Il motivo principale per cui si debba passare dalle parti di Urano è perché di strada per andare su Nettuno.










 
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