soccoville

no, semplicemente non posso andarmene alle 08.25 (più dopo che prima, finchè non mi licenziano..)giusto nel momento in cui il cangurotto si sveglia ed inizia le sue lunghe conversazioni. per di più coperte di sorrisi, ammiccamenti, smorfie ed ogni altro escamotage che possa inventarsi per ottenere attenzione e trattenermi. Ma vi pare giusto?

Se non altro, la vergognosa prestazione dell'Italia di ieri un vantaggio l'ha avuto: farmi trascorrere quasi l'intero pomeriggio con Emanuele in braccio. E non ho dovuto aspettare che girasse lo sguardo altrove per allontanarmi come un ladro...

Ecco, non si rende facilmente un'emozione, proprio non ci si riesce, a meno di essere bravi, ma bravi davvero. E l'attesa che si realizza non è forse un'emozione? Non è una parola, un gesto in questo caso, sperata e immaginata per anni, a farci sussultare?

E' un colpo di mano sinistra imprevisto ed inatteso, figlio dell'ennesimo bacio ad Emanuele, al termine di una succulenta cena di pollo e pomodoro. Emanuele che parla senza interrompersi mai, qualche lamentela tattica, solo per farsi sollevare un po' ma niente di davvero allarmante nè insolito. Niente che faccia presagire che all'ennesimo sguardo, sorriso, col mio nasone che si china verso il suo nella carrozzina,dicevo, al momento di rialzarmi tutto sarebbe stato sfocato ed indistinto. Con me che ho un'aria un po' ebete, la mamma che sbircia quando può una commedia romantica su Sky ed Emanuele trionfante che stringe nella mano sinistra i miei occhiali. Un trofeo, una coppa dei campioni in periodo di mondiali (a proposito, indimenticabile la figuraccia sportivo-politico-mediatico-morale della Francia).

Ed io che torno con la mente ai bambini che per anni mi si sono avvicinati in braccio alle mamme, ed hanno cercato di afferrare il mio giornale, le mie penne o qualunque altra cosa avessi in mano. E'un gesto che m'ha sempre riempito di tenerezza e di qualche forma di orgoglio: io che aiutavo un piccolo uomo, o donna, a prendere qualcosa dalla vita. E ieri, con la stanghetta di prima classe che spuntava dal medio, lo ha fatto mio figlio.

Quattro giorni lontano da casa possono essere pochi o tanti. Pochi se sono a malapena sufficienti per sostituire il fresco del Baltico alle sere africane di soccoville, tanti se il cangurotto sceglie proprio quei giorni per introdurre novità: nuovi gorgheggi da modulare, nuove espressioni ma soprattutto se decide che tutti quegli oggetti colorati, rumorosi e magari freschi devono ormai essere afferrati.

Si papy, e sai che ti dico?, mi tolgo lo sfizio di afferrarli con la mano sinistra! Chissà se sarò mancino come lo eri tu da bambino? Si, lo so che a te venne imposto di usare la mano destra, ma so anche che tu asseconderai tutte le mie inclinazioni. Però è divertente lo stesso pensare che magari siamo uguali in questo...chissà!

Insomma popof non si accontenta più di seguire con lo sguardo gli oggetti che gli colpiscono l'attenzione, no. Li vuole afferrare. Certo, non è mica così semplice ed immediato, papy, però ci provo! Specie se sono colorati come il contenitore del latte plasmon o magari anche freschi al tatto come la bottiglia d'acqua, di un bell'azzurro italia e appena tolta dal frigorifero. O la Peroni, anch'essa d'obbligo quando gioca la nazionale (forti questi del marketing, non c'è che dire, bravi davvero).

Papy, il meglio in effetti l'ho dato con la fotocamera che già attirava con il suo colore argento, ma se poi aggiungi che penzolava in modo accattivante lungo il cordino d'impugnazione e soprattutto aveva lo schermo acceso, beh è chiaro che alla prima occasione l'ho afferrata. Si vabbè poi l'ho anche messa in bocca e sullo schermo c'era un po' di saliva, ma insomma tu mi hai fatto una gran festa ed hai chiamato subito la mamma perchè vedesse lo spettacolo.

Quand'è che farai penzolare la telecamera?

Cronaca dell'ennesima passeggiata? Macchè, papy. Forse la novità è più vostra che mia. In fin dei conti voi vi muovete solo con la macchina, ci volevo io per farvi scoprire il fascino delle quattro ruote (mie) e delle due gambe (vostre).

Ma andiamo con ordine. La farmacia si trova in via Dante, non proprio agli antipodi, quindi. Ma in questi cinquecento metri scarsi, se vivi in un paese, il tuo paese, dicevo in questo spazio trovi, come si dice nel paese di papà, un boato di gente. E magari uno o due ti sono davvero simpatiche. Specie se non ti ricordavi di loro, delle innumerevoli cene di carnevale, primi maggi, venticinqui aprile e così via.

Comincia a prenderci gusto, il cangurotto. Seconda uscita in due giorni, e terza in tre contando l'aperitivo del due giugno. Stesso tragitto di ieri, con la differenza che a guidare è stata la mamma.

Arriviamo alle nove in una piazza gremita: c'è il saggio di fine anno delle classi elementari e medie. Tema: i paesi di tutto il mondo raccontati con balli e costumi tipici. Si va dai canguri australiani alle marocchine danze del ventre per finire con le ragazzette più grandi ,terza media immagino, lanciarsi in uno scatenato can can. Bellino davvero.  Il nico non ha visto nulla perchè il vento soffiava eccome e lo abbiamo tenuto rintanato nella carrozzina. A lui è andata bene così: vedeva sia me che la tòrtina, ed entrambi gli tenevamo la mano. E' rimasto con gli occhi spalancati per un'oretta buona, poi è arrivato il sonno. Per un bel po' il nonno gli ha fatto ombra, proteggendolo dalla luce dell'insegna. Ogni paio di minuti mi avvicinavo al suo visino di mela, con lo scopo, che poi era anche una scusa, di controllare che non avesse problemi e respirasse bene.

In effetti però volevo solo vederlo, sentirlo respirare, farlo muovere un po'. Volevo lui, ecco. Perchè le sue manine, tinte e color di rosa, come canta sua mamma, sono perfette. Già, con le pieghettine in miniatura, le unghiette di nuovo un po' lunghe e le dita grossine e forzute con cui si appiglia al mio dito quando gli do il biberon.

Sua mamma ha preso l'abitudine di portarlo sulla soglia del portone quando sto andando in ufficio. E' una grande idea, se non sapessi che lo fa per farmelo vedere più a lungo possibile direi che glielo ha suggerito il mio titolare. Accidenti se sei motivato quando le due persone che ami di più al mondo ti salutano dalla soglia di casa.
Oppure ti svegliano, come hanno fatto di pomeriggio. Ed io che riemergo dalle nebbie di una pennichella salutare e vedo il nico, in braccio a sua mamma. E lui con gli occhioni verdi e marroni, il naso incollato, come dice sua nonna, la testa disegnata col compasso che mi guarda. E si nutre di me come io mi nutro di loro.Papy, lo so che ti dispiace andartene ma stasera mi troverai tutto per te, ho una vita da costruire insieme.