Creato da socialismo2017 il 15/11/2005
OSSERVATORIO INTERNAZIONALE

LIBERTA' E GIUSTIZIA PER IL POPOLO PALESTINESE

 
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Davvero, vivo in tempi bui!
La parola innocente è stolta. Una fronte distesa
vuol dire insensibilità. Chi ride,
la notizia atroce
non l'ha saputa ancora.

Quali tempi sono questi, quando
discorrere d'alberi è quasi un delitto,
perchè su troppe stragi comporta silenzio!
E l'uomo che ora traversa tranquillo la via
mai più potranno raggiungerlo dunque gli amici
che sono nell'affanno?

È vero: ancora mi guadagno da vivere.
Ma, credetemi, è appena un caso. Nulla
di quel che fo m'autorizza a sfamarmi.
Per caso mi risparmiano. (Basta che il vento giri,
e sono perduto).

"Mangia e bevi!", mi dicono: "E sii contento di averne".
Ma come posso io mangiare e bere, quando
quel che mangio, a chi ha fame lo strappo, e
manca a chi ha sete il mio bicchiere d'acqua?
Eppure mangio e bevo.

Vorrei anche essere un saggio.
Nei libri antichi è scritta la saggezza:
lasciar le contese del mondo e il tempo breve
senza tema trascorrere.
Spogliarsi di violenza,
render bene per male,
non soddisfare i desideri, anzi
dimenticarli, dicono, è saggezza.
Tutto questo io non posso:
davvero, vivo in tempi bui!

Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Il mio pane, lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Feci all'amore senza badarci
e la natura la guardai con impazienza.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Al mio tempo le strade si perdevano nella palude.
La parola mi tradiva al carnefice.
Poco era in mio potere. Ma i potenti
posavano più sicuri senza di me; o lo speravo.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Le forze erano misere. La meta
era molto remota.
La si poteva scorgere chiaramente, seppure anche per me
quasi inattingibile.
Così il tempo passò
che sulla terra m'era stato dato.

Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
quando parlate delle nostre debolezze
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.

Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,
attraverso le guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c'era, e nessuna rivolta.

Eppure lo sappiamo:
anche l'odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l'ira per l'ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si potè essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuta l'ora
che all'uomo un aiuto sia l'uomo,
pensate a noi
con indulgenza.

Bertolt Brecht, "A coloro che verranno", 1939
 
 

 

 
« UNA GRANDE OPERAZIONE VE... »

NESSUNA LEZIONE DAI FASCISTI DI ABU GHRAIB!

Post n°13 pubblicato il 28 Dicembre 2006 da socialismo2017
Foto di socialismo2017

LA NOSTRA POSIZIONE:


Noi di SADDAM LIBERO





Non chiediamo che il Presidente venga processato da un
tribunale Internazionale. Sarebbe l’ennesima presa in giro. Legittimare, come
fanno in tanti, a partire da alcuni leader europei per arrivare alle
associazioni contro la pena di morte ed agli intellettuali, il tribunale dell’Aja,
vuol dire semplicemente non aver capito nulla della politica estera degli Stati
Uniti d’America dal 1989-91. La vicenda di Milosevic è emblematica in questo
senso. Il leader serbo all’Aja è stato assassinato prima ancora di finire l’iter
processuale. L’Aja è controllata dagli Usa e da una banda di delinquenti comuni
che opera in spregio delle più basilari norme di una giustizia equa. Chi
controlla il tribunale internazionale difende criminali fascisti di primo
piano, boia sanguinari (Posada Carriles, ad esempio, responsabile di numerosi
attentati e stragi contro Cuba, rifugiato negli USA) e terroristi, mentre
ordina processi ed omicidi mirati, finanzia gruppi terroristici (Bin Laden),
occupa militarmente paesi sovrani con metodi hitleriani. Il tribunale dell’Aja
vale meno di 0.





Noi di SADDAM LIBERO



non chiediamo un processo “giusto” per il Presidente, non
invochiamo una pietas cristiana e non intoniamo peana contro la pena di morte.
Noi pensiamo che questo sia un approccio sbagliato alle drammatiche vicende di
questi giorni. Per noi il punto è costruire una vera operazione verità su
Saddam Hussein. Noi volgiamo che il Presidente della Repubblica dell’Iraq venga
liberato. A noi non interessano per nulla parole come “colpevole” o “innocente”.
Per noi parla la Storia e parlano le vicende politiche degli ultimi 20 anni. A
noi interessa mostrare l’organicità di questo processo e di questa condanna al
disegno fascista degli Stati Uniti d’America contro un Paese laico, che non
conosceva il fondamentalismo e che percorreva la sua autonoma strada verso l’autodeterminazione.
Un Paese che oggi è l’inferno della barbarie più totale. Noi non vogliamo né il
tribunale fascista dell’iraq occupato, né la macchina sanguinaria dell’Aja, un
tritacarne dei popoli liberi; per noi lo scandalo è l’occupazione criminale
dell’Iraq e la prigionia di Saddam Hussein.



 

 
 
 
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